Pubblicato il 19 Gennaio 2006 da Veronica Baker
Uomini più vendicativi delle donne, la prova nel cervello
La vendetta veste abiti da uomo : sono infatti i maschi ad essere più vendicativi verso persone colpevoli di aver tradito la loro fiducia e sono sempre gli uomini a provare maggiore soddisfazione dalla vendetta, mentre lui e lei si rattristano allo stesso modo del dolore provato da chi si è dimostrato buono.
La donna, come è emerso in uno studio sul cervello pubblicato sulla rivista Nature, dimostra invece di mantenere un rapporto empatico anche verso chi non si è comportato bene con lei e, pur provando del risentimento, la donna non sembra trovare soddisfazione nella vendetta.
La ricerca evidenzia però, ha sottolineato Tania Singer della University College di Londra, che entrambi i sessi mostrano empatia, ovvero compartecipano, alla sofferenza di persone corrette e altruiste. Ciò suggerisce che negli esseri umani esiste un senso innato per la giustizia.
Lo studio, inoltre, fornisce per la prima volta la prova neurologica del Schadenfreude, quell’atteggiamento un po’ meschino di cui si macchia il genere umano che è il provare gioia della sofferenza altrui se laltro si è comportato male con noi o non ci piace.
L’empatia è la capacità umana di capire le emozioni altrui e di viverle sulla nostra pelle come se fossimo noi stessi a provarle in prima persona ed è alla base delle interazioni sociali : è in qualche modo compromessa in disturbi come l’autismo, caratterizzato proprio da difficoltà di relazione.
Gli esperti hanno indagato la forza dell’empatia di 32 individui di fronte ai comportamenti corretti o scorretti messi in atto da altre persone.
A tale scopo, neurologi e psicologi hanno chiesto loro di prender parte a un gioco di economia.
All’insaputa dei partecipanti, quattro attori avevano il compito di mettere alla prova l’empatia del campione.
Ai partecipanti veniva data una somma di denaro e la possibilità di investirne parte o tutta affidandola a uno dei quattro intermediari finanziari (in realtà gli attori sotto mentite spoglie).
Il possibile guadagno dell’investimento stava nel fatto che nelle mani degli intermediari la somma data loro si triplicava ; il rischio, invece, nel fatto che l’intermediario poteva decidere quanto denaro restituire al proprio cliente.
Durante la speculazione alcuni attori assumevano un comportamento corretto restituendo una somma congrua, altri attori invece tradivano la fiducia in loro riposta restituendo pochissimo o niente del denaro ricevuto.
Dopo l’esito della speculazione, i quattro attori sono stati sottoposti a un piccolo shock elettrico fastidioso quanto il pizzico d’ape.
I partecipanti dovevano assistere alla punizione, mentre il loro cervello veniva osservato con la risonanza magnetica.
E’ emerso così che tutti i volontari provavano empatia nei confronti degli investitori onesti e, assistendo alla punizione, nel loro cervello si accendevano le aree del dolore (corteccia fronto-insulare e corteccia anteriore cingolata) come se fossero loro a subire la punizione.
Ma uomini e donne si distinguono quando sotto torchio ci sono gli intermediari disonesti : benché tutti i partecipanti, senza distinzione di sesso, giudichino negativamente i truffatori dichiarando apertamente la loro antipatia nei loro confronti, le donne continuano a mostrare empatia anche di fronte alla punizione degli intermediari egoisti che hanno tenuto tutto il denaro per sé.
I maschi invece, prova ne è il loro cervello, cessano di compartecipare al dolore altrui quando la punizione è inflitta a coloro da cui sono stati truffati.
E c’é di più : il cervello non aiuta i maschi a fare una nobile figura, mettendo a nudo che gli uomini provano soddisfazione dalla punizione come stessero consumando la vendetta.
Infatti, di fronte al truffatore punito nel cervello dei maschi si accendono le aree proprie della gratificazione e dell’appagamento, i circuiti cioé normalmente messi in moto da stimoli piacevoli o dalle droghe, per esempio il nucleus accumbens.
Il cervello della donna, invece, non dà mostra di questa sete di vendetta, le aree dell’appagamento rimangono spente e rimane invece traccia della loro empatia nei confronti del dolore provato da altri, buoni o cattivi che siano.
Anche se altri studi dovranno confermare che uomo e donna siano diversamente vendicativi verso chi ha fatto loro un torto, hanno concluso i ricercatori, questa differenza tra i sessi potrebbe essere il retaggio di un passato in cui il maschio era investito, per il bene della comunità, del compito di fare giustizia e punire chi si comportava in modo scorretto.
Per questo, concludono in ricercatori, con l’evoluzione sarebbe diventato più freddo e vendicativo.