Una pregunta (1)

Pubblicato il 3 Agosto 2008 da Veronica Baker


Una pregunta (1)

“Ma che cazzo pretendi, i tizi dello […] hanno avuto tutto il diritto di […],  sono della buonissima gente, dei miei amici.

E tu, che sei una persona intelligente, dovevi aspettarti che avresti avuto dei casini di qualsiasi tipo, e per di più mi sembra che pretendi a questo punto troppo […],per esempio a me non interessa se sei […], ma che vuoi, addirittura anche di […]”

Luca D., ex presidente del Tal e “tutore della legge”.

Non aggiungerò nulla, nessun particolare che permetta il riconoscimento di chi , all’interno del (sic!) glorioso Tal ha profferito queste parole qualche settimana fa, in un momento di evidente follia.

Sarebbe una offesa alla intelligenza ed alla stima che tutt’ora ho per lui.

Ma queste parole sono state, purtroppo, effettivamente dette .
E non è stato certamente piacevole ascoltarle, anche se ho preferito non replicare e fare finta di non capire.

Sarebbe stato meglio il silenzio ? Forse.
Ma dato che negli ultimi giorni sono sorte discussioni sulla comunicazione e sul rispetto reciproco, voglio dire la mia, scrivendolo come faccio sempre, dato che il mio progetto è comunicare sempre e comunque, non dividere.

Non mi sono mai lamentata di nulla nella mia vita,talvolta pagando dazio molto pesantemente.

Ma ho sempre pensato che, in ogni situazione , anche la più difficile, si debba cercare di prendere il toro per le corna e si debba cercare di uscirne fuori in un qualche modo, anche a patto di subire di tutto e di più.
L’impegno, il duro lavoro alla lunga pagano, soprattutto se conditi da un po di sano spirito di sacrificio.

E mi si può dire di tutto, salvo che non sia una persona realista.

Mi erano state fatte riguardo la mia persona delle previsioni apocalittiche che sono riuscita fortunatamente a smentire, nonostante  tutto.

Ma non credo sia molto corretto fare delle affermazioni  ab minchiam” (latinismo da me coniato in questo momento) senza conoscere nulla o quasi della situazione e con una “infarinatura” (oserei dire 100 milioni di c…ate, come una celebre trasmissione del molleggiato nazionale) avuta probabilmente leggendo la sottocultura dei nostri massmedia.

Una pregunta

Ma non solo ci passo sopra, ma soprattutto, vado avanti lo stesso per la mia strada continuando a lavorare per il bene comune, quindi compreso chi ha detto la “strunzata” citata all’inizio.

Ecco perchè ho messo nero su bianco ciò che vorrei fare per lo sviluppo del nostro circolo.
Un giorno non si potrà mai dire che ho detto una cosa e poi ne ho fatta un’altra.

Compreso i progetti e le cose in cui ho promesso di impegnarmi.
Questo è il modo di fare che ho nella vita di tutti i giorni e che non intendo cambiare.

scribe writing night

Verba volant, scripta manent.

Inoltre, voglio ringraziare pubblicamente di cuore tutti coloro (e sono davvero molti, non immaginavo che il numero fosse così alto) che leggono più o meno frequentemente questo blog.
E un segno di grande stima nei miei confronti e, naturalmente , lo sprone ad andare avanti in questo progetto.

Poi, vorrei puntualizzare alcune cose .
Parto da una frase che a me ha molto colpito e che è girata nel nostro newsgroup, e che sintetizza esattamente il mio pensiero.

“Ciò che negli anni ha distinto Lentate dagli altri sodalizi è che la gran parte dei soci ha realizzato prima e trovato poi un ambiente favorevole alla socialità, alla solidarietà, al divertimento e, usiamo una parola grossa, alla fratellanza.

Tutti si sono sentiti parte di un tutto, frequentare il circolo è sempre stata lestensione del proprio “io”, il circolo è di tutti e quindi anche mio”.

Parole sacrosante, che hanno riassunto il mio pensiero, pur essendo arrivata da pochi mesi.
Ciò indubbiamente ha pagato nel corso degli anni, ed ha contribuito a creare un ambiente particolare.

vanda

Infatti dall’archivio del Tal mi sono permessa ci fare un copy&paste di questo racconto,che  a mio avviso sintetizza esattamente il tipo di ambiente che si è  trovato (almeno fino a ora) e lo spirito che ha animato  il gruppo :

Meraviglia

“Già, gli scacchi. L’immagine di questo gioco è disastrosa.

La prima scena che viene alla mente pensando agli scacchi è uno sparuto gruppo di persone sedute ai due lati di un tavolo; si reggono la capoccia tra le mani, guardano tristemente i pezzi di legno, ne spostano uno ogni tanto : una noia mortale, un passatempo per occhialuti secchioni.

In questi anni abbiamo combattuto una specie di crociata contro tutto ciò.
Il nostro circolo ha sempre avuto come carattere distintivo un’atmosfera goliardica, dove prima vengono le persone e poi le teorie sulle aperture.

Quando pensate al Circolo Tal di Lentate non immaginatevi un polveroso deposito di cariatidi in stato catatonico davanti ad un fila di pedoni. Pensate piuttosto a un gruppo di amici che si diverte.

Credo sia uno dei pochi circoli dove potete entrare alle nove di sera e uscirne alle tre del mattino senza aver giocato una sola partita, ma avendo abbondantemente goduto del piacere della compagnia. Ehi, si gioca anche a scacchi pero !”

Fra l’altro, questo è anche uno dei motivi per cui spontaneamente ho deciso nell’ultimo periodo di partecipare molto saltuariamente all’attività scacchistica sociale, preferendo serate di dialogo al circolo.

Per ricordare che lo si può frequentare solamente per giocare e poi andare via, ma anche perchè si vogliono rivedere o salutare vecchi amici e passare una serata in compagnia.

Questo è e deve essere il nostro ambiente,quello che ci deve contraddistinguere dagli altri.

Allora, perchè stiamo facendo di tutto per andare contro a questi propositi ?
A che pro ?
Forse dovremmo ricordarci il nome completo del nostro sodalizio.

Indubbiamente ci sono dei problemi di comunicazione assai grandi , che devono essere risolti al più presto.
Altrimenti, il problema si ingigantisce sempre di più.

A riguardo, ho deciso di rendere piano piano “pubblica”  una vicenda (anzi le vicende, anche se indubbiamente una è la madre di tutte le battaglie) che mi riguarda direttamente e che può essere incasellata nella tematica : incomunicabilità.

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I fatti raccontati (con tanto di nomi e cognomi) sono purtroppo tutti veri.

Cerchiamo di non perseverare negli stessi errori, perchè il risveglio può essere molto brusco.
Una pregunta.


Veronica


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