Pubblicato il 19 Agosto 2008 da Veronica Baker
Un parere interessante
La tempesta finanziaria globale scatenata a fine estate 2007 dalla crisi dei mutui americani subprime, che finora hanno provocato perdite globali per 500 miliardi di dollari al sistema del credito, è destinata perfino a peggiorare.
Nei mesi a venire si moltiplicheranno i casi di fallimenti di banche americane, che seguiranno quindi il destino del quinto istituto nazionale, Bear Stearns (salvata solo dall’intervento della banca centrale, la Federal Reserve), ma anche di IndyMac, seconda banca indipendente del Paese finita in bancarotta ai primi d’agosto.
A lanciare l’allarme è l’ex capo economista del Fondo monetario internazionale, Kenneth Rogoff, mentre si addensano le ombre di una possibile nazionalizzazione per salvare Fannie Mae e Freddie Mac, i due maggiori erogatori di mutui degli Stati Uniti.
L’economia americana «non è uscita dal guado e il peggio deve ancora arrivare», ha affermato Rogoff, 55 anni, intervenendo ad un convegno a Singapore.
“Nei prossimi mesi non saranno soltanto un paio di istituti di medie dimensioni o due banche piccole a finire in dissesto. Ne vedremo una grossa, una delle grandi banche di investimenti o dei grandi istituti di credito”.
Sul versante delle scelte della mano pubblica, Rogoff, pur approvando l’idea che il governo nazionalizzi le agenzie parastatali di rifinanziamento dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac (che garantiscono circa 5 mila miliardi di dollari in mutui ipotecari, quasi la metà del totale Usa), ha criticato le aggressive manovre espansive adottate dalla Fed nei primi mesi successivi all’esplosione della crisi.
Per scongiurare i rischi di recessione l’istituzione guidata da Ben Bernanke ha consistentemente ridotto il costo del danaro, ma successivamente ha interrotto la manovra a causa del peggioramento dei rischi inflazionistici.
“Aver ridotto i tassi di interesse porterà molta inflazione nei mesi a venire negli Stati Uniti”, è la previsione per nulla rassicurante dell’economista.
Una previsione non difficile da fare per chi segue le teorie di Von Mieses, tutto procede come nel ciclo previsionale di Martin Pring.