Test del D dimero ed ossido di grafene

Pubblicato il 25 Luglio 2021 da Veronica Baker

Sospettiamo che il grafene sia presente nella medesima quantità in tutti i cosiddetti “vaccini”.

Veronica Baker


Test del D dimero ed ossido di grafene

Come ormai è ben noto, l’ossido di grafene presente nelle fiale di vaccinazione di Pfizer, AstraZeneca, Moderna e Vaxigrip Tetra può essere rilevato anche nel sangue di coloro che sono stati inoculati attraverso le “classiche” analisi del sangue.

Infatti con il test del D dimero si può rilevare la presenza di ferritina in quantità prossime ai 500 mcg.

Il D-dimero è un prodotto di degradazione della fibrina, una proteina responsabile della formazione di coaguli (trombi) nei vasi sanguigni.

In ambito clinico, la determinazione del D-dimero nel sangue si inserisce nell’iter diagnostico della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare.
Un esame particolarmente utile nello studio di patologie correlate ad un’eccessiva od un’inappropriata coagulazione.

Tutto questo può mostrare la presenza di coaguli di recente formazione.
Infatti l’ossido di grafene ha una proprietà trombogenica, essendo un agente estraneo che entra nel corpo umano in modo aggressivo.

E che per reazione il corpo umano stesso cerca di intrappolare in un qualche modo affinché non continui ad avanzare verso altre zone potenzialmente più pericolose.

Infatti il grafene, quando è esposto a campi elettromagnetici tende a creare un vero e proprio reticolo.


Test del D dimero ed ossido di grafene
Il test del D-dimero misura la quantificazione di una proteina chiamata fibrina…

Il test del D dimero misura la quantificazione di una proteina chiamata fibrina.
E sarà sempre sopra i 300 o 400 microgrammi per litro.

In altre parole : c’è coagulazione.

Perché ?

Perché, logicamente, se introduciamo l’ossido di grafene nel corpo ha un fattore di coagulazione e genera trombi.

È logico.
Se introduciamo un elemento estraneo nel corpo, il corpo cercherà di avvolgerlo.

Vale a dire, cercherà di coagularlo per impedire la proliferazione e la diffusione del materiale in questione in tutto il corpo.

Se estraiamo un po’ di sangue dalla zona di inoculazione, e questo è di un’inoculazione recente – per esempio, quando sono già passate tre settimane e la sostanza è fluita nel corpo – e quel campione viene centrifugato, opportunamente pulito, e messo al microscopio ottico ed elettronico, lì si dovrebbero poter vedere le classiche maglie di grafene.

Questo è un dato certo.
Inoltre, sono inconfondibili.

Quindi è molto più facile trovarlo nel sangue che nei cosiddetti “vaccini” dove è stato rilevato.

Ma questo è solamente l’inizio.

Sospettiamo che il grafene sia presente nella medesima quantità in tutti i cosiddetti “vaccini”.
Questo per due motivi : il brevetto che abbiamo trovato ed il fenomeno assai diffuso del cosiddetto “magnetismo”.

E dato che nessun materiale provoca magnetismo come il grafene – e non solo magnetismo, ma condensazione di energia e superconduttività – osiamo dire, estrapolare e dedurre che è sempre lo stesso materiale.

L’ormai famigerato e ben conosciuto ossido di grafene.


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