Pubblicato il 12 Aprile 2010 da Veronica Baker
Strategie possibili per la sopravvivenza nei mercati
Un’altra risposta ad una email che mi chiedeva quale potevano essere le strategie migliori da utilizzare.
[…]Oggi il grosso problema dal punto di vista operativo è anche la attendibilità dei bilanci, poi, ripeto, a volte il mercato canna alla grande.
Come per altro ho detto più volte l’analisi tecnica non è e non potrà mai essere l’unica arma a disposizione nel nostro arsenale , soprattutto nelle forme più classiche, a mio avviso oramai superate (ed infatti le mani forti ci sguazzano ormai a disegnare figure ”simili” o trendline spezzate).
Ed è pertanto naturale – come per altro scrivo spesso – che nel lungo periodo i valori di un titolo o di un indice tenderanno sempre a rispecchiare i suoi fondamentali.
Personalmente ritengo che l’arma più importante per poter sopravvivere costantemente sui mercati non siano in fondo nè l’analisi tecnica, nè l’ analisi fondamentale, ma il money management, con tutti i suoi annessi e connessi : punti di entrata , punti di uscita , stop loss e soprattutto disciplina mentale (oltre che tagliare le perdite).
Ad esempio, è innegabile che i listini già da parecchio tempo siano totalmente fuori controllo e soprattutto siano sopravvalutati ; ma chi avesse ragionato solo sotto questo punto di vista avrebbe completamente sbagliato strategia nell’ultimo anno.
A mio modo di vedere, però l’analisi fondamentale ha un pregio che l’analisi tecnica non potrà mai avere : dare un vero punto di riferimento strategico in grado di comprendere ciò che un grafico od una quotazione rifletterà poi in seguito.
Un grafico va saputo leggere ed interpretare,naturalmente.
E questo è il compito dell’analisi fondamentale.
Un compito puramente strategico.
L’analisi tecnica servirà a stabilire però i punti di ingresso, di uscita, ed ad aiutare a scegliere le diverse opzioni che il mercato in quel momento ci sta proponendo.
Un compito puramente tattico.
Ed infatti la analisi fondamentale da sola oggi non è più sufficiente a mio avviso per riuscire a sopravvivere nel lungo periodo, ma va sempre e comunque unita alla analisi tecnica (che per altro sta rapidamente cambiando).
Le ragioni stanno soprattutto nel fatto che rispetto solo a dieci anni fa i volumi sui mercati sono notevolmente aumentati, così come sono cambiati i big players, oltre che ad altri motivi tristemente noti (= spesso i dati fondamentali non riflettono la situazione reale).
Come ho già avuto modo di affermare, la analisi fondamentale serve a dare una visione strategica della situazione ed a fornire un piano efficace di pianificazione e di analisi di principi generali.
Ma le decisioni operative vanno sempre scelte in base alla analisi tecnica, che ci dirà come entrare (od uscire) dal mercato “tatticamente”.
Naturalmente, alla base di tutto deve esserci il money management : pianificazione di quello che tecnicamente potrebbe definirsi come il risk/reward ratio, cioè il grado di rischio che ci si può accollare quando si prende una determinata decisione in base ad entrambe le discipline scelte sopra.
In fondo, è come negli scacchi (o come nello sport in generale) : la strategia è fondamentale per la comprensione della costruzione del piano da seguire e da tutta una serie di considerazioni posizionali e strategiche, ma senza una analisi delle possibilità tattiche che hai a disposizione in quel momento non si va proprio da nessuna parte.
Esempio :
Dove saranno i mercati fra tre mesi .
Quien sabe ?
Al massimo riesco a pianificare mese per mese (da una scadenza tecnica all’altra, e già qui sono in difficoltà, a malapena riesco a “predire” dove saranno i mercati al massimo dopo 2 giorni), e ritengo sia realmente difficile – se non impossibile – dare dei target reali e soprattutto veritieri.
Troppe variabili, sempre e comunque.
Per altro, storicamente è provato che i mercati vanno sempre dove meno se lo aspettano la maggior parte degli operatori.
Ed a seconda di ciò che piano piano vedo disegnarsi davanti a me (e non quello che penso) scelgo fra le diverse strategie quelle il più possibile flessibili, in modo tale da poterle variare nel caso il mercato vada nella direzione opposta, oppure non si comporti esattamente come mi aspetto.
In questo lavoro se non sei modesta finisci fuori dal mercato senza nemmeno accorgertene.
Ho visto tante di quelle persone fumarsi patrimoni – e grandi – in poco tempo che non immagini.
E non è nemmeno vero che occorra avere molti fondi all’inizio, anzi, è proprio il contario, perchè la prima cosa che – lo ripeto ancora – si deve imparare è proteggere il proprio capitale.
Mi è difficile in verità dare consigli mirati all’inizio perchè prima occorre capire come funziona il mondo (ed ecco perchè consiglio di leggere “Markets Wizards”, perchè ti accorgerai come anche i veri fuoriclasse hanno iniziato prendendo scoppole, come per altro tutti, io non ne sono certo immune, anzi, ne prendo tutti i giorni o quasi).
E non finiscono mai.
Sui metodi, scoprirai che esistono diverse filosofie e diversi modi di operare, che dipendono dal tuo carattere, dal tuo approccio, e dal tuo stile.
E sono tutti validi, per altro.
Solo a questo punto puoi vedere quello che è il migliore per te.[…]