Pubblicato il 1 Aprile 2008 da Veronica Baker
Spettacolare pesce d’Aprile
Il più spettacolare pesce d’Aprile degli ultimi anni nell’ambiente scacchistico meneghino e nazionale :
l’incredibile rientro di Veronica datato 1.4.2006.
Penso che un giorno così non ritorni mai più.
Nei successivi due anni ne ho viste e sentite di tutti i colori nei miei confronti, ma non importa.
E’ l’inizio di una lunga avventura il cui punto più alto deve ancora arrivare e che è sicuramente molto più in alto.
L’importante è continuare a giocare in modo rilassato, cercando nel limite del possibile di mostrare creatività e divertimento, e non solo una ricerca spasmodica a tutti i costi del risultato utilizzando le pieghe nascoste del regolamento (il che non significa che io non giochi sempre e comunque alla ricerca del punto intero).
A riguardo, la mia concezione del gioco può essere riassunta da queste frasi che mi hanno aperto gli occhi su come dovevo affrontare nell’immediato futuro sia la parte agonistica sia la parte di training.
[…]Una nuova generazione di giocatori appare non tanto interessata alla bellezza del gioco in sè stessa,ma a tirare pugni sull’orologio,non comprendendo che in certe posizioni è meglio accontentarsi del pari piuttosto che vincere senza gloria per il tempo senza fare assolutamente nulla se non andare su e giù con i pezzi.
Il gioco (lampo, ma anche nel caso di cadenze lente con quick play finish) è via via degenerato in un qualche cosa cui non vale la pena più praticare[…]
[…] Sii sempre creativa, mantenendo nel contempo un occhio critico nei tuoi confronti[…]
[…] Ricorda che la creatività è possibile quasi sempre, non solo in apertura (particolarmente importante solo per i giocatori over 2700 che devono uscire da questa fase possibilmente con un certo vantaggio) ma anche e soprattutto in mediogioco, e perfino in finale, dove è spesso possibile avere delle brillanti idee
Senza inoltre mai dimenticare che, se non avessi bene in mente le motivazioni di carattere sociale che mi hanno sin dall’inizio spinto in questa avventura, forse non avrei mai ripreso a fare training agonistico serio, visti anche i bastoni fra le ruote di vario genere che in molte occasioni mi sono trovata davanti.