Siamo già tutti schedati

Pubblicato il 18 Agosto 2014 da Veronica Baker


Siamo già tutti schedati

Esiste una società che ha due porte, un po’ come (tutte) le banche svizzere.

La prima è quella ufficiale, e come dominio ha scelto “www.antiriciclaggio.ch”, ed è facilmente scambiabile per un sito specializzato in questioni commerciali e di sicurezza.
Invece, una volta dentro, il processo di scoperta (ed “illuminazione”) è graduale.
Si scoperchia innanzitutto il vero nome dell’azienda : SGR Consulting SA.

Sembrerebbe avere a che fare con un servizio rivolto a intermediari finanziari, per evitare di entrare in relazioni d’affari con nominativi coinvolti in gravi reati penali quali quelli di stampo mafioso, camorra, traffico di stupefacenti, truffe, rapine.

SGR Consulting SA è una società attiva  nel campo dell’Antiriciclaggio in Italia e in numerosi paesi europei. All’interno della nostra attività gestiamo l’unica banca dati, focalizzata sul territorio italiano, con oltre 430’000 nominativi coinvolti in reati di natura  patrimoniale a monte del riciclaggio: un utile strumento per implementare il processo di adeguata verifica della clientela”.

Invece la società controlla, attraverso una rete di “detective” infiltrati nel territorio italiano, tutte le notizie attinenti a condotte penalmente rilevanti, ovunque esse vengano pubblicate: in atti pubblici, in fonti di autorità giudiziarie, nelle sentenze, in riviste, giornali nazionali e finanche quelli locali meno diffusi.

Siamo già tutti schedatiIn poche parole seguono passo per passo, l’iter della vita delle persone: tanto degli italiani, quanto degli extracomunitari residenti in Italia.

Poi tutto passa al setaccio della sede di Lugano, dove vengono formati gli archivi telematici per nome e per categorie di soggetti : privati, aziende, politici.

Sia che una persona sia stata giudicata, condannata, assolta o semplicemente indagata rimane “schedata” a vita…da non crederci.

Che fine fanno i diritti dell’uomo ?

Penso all’offesa al diritto all’oblio (quel diritto, cioè, a essere dimenticati dopo aver scontato la dovuta condanna), al diritto alla “non menzione” per i reati minori, il diritto alla privacy.

Ci sarebbe (forse) da scomodare anche la violazione del diritto d’autore, visto che vengono resi pubblici e distribuiti ritagli di giornali la cui diffusione, riproduzione e distribuzione è coperta dal copyright.

E chissà perché, in questi casi, gli editori non si ribellano, mentre se la prendono sempre e comunque con i free-lancers indipendenti.

Immaginavo che questa “due diligence” avesse costi accessibili solo a servizi segreti israeliani o all’F.B.I.
Nulla di più sbagliato.

Il prezzo è così accessibile che pure io potrei acquistare un pacchetto “flat”, senza limiti di quantità.
In poche parole, almeno potenzialmente siamo (già) tutti schedati.


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