Riflessioni (3)

Pubblicato il 9 Maggio 2012 da Veronica Baker


Riflessioni

Con gli anni (e soprattutto con la mia esperienza personale) sono arrivata alla seguente conclusione : chi ritiene fondamentale un cambiamento radicale della società non fa altro che spostare sul piano collettivo le problematiche che non è riuscito a risolvere a livello personale.

Il caso classico è quello di Tizio (Caio, o Sempronio) che non è riuscito ad ottenere in termini di benessere economico/considerazione sociale (o qualsiasi altra motivazione) quello che ritiene sarebbe suo diritto ; allora immagina una nuova società più giusta, più equa e soprattutto più solidale, nella quale pensa che le sue legittime aspirazioni verrebbero finalmente soddisfatte.

Il “vantaggio” di spostare le proprie rivendicazioni dal piano individuale a quello politico-sociale è di tipo esclusivamente psicologico : così facendo si trasforma il dolore interiore proveniente dalla sensazione di fallimento personale in un senso di gratificazione derivante dal sentirsi moralmente migliori di coloro che – nella maggior parte dei casi solo apparentemente – sono concentrati solo nella cura del proprio particolare.

Sul piano pratico invece al fine del cambiamento concreto della propria situazione (e per migliorare il mondo intorno a noi) sarebbe più utile raddoppiare gli sforzi nella cura del proprio orticello personale anziche aspirare a cambiare il mondo.

Infatti (e non purtroppo) i modelli di società dove questo sistema di società è diffuso sono quelli dove la disparità fra classi sociali è inferiore, l’etica sociale è superiore, e l’integrazione fra le diverse etnie è migliore.

Ecco perchè Germania, Svizzera, Olanda e Norvegia (rimanendo in ambito esclusivamente europeo) sono (e saranno sempre) anni luce avanti a noi.

Riflessioni


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