Reti di nanocomunicazione wireless interagenti con il corpo umano : i “vaccinati” possono già essere controllati dall’esterno !

Pubblicato il 21 Settembre 2021 da Veronica Baker

La mente intuitiva è un regalo sacro e la mente razionale è un servitore fedele.
Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il regalo.

Albert Einstein


Reti di nanocomunicazione wireless interagenti con il corpo umano

Dopo la analisi dei seguenti tre importantissimi studi,

Identificazione di pattern nel sangue di persone vaccinate : punti quantici di grafene (GQD)
Identificazione di pattern nel sangue di persone vaccinate : grafene cristallizzato !
Microrobot magnetici a nastro di idrogel ed identificazione dei modelli nel sangue delle persone “vaccinate”

occorreva porsi la seguente, importante domanda :

Qual è il fine ultimo di tutti questo elementi ?
Perché è stato necessario un così importante impiego di mezzi nei “vaccini”, come dimostrato dai risultati delle analisi del sangue ?

Sebbene i post precedenti già potessero dare un indizio su quale sarebbe potuto essere l’obiettivo finale, ulteriori recenti scoperte hanno portato a una spiegazione chiara e forte dell’obiettivo, del metodo e dei relativi protagonisti, necessari, nella trama del cosiddetto “virus farsa”.


Sommario

Sono state trovate prove scientifiche che collegano in modo affidabile i punti quantici di grafene “GQD“, osservati nei campioni di sangue di persone vaccinate, con i “modelli di propagazione per i nanofili di nanocomunicazione“.

L’abbondante presenza di GQD (punti quantici di grafene) tra gli altri possibili derivati ​​del grafene è essenziale per “l’interconnessione di centinaia o migliaia di nanosensori e nanoattuatori, situati all’interno del corpo umano” (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010).

In effetti, si è scoperto che gli stessi GQD possono agire come semplici nanosensori in queste reti.
Tra le possibili reti di nanocomunicazione è stato proposto il ​​metodo di comunicazione molecolare (Arifler, D. 2011 | Akyildiz, IF; Brunetti, F.; Blázquez, C. 2008) ed il metodo di comunicazione nanoelettromagnetico, che ha finito per imporsi come il più vantaggioso per “
trasmettere e ricevere radiazioni elettromagnetiche nella banda Terahertz, utilizzando ricetrasmettitori realizzati con nuovi nanomateriali come il grafene“(Jornet, JM; Akyildiz, IF 2013), in particolare con i punti quantici di grafene GQD e nanonastri di grafene.

La nano-rete di comunicazione è presente in tutto il corpo, e, soprattutto nel cervello, consente il monitoraggio in tempo reale dei neurotrasmettitori responsabili per la trasmissione di informazioni nel sistema nervoso, che, quindi, sono responsabili di stimoli, desiderio, piacere, apprendimento, condizionamento, dipendenza, dolore, sentimenti, inibizione.

Questo studio spiega la procedura metodologica delle reti necessaria per raggiungere questo scopo, secondo la letteratura scientifica fino ad ora conosciuta.

D’altra parte, si discute anche quale potrebbe essere il metodo/protocollo per la comunicazione con le nano-reti e la nano-elettronica basate sul grafene.
Questo è il modello di comunicazione TS-OOK, che sarà anche analizzato in modo preliminare.

Reti di nanosensori wireless

Una delle domande fondamentali derivanti dalla scoperta dei punti quantici di grafene GQD nei campioni di sangue di persone inoculate è : perché è necessario così tanto nanomateriale di grafene ?

Se ricordate i campioni di sangue del post precedente, questi punti quantici erano presenti in quasi tutte le immagini, in proporzione elevata.

Non va dimenticato che la degradazione dei nanosheet di grafene può comportare la creazione e la diffusione di questi punti quantici di grafene (Bai, H.; Jiang, W.; Kotchey, GP; Saidi, WA; Bythell, BJ; Jarvis, JM; Stella, A. 2014).

Quindi, se sono presenti in tutto il corpo, qual è la loro funzione ?
La soluzione a questa domanda si trova nell’indagine di 
(Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010) avente come oggetto “modelli di propagazione per le reti di nanocomunicazione“.

Nello specifico, i punti quantici servono a propagare le comunicazioni wireless in tutto il corpo umano, al fine di monitorare e modulare il sistema nervoso centrale. 

Gli autori dello studio affermano che “ridurre l’antenna di un dispositivo wireless classico a poche centinaia di nanometri richiederebbe l’uso di frequenze operative estremamente elevate, compromettendo la fattibilità della comunicazione wireless elettromagnetica tra nanodispositivi. Tuttavia, l’uso del grafene per fabbricare nanoantenne può superare questa limitazione“.

Con questa affermazione si confermava già nel 2010 che il grafene fosse il materiale adatto per propagare i segnali per la comunicazione wireless all’interno del corpo umano, essendo necessarie frequenze basse e non così dannose od invasive.
Una affermazione molto importante, perchè dimostra che i ricercatori conoscevano sin da allora i danni che le alte frequenze possono causare.

Pertanto, maggiore è la frequenza, maggiore è il danno (Angeluts, AA; Gapeyev, AB; Esaulkov, MN; Kosareva, OGGE; Matyunin, SN; Nazarov, MM; Shkurinov, AP 2014).

Conoscendo tutte queste informazioni si capisce il perchè della presenza di nanoantenne di grafene frattale nei campioni di sangue, responsabili della ricezione e della trasmissione di segnali/comunicazioni con la rete di punti quantici di grafene (GQD) diffusa in tutto il flusso sanguigno e negli organi del corpo umano.

Ciò è giustificato nel paragrafo seguente, citando testualmente lo studio di (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010) : “I recenti progressi nell’elettronica molecolare e del carbonio (basata sul grafene) hanno aperto la porta ad una nuova generazione di nanocomponenti elettronici come nanobatterie, nanomemorie, circuiti logici su scala nanometrica e persino nano-antenne ”.

Infatti, gli autori definiscono queste reti come “l’interconnessione di centinaia o migliaia di nanosensori e nanoattuatori collocati in luoghi tanto diversi quanto all’interno del corpo umano“.

Ciò rende chiaro al di là di ogni dubbio l’obiettivo dell’inoculazione del grafene nei cosiddetti “vaccini”.

Tuttavia, al momento della pubblicazione dello studio, esistevano due approcci per ottenere la comunicazione tra i nanodispositivi, “vale a dire la comunicazione molecolare, ovvero la trasmissione di informazioni codificate nelle molecole, e la comunicazione nanoelettromagnetica, che è definita come la trasmissione e la ricezione di radiazioni elettromagnetiche da componenti su nanoscala basati su nuovi nanomateriali”.

Ovviamente, gli autori hanno concluso che la comunicazione elettromagnetica attraverso punti quantici di grafene GQD aveva più vantaggi della comunicazione molecolare, poiché non dipendevano tanto dal mezzo fluido, dal flusso o dalla turbolenza.

Con questa premessa i ricercatori (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010) hanno iniziato il loro studio per caratterizzare le proprietà di nanocomunicazione del grafene, scoprendo che “la velocità di propagazione delle onde nei nanotubi di carbonio (CNT) e nei nanonastri di grafene (GNR) può essere fino a cento volte più lenta della velocità della luce nel vuoto, a seconda della geometria della struttura, della temperatura e dell’energia di Fermi… Di conseguenza, la frequenza di risonanza delle nano-antenne a base di grafene può arrivare fino a due ordini di magnitudine inferiore alle nano-antenne costruite con materiali privi di carbonio…antenne nano-patch basate su GNR come antenne nano-dipolo basate su CNT lunghe circa 1 µm risuonano nella banda Terahertz (0.1 – 10.0 THz)…quindi, c’è bisogno di caratterizzare il canale Terahertz alla nanoscala…pensando alla comunicazione su nanoscala, è necessario capire e modellare il canale Terahertz in un raggio molto corto, cioè per distanze molto inferiori a 1 metro“.

In questi paragrafi si rileva che la nanocomunicazione con il grafene avviene a distanze molto brevi, quasi sempre inferiori a 1 metro, il che significa che il segnale può propagarsi tra i punti quantici di grafene GQD, a distanze adatte alla scala umana, e anche tramite telefono cellulare (se è nelle vicinanze o viene portato in tasca), che ipoteticamente potrebbe fungere da nodo di rete o ripetitore (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020).


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig. 1 : Rappresentazione dei punti quantici di grafene (punti verdi fluorescenti) all’interno dell’arteria simulata, in cui è stato effettuato l’esperimento di comunicazione digitale attraverso i fluidi biologici di (Fichera, L.; Li-Destri, G.; Tuccitto, N. 2021). In questo metodo di nanocomunicazione, la propagazione del segnale avviene mediante il metodo di comunicazione molecolare e non elettromagnetico. Ciò dimostra l’ampia gamma di applicazioni del grafene, ed in particolare dei punti quantici di grafene GQD, all’interno del corpo umano, al fine di monitorarli e controllarli.

Reti di nanocomunicazione wireless
Fig 2. : Schema di architettura di rete per l’Internet delle Cose per applicazioni biomediche. (Lee, SJ; Jung, C.; Choi, K.; Kim, S. 2015)

I ricercatori (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010) hanno invece scoperto che la nanocomunicazione non è operativa in nessuna frequenza del canale Terahertz, a causa della dispersione e perdita di traiettoria delle onde elettromagnetiche nel suo diffuso attraverso il corpo.

Questo è indicato come segue : “La perdita totale del percorso per un’onda in movimento nella banda Terahertz è definita come la somma della perdita per dispersione e della perdita per assorbimento molecolare.

La perdita di propagazione spiega l’attenuazione dovuta all’espansione dell’onda mentre si propaga attraverso il mezzo e dipende solo dalla frequenza del segnale e dalla distanza di trasmissione.

La perdita di assorbimento spiega l’attenuazione subita da un’onda in propagazione per assorbimento molecolare, cioè il processo mediante il quale parte dell’energia dell’onda viene convertita in energia cinetica interna per alcune delle molecole che si trovano al suo interno.

Questo dipende dalla concentrazione e dal particolare mix di molecole incontrate lungo il percorso.

Diversi tipi di molecole hanno diverse frequenze di risonanza ed, inoltre, l’assorbimento ad ogni risonanza non è limitato ad una singola frequenza centrale, ma è distribuito su una gamma di frequenze.
Di conseguenza, il canale Terahertz è molto selettivo in frequenza
“. 

In questo modo si evidenzia che le molecole del tessuto cellulare e dei fluidi del corpo ostacolano la trasmissione e riducono la distanza di propagazione delle onde emesse dall’esterno in modalità wireless.

Infatti, gli stessi autori affermano che a causa della perdita di propagazione, la perdita totale del percorso aumenta con la distanza e la frequenza indipendentemente dalla composizione molecolare del canale, in modo simile ai modelli di comunicazione convenzionali nelle gamme di frequenza dei megahertz o dei bassi gigahertz.

Tuttavia, la presenza di varie molecole lungo il percorso, ed in particolare di vapore acqueo, definisce vari picchi di attenuazione per distanze superiori a qualche decina di millimetri.
La potenza e l’ampiezza di questi picchi sono legate al numero di molecole assorbenti.

Assumendo che la sua concentrazione sia omogenea nello spazio, questo numero aumenta proporzionalmente con la distanza, ma si può pensare anche a concentrazioni non uniformi o addirittura a scoppi improvvisi di molecole che attraversano il reticolo“.

Ciò significa che sebbene i segnali emessi siano conteggiati nella banda Terahertz, sono mitigati fino al livello dei megahertz o di pochi gigahertz, che coincidono con le frequenze utilizzate nella telefonia mobile 2G, 3G, 4G e 5G.

Un altro dettaglio importante è il fatto che la distanza di propagazione è ridotta/attenuata, il che significa che, per mantenere la qualità del segnale e la sua propagazione nel corpo, è necessario che il grafene sia presente nel sangue e nei tessuti, in quantità sufficiente per creare distanze di collegamento adeguate.

In altre parole, è dimostrato che le reti di nanocomunicazione wireless basate sull’elettromagnetismo richiedono punti quantici di grafene GQD per fungere da nodi di collegamento, al fine di trasmettere dati, informazioni o modulazione.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig.3 : Schema del “polo” esagonale di grafene progettato nel 2015, per fungere da sensore e metamateriale definito dal software SDM, mostrato anche in figura X, corrispondente all’architettura non gerarchica nella sezione della topologia di rete. (Lee, SJ; Jung, C.; Choi, K.; Kim, S. 2015). Si noti che questo tipo di nanocomponente ha la forma di punti quantici di grafene GQD sovrapposti, che fungono da sensore, router e antenna, essendo possibile programmarli e configurarli, come verrà spiegato in seguito.

Il rumore e l’assorbimento molecolare determinano la capacità della rete di nanocomunicazione, cioè la sua “banda utilizzabile del canale Terahertz“, fatto confermato anche da (Chopra, N.; Phipott, M.; Alomany, A.; Abbasi, QH ; Qaraqe, K.; Shubair, RM 2016).

Pertanto, i ricercatori hanno definito i loro modelli matematici per calcolare il canale appropriato e la distanza di trasmissione ideale, a seconda dell’ambiente di applicazione, che si rivolgeva chiaramente al corpo umano e soprattutto alla capacità di neuromodulazione (Pierobon, M.; Akyildiz, IF 2011).

Secondo questi modelli, gli autori (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010) hanno concluso che “all’interno di una nanorete, è improbabile che si raggiungano distanze di trasmissione in singolo hop superiori a poche decine di millimetri… All’interno di questo intervallo, la larghezza di banda disponibile è quasi l’intera banda, da poche centinaia di gigahertz a quasi dieci Terahertz.

Di conseguenza, la capacità del canale prevista delle reti di nanosensori wireless nella banda Terahertz è molto promettente, dell’ordine di pochi terabit al secondo“.

Sembra chiaro che la capacità di trasferimento di dati e informazioni sia piuttosto notevole, supponiamo che la rete sia in grado di comunicare efficacemente 1.5 Terabit al secondo.

Ciò equivarrebbe a 187 Gigabyte al secondo.
Ciò, insieme ai biosensori, convertirebbe le persone in una fonte di informazioni od in un prodotto, suscettibile di essere sfruttato, registrato e monitorato. 

Nanoantene plasmoniche a base di grafene per nanoarray 

Il lavoro di (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2013) continua il progresso nello sviluppo di nanofili di comunicazione wireless, concentrandosi sulle nanoantenne plasmoniche, sotto forma di nanopatch di grafene, come mostrato in figura 2.

Secondo questi studiosi “le nano-antenne plasmoniche basate sul grafene possono operare a frequenze molto più basse delle loro controparti metalliche, per esempio, la banda Terahertz per una lunghezza di un micrometro.

Questo risultato ha il potenziale per abilitare la comunicazione EM (elettromagnetica) nelle nano-reti.
Sfruttando il fattore di compressione ad alta modalità delle onde SPP (Surface Plasmon Polariton) nelle GNR (Graphene Nanonetworks), le nano-antenne plasmoniche basate sul grafene possono operare a frequenze molto più basse delle loro controparti metalliche, ad esempio per la banda Terahertz per un micrometro largo dieci nanometri”.

Questa dichiarazione conferma l’importanza delle nanoantenne di grafene su scala nanometrica nel permettere la ricezione delle onde elettromagnetiche e quindi la comunicazione senza fili.

Inoltre, tale studio cita le “nano-antenne plasmoniche“, che sono quelle in grado di funzionare con alte frequenze di Terahertz, grazie alle loro proprietà ottiche, con le quali possono “accoppiarsi alle radiazioni elettromagnetiche con una lunghezza d’onda specifica“.

Questo concetto era già stato notato nella studio sui frattali di grafene cristallizzato, trovati tra i modelli nei campioni di sangue delle persone “vaccinate”. 

Nello specifico, riferendosi allo studio di (Fang, J .; Wang, D .; DeVault, CT; Chung, TF; Chen, YP; Boltasseva, A .; Kildishev, AV 2017) sui fotorivelatori di grafene migliorati con superficie frattale, in grado di operare e sviluppandosi dendriticamente a una temperatura simile a quella del sangue, formando strutture simili a un fiocco di neve.

In altre parole, le nanoantenne plasmoniche a base di grafene, che inizialmente hanno la forma di chiazze di grafene, assimilabili ai punti quantici del grafene GQD, si sono evolute in morfologie dendritiche del grafene, che aumentano le capacità di emissione e ricezione del segnale e che per natura si formano nel mezzo del sanguigno, come si può osservare.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig. 4 : Le nanotoppe di grafene possono avere dimensioni e spessore variabili, il che significa che i punti quantici di grafene GQD, i nanofogli di grafene e qualsiasi altra forma che utilizza il grafene possono svolgere le funzioni di una nano-antenna. (Jornet, JM; Akyildiz, SE 2013)

Riguardando ancora il lavoro di (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2013),  quest’ultimo spiega anche il modello di risonanza e accoppiamento delle nanoantenne, nei seguenti termini : “la nanoantenna è modellata come una cavità plasmonica risonante e la sua risposta in frequenza è determinata.

I risultati mostrano che , sfruttando il fattore di compressione ad alto modo delle onde SPP (Surface Plasmon Polaritons) nei GNR (Graphene Nanobelts), le nano-antenne plasmoniche a base di grafene possono operare a frequenze molto più basse rispetto alle loro controparti metalliche, ad esempio la banda Terahertz per un lunghezza dieci nanometri di larghezza… Ad esempio, un’antenna a dipolo lunga un micrometro risuonerebbe a circa 150 THz. 

La larghezza di banda di trasmissione disponibile aumenta con la frequenza di risonanza dell’antenna, ma anche la perdita di propagazione…A causa della potenza molto limitata attesa dai nanodispositivi “.

In questa spiegazione, è rilevante conoscere il concetto di SPP o (Surface Polariton Plasmon), che sono le onde elettromagnetiche che si propagano attraverso la nano-antenna di grafene, le quali anche inferiscono nelle oscillazioni dei suoi elettroni e quindi nella sua carica e campo elettromagnetico,  con conseguente ricezione o trasmissione del segnale.

Grazie alla scala della nanoantenna, la capacità di larghezza di banda è ottimale per il trasferimento dei dati.

Nanocomunicazione alveolare e penetrazione cutanea

Sebbene il grafene sia il nanomateriale chiave per le reti di nanocomunicazione, altri studi affrontano la propagazione delle reti wireless attraverso l’aria contenuta negli alveoli polmonari, come spiegato nel lavoro di (Akkaş, MA 2019).

La sua introduzione è molto esplicita nel collocare già nel 1960 (Feynman, RP 1959), l’idea di sviluppare la nanotecnologia per misurare e registrare eventi e cambiamenti nel corpo umano.

Uno degli obiettivi di quest’area della scienza è la creazione di nanosensori che possano operare in modo coordinato su scala nanometrica, al fine di trasmettere informazioni e dati sullo stato di salute delle persone, o sviluppare complesse applicazioni biomediche.

A tal fine, è necessario implementare una rete di nanocomunicazione per nanosensori, noto anche con l’acronimo WNSN (Wireless Nanosensors Networks).

Nelle parole dei ricercatori, una tale rete ha bisogno di antenne su scala nanometrica, operanti con antenne compatibili con le bande nella gamma THz, in grado di propagare efficacemente il segnale, senza perdite.

In questo modo i nanosensori vengono interconnessi nella rete wireless per la loro azione coordinata, trasmettendo i dati ad un nodo gateway, che può essere un telefono cellulare od una qualsiasi antenna telefonica, che invierebbe automaticamente le informazioni all’ospedale tramite Internet, vedi figura 5.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig.5 : Internet delle cose tramite WNSN per applicazioni intra-corporee (Akkaş, MA 2019). Si noti che il ricercatore rappresenta i nanosensori distribuiti in tutto il corpo. Curiosamente, questo coincide con la distribuzione dei punti quantici di grafene GQD secondo quanto già osservato negli esami del sangue delle persone “vaccinate”, il che si traduce in una rappresentazione abbastanza realistica di ciò che si intende.

In questo contesto (Akkaş, MA 2019) propone un metodo meno invasivo rispetto ai punti quantici di grafene GQD (almeno a priori), per sviluppare la rete wireless di nanosensori, cioè utilizzando i gas e i fluidi presenti nei polmoni e quindi l’estensione del sistema circolatorio (CO2, O2, H2O) per la propagazione dei segnali.

Sebbene non sia un’idea nuova, fornisce informazioni rilevanti sulla caratterizzazione del modello di canale THz wireless necessario per ottenere la propagazione delle onde elettromagnetiche EM nei polmoni, negli spazi alveolari, nei capillari e nel sangue.

Nello specifico, si distinguono tre finestre di frequenza: “ω1 = [0,01 THz – 0,5 THz], ω2 = [0,58 THz – 0,74 THz] e ω3 = [0,77 THz – 0,96 THz]”.

Anche se si riconosce che la ricerca è nelle sue fasi iniziali, vengono proposti studi per analizzare e confermare i dati ottenuti da modelli matematici con tessuti umani, al fine di quantificare l’effetto del rumore e della termodinamica sul corpo umano.

Questo conferma la procedura metodologica seguita per il grafene negli studi di propagazione della rete già descritta da (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010  | Jornet, JM; Akyildiz, IF 2013) e conferma l’interesse della Scienza a perfezionarlo.

Un’altra sfida fondamentale per le reti di nanocomunicazione wireless sono le barriere di accesso al corpo umano, cioè la pelle.

Questo è dovuto alle caratteristiche del derma, che è composto da diversi strati che offuscano il segnale, facendogli perdere il percorso del canale nella comunicazione nanoelettromagnetica.

Con questo approccio, il lavoro di (Chopra, N.; Phipott, M.; Alomainy, A.; Abbasi, QH; Qaraqe, K.; Shubair, RM 2016) studia quale sia la giusta banda THz per penetrare la pelle senza perdere il segnale, fino a raggiungere la nano-interfaccia gateway all’interno del corpo (nanodispositivo / nanoantenna di grafene, spiegato più avanti.

Si riconosce che i protocolli e i modelli di nanocomunicazione sono chiari, affermando che utilizzando il paradigma EM ; la capacità di trasmissione può arrivare fino a Tera-bit al secondo (Tb/s) a livello millimetrico.

Il protocollo IEEE 1906.1 è dedicato al mantenimento ed alla definizione di standard di comunicazione su scala nanometrica, dove la comunicazione molecolare ed elettromagnetica sono le due modalità di comunicazione“.

Tuttavia, le proprietà di comunicazione dall’esterno del corpo all’interno pongono problemi per la distorsione che produce nei segnali, che costringe a determinare la banda e la frequenza appropriate, riferendosi che “i dati esistenti sulla pelle umana sono limitati a magnitudini GHz, mentre sono stati pubblicati solo alcuni relativi all’ordine dei THz.

Per arricchire il database con i parametri dei tessuti biologici nella banda THz, l’accento è posto sulla spettroscopia e sulla modellazione dei tessuti biologici.

La spettroscopia nel dominio del tempo (TDS) THz ha un intervallo tipico di 0,1 ─ 4 THz, che offre l’opportunità per un’analisi spettrale più ampia”.

In conclusione, gli autori sono in grado di modellare la banda e lo schema di propagazione appropriati per ridurre al minimo il rumore e scoprire la causa dei problemi di penetrazione della comunicazione, sottolineando che “l’assorbimento dell’acqua (idratazione della pelle), la distanza di propagazione e la gamma di frequenze influiscono sulla perdita di traiettoria che finisce per offuscare il segnale e con esso il messaggio…Pertanto, per passare attraverso la pelle umana, ha bisogno di collegare il comunicazione tra le antenne e i nanodispositivi presenti nel corpo umano”.

Questi dettagli si adattano perfettamente alla descrizione del protocollo per le reti di nanocomunicazione, che verrà spiegata più avanti.

Protocolli di routing per reti di nanosensori wireless in IoNT

La propagazione di reti di nanocomunicazione wireless, nano-antenne e nanosensori porta inevitabilmente a protocolli di routing per reti di nanosensori wireless nell’IoNT (la cosiddetta Internet of Nano Things).

Ogni rete di comunicazione, anche su scala nanometrica, necessita di protocolli che permettano di sfruttarne la capacità, trasmettere e ricevere dati in maniera standardizzata.

In tal senso vi è il riferimento di (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020) che fornisce una completa rassegna dei protocolli, delle loro caratteristiche e delle applicazioni alle nanocomunicazioni, in particolare quelle relative al sistema sanitario, vedi figura 6.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig. 6 : Architettura IoNT nel sistema sanitario (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020). Si noti che viene ripetuto lo stesso schema di quello mostrato nella figura X-1. Nel corpo umano si osservano nanosensori e nano-antenne che fungono da ripetizione dei segnali trasmessi dall’esterno, attraverso un gateway o nodo di comunicazione, cioè il telefono cellulare o un’antenna telefonica. I dati ricevuti dal corpo umano vengono trasmessi su Internet a un fornitore o server di dati medici.

Nelle parole degli autori, l’IoNT nel dominio biomedico, consente ad esempio “il monitoraggio delle cure mediche, la somministrazione intelligente di farmaci, la nanobionica, l’ingegneria dei tessuti rigenerativi, gli interventi chirurgici intracellulari o su scala nanometrica, il rilevamento e la gestione della diffusione epidemica, l’impianto di bioibridi e riparazione delle cellule del corpo, strumenti di imaging non invasivo, cellule staminali morphing, supporto del sistema immunitario, ingegneria genetica, nanodiagnosi, ecc .”.

Curiosa l’allusione alla “gestione della diffusione delle epidemie“e l’omissione della neuromodulazione come una delle principali applicazioni biomediche, come dimostrato nei seguenti lavori (Wirdatmadja, S .; Johari, P .; Balasubramaniam, S .; Bae, Y .; Stachowiak, MK; Jornet, JM 2018 | Cacciapuoti, AS; Piras, A .; Caleffi, M. 2016 | Malak, D .; Akan, OB 2014 | Suzuki, J .; Boonma, P .; Phan, DH 2014 | Ramezani, H .; Khan, T .; Akan, OB 2018) che sarà oggetto di un successivo articolo.

Nella loro introduzione (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020), si menzionano anche applicazioni rilevanti nel settore agricolo e nel monitoraggio ambientale, che coincide anche con il introduzione del grafene nei fertilizzanti e nei biocidi (già spiegato in diversi post nel seguente sito , anche in un catalogo dei brevetti specializzati), vedere la figura 7.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig.7 : Architettura IoNT per il monitoraggio di piante e colture. (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020). Si noti che le piante sono costituite anche da nano-antenne e sensori. La coincidenza nella presenza di grafene nel sangue dei “vaccinati” e nei brevetti di fertilizzanti e biocidi per uso agricolo è molto rivelatrice. Nel caso delle piante, il grafene viene assorbito dalle radici delle piante o attraverso le foglie, date le proprietà transdermiche del grafene, che finisce per facilitarne il controllo e il monitoraggio.

In effetti, il grande parallelismo tra le reti nel corpo umano e nelle piante non è casuale.

Nelle parole di (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020) l’IoNT in ambito biomedico e agricolo è costituito dagli stessi elementi, ovvero “nanodi, nanorouter, nano-interfaccia e gateway Internet “. Dato l’interesse che riveste la loro definizione, sono presentati nel seguente elenco: 

Nanonodi. Sono definiti come “piccoli e semplici nanodispositivi che possono fungere da nanosensori od attuatori, dedicati alla rilevazione, misurazione, elaborazione e memorizzazione del segnale, con capacità limitate.
La loro posizione può essere fissa (ad esempio, attaccata, o dinamica, con capacità di mirare target specifici
“.

I nanonodi potrebbero essere equiparati ai punti quantici di grafene GQD, che si diffondono attraverso il corpo umano, il sistema nervoso e circolatorio attraverso il sangue, tramite inoculazione, inalazione o contatto transdermico (Amjadi, M.; Sheykhansari, S.; Nelson, BJ ; Sitti, M. 2018).  

Nanorouter. Secondo la definizione fornita, sono “nanocontrollori con una dimensione maggiore dei nanodi, la cui funzione è quella di raccogliere ed elaborare i dati ottenuti tramite i nanodi, occupandosi di inviare, ricevere e propagare le informazioni alla nano interfaccia del gateway. Sono capaci anche di controllare e coordinare il comportamento dei nanodi”.

I nanorouter o nanocontrollori potrebbero essere assimilati ai nuotatori di grafene od ai nanonastri di grafene già rilevati nei pattern dei campioni di sangue osservati, a causa della loro dimensione maggiore rispetto ai punti quantici di grafene GQD, che fungono da nanonodi.

Interfaccia Nano (Gateway-Gateway). È definita come “un dispositivo ibrido incaricato di catturare i segnali emessi dall’esterno e trasmetterli all’interno.
Utilizza la comunicazione di TB (Terahertz Band) per comunicare con il lato nano (all’interno del corpo umano o della pianta) ed il paradigma classico della comunicazione con il mondo esterno”.

Pertanto, la sua funzione è quella di catturare i segnali dall’esterno per modulare il funzionamento dei nanorouter e dei nanodi all’interno del corpo umano.
Man mano che i nanonodi ottengono dati o informazioni, questi si propagano a monte fino al nanorouter ed infine alla nanointerfaccia gateway che li trasmette all’esterno.
Questo componente è essenziale per la comunicazione bidirezionale.

L’interfaccia nano gateway può essere assimilata alle nano-antenne di grafene frattale insieme ai nanonastri di grafene, per le loro caratteristiche speciali per la ricezione e l’emissione di segnali nelle bande di Terahertz, anche se qualsiasi altro componente potrebbe farlo, per la sua composizione di grafene su scala nanometrica, siano essi punti quantici di grafene o nanonastri, come verrà spiegato in seguito con le possibili topologie di rete. 

Gateway Internet (Gateway). Infine, affinché i dati massicci (big-data) vengano raccolti in database di server remoti, è necessario un gateway Internet.

Nelle parole degli autori, è definito come “un dispositivo che controlla l’intero sistema da remoto attraverso Internet.
È responsabile della raccolta dei dati dalle nano-reti e della loro trasmissione ai dispositivi di monitoraggio attraverso Internet
“.

Questo elemento può essere un telefono cellulare o qualsiasi antenna per telefoni cellulari, in particolare il 5G, data la larghezza di banda necessaria per raccogliere l’ampiezza dei dati al secondo, che possono essere ottenuti da migliaia di persone inoculate con il composto. 

La topologia delle reti WNSN (Wireless Nanosensor Networks) in cui viene applicato l’IoNT, secondo quanto indicano gli autori (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020), può essere di due tipi :

a) Architettura non gerarchica
b) Architettura gerarchica. 

Nell’architettura non gerarchica esistononanodispositivi identici con le stesse caratteristiche e capacità, tutti comparabili o equivalenti, perché le loro proprietà elettromagnetiche possono essere riconfigurate dal software“.

Questo modello di topologia è altamente probabile, in base all’evidenza della presenza di grafene nei “vaccini” (Campra, P. 2021), alle immagini al microscopio fornite, alla caratterizzazione del grafene ed ai test dei pattern osservati nei campioni di sangue, in particolare i punti quantici di grafene GQD.

Infatti, la ricerca di (Abadal, S.; Liaskos, C.; Tsioliaridou, A.; Ioannidis, S.; Pitsillides, A.; Solé-Pareta, J.; Cabellos-Aparicio, A. 2017) dal titolo “Informatica e comunicazioni per il paradigma del metamateriale definito dal software : un’analisi del contesto” descrive che “il grafene è intrinsecamente sintonizzabile, quindi è possibile creare un SDM (metamateriale definito dal software) che consenta ai driver di modificare il bias elettrostatico applicato alle diverse aree del grafene foglio…mantenendo le loro caratteristiche fisiche (ottiche) e aggiungendo così una struttura logica“.

Questa affermazione è essenziale per capire che il grafene può essere programmato e controllato come se fosse un software, come mostrato in figura 8.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig 8 : Schema della struttura logica di un metamateriale definito dal software, essendo il grafene il metamateriale espressamente citato dagli autori (Abadal, S .; Liaskos, C .; Tsioliaridou, A .; Ioannidis, S .; Pitsillides, A .; Solé-Pareta , J.; Cabellos-Aparicio, A. 2017)

Come si vede in figura, questo modello potrebbe essere conformato “a scala micrometrica o nanometrica“, utilizzando più strati di grafene, che svolgerebbero le funzioni di sensore, attuatore, router e antenna di comunicazione.

Viene anche descritta una caratterizzazione fisica che coincide con le gamme di lunghezze d’onda elettromagnetiche EM citate, nello specifico 6GHz e la compatibilità con l’uso di antenne operanti nella banda Terahertz (0.1-10 THz).

In questo stesso lavoro, quello di (Abadal, S .; Liaskos, C .; Tsioliaridou, A .; Ioannidis, S .; Pitsillides, A .; Solé-Pareta, J .; Cabellos-Aparicio, A. 2017), viene indicato che uno dei metodi più semplici per la modulazione ed il controllo di questi metamateriali di grafene definiti dal software (SDM) è la codifica del tempo di ritardo on e off TS-OOK, che rappresenta la logica impulsi per la codifica binaria di 0 e 1.

Ad esempio, “uno 0 (1) logico è rappresentato rispettivamente dal silenzio (impulso breve) con un intervallo di trasmissione relativamente lungo. Ciò semplifica il ricevitore e riduce la probabilità di collisioni.

Inoltre, questo approccio può essere opportunamente combinato con la codifica a basso peso ee l’accesso multiplo a divisione di tasso per massimizzare l’efficienza“.

Pertanto, il “TS-OOK“è il metodo di attivazione appropriato con cui vengono abilitati i meccanismi richiesta-risposta/client-server in questo tipo di rete.

Analizzando invece l’articolo di (Abadal, S.; Liaskos, C.; Tsioliaridou, A.; Ioannidis, S.; Pitsillides, A.; Solé-Pareta, J.; Cabellos-Aparicio, A. 2017) è la risposta a uno dei fenomeni più strani che sono stati osservati nelle persone inoculate con il cosiddetto vaccino.

È il fenomeno dell’indirizzo MAC che si osserva durante la ricerca di dispositivi collegati tramite bluetooth.

Questo perché gli autori riconoscono implicitamente l’esistenza intrinseca del protocollo di controllo dell’accesso ai media, noto anche come MAC, espresso nelle seguenti parole : “L’energy harvesting (la raccolta di energia) è un altro pilastro del nanogrid, in quanto può consentire il concetto di reti perpetue.

Il suo impatto sulla progettazione dello stack del protocollo di nanorete è stato oggetto di intense ricerche negli ultimi anni, coprendo aspetti quali la politica di consumo energetico o il protocollo MAC (Media Access Control) e valutando le prestazioni potenziali della rete.

La comunità dei metamateriali potrebbe beneficiare di questi contributi, poiché un traguardo importante è rendere gli SDM riconfigurabili senza comprometterne l’autonomia”.

Ciò conferma senza dubbio che il fenomeno dell’indirizzo MAC localizzato tramite bluetooth è perfettamente fattibile, il che è pienamente corroborato dalla ricerca di (Mohrehkesh, S.; Weigle, MC; Das, SK 2015) con il suo modello DRIH-MAC che è un protocollo di controllo dell’accesso ai media “iniziato dal ricevitore per la comunicazione tra i nanodi in un nanoreticolo elettromagnetico wireless ” che si adatta perfettamente all’ambiente elettromagnetico del grafene e si basa su “sui seguenti principi : a) la comunicazione inizia attraverso il ricevitore con l’obiettivo di massimizzare il consumo di energia ; b) lo schema distribuito per accedere al supporto è disegnato in base alla colorazione del grafico (tecnica distribuita e predittiva) ; c) il lavoro di programmazione delle comunicazioni in coordinamento con il processo di raccolta di energia“.

Per maggiori informazioni, gli autori indicano nelle loro conclusioni che il protocollo DRIH-MAC è stato valutato rispetto al MAC “nel contesto di un’applicazione di monitoraggio medico.

I risultati della simulazione hanno mostrato che DRIH-MAC utilizza meglio l’energia…In futuro, studieremo l’uso di DRIH-MAC in altre applicazioni come Internet of Nano-Things o una rete di nano-robot.

Sia il modello di traffico che i requisiti dell’applicazione sono diversi in queste applicazioni con nanoreti.
Una possibile soluzione potrebbe essere un design ibrido di topologie centralizzate e distribuite per soddisfare le esigenze di tali reti
“.

Questi risultati confermano pienamente l’applicazione del MAC, il suo utilizzo nei nanomateriali di grafene definiti dal software (SDM) e l’esistenza del pacchetto e protocollo dati come mostrato nelle Figure 9 e 10.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig 9 : Schema dello scambio di pacchetti dati, header RTR (pronti a ricevere) e loro consumo energetico ottimizzato. (Mohrehkesh, S.; Weigle, MC; Das, SK 2015)

Reti di nanocomunicazione wireless
Fig. 10 : Pacchetto di intestazione RTR che precede il pacchetto di dati. (Mohrehkesh, S.; Weigle, MC; Das, SK 2015)

Tra le conclusioni quantitative, il metodo DRIH-MAC presenta un miglioramento del consumo energetico del 50% rispetto al tipico protocollo MAC, essenziale nelle nanogrid, per i suoi limiti legati alla scala e all’ambiente applicativo.

Altre evidenze sul MAC in tal senso si possono trovare nel lavoro di (Ghafoor, S.; Boujnah, N.; Rehmani, MH; Davy, A. 2020) sui “protocolli per la nanocomunicazione in Terahertz“, nel lavoro di (Mohrehkesh, S.; Weigle, MC 2014) sulla “ottimizzazione del consumo energetico nei nanofili in banda Terahertz  e l’articolo di (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2012) sulla “analisi della comunicazione e raccolta di energia congiunta per reti di nanosensori wireless perpetue nella banda Terahertz“, quest’ultimo particolarmente rilevante perché coincide in tutti i casi con la già citata banda Terahertz di (0.1-10 THz) e per l’innalzamento del target energetico virtualmente infinito per i componenti del “rete wireless nanosensori (WNSN) nel contesto biomedico di somministrazione dei farmaci intracorporea oppure reti di sorveglianza per la prevenzione di attacchi chimici“.

Tornando all’architettura non gerarchica, è indispensabile citare le opere di (Liaskos, C,. Tsioliaridou, A.; Ioannidis, S.; Kantartzis, N.; Pitsillides, A. 2016  Tsioliaridou, A.; Liaskos, C.; Pachis, L.; Ioannidis, S.; Pitsillides, A. 2016) poiché menzionano direttamente od indirettamente come lavoro correlato anche le specifiche dello strato fisico delle antenne di grafene, necessarie per il controllo dei nanodi e lo strato MAC con cui identificare gli header e i pacchetti di dati che vengono utilizzati. trasmessi in rete, nonché il protocollo di segnale base TS-OOK per la trasmissione e la ricezione delle informazioni, anch’esso coincidente con tutte le caratterizzazioni già descritte. 

Nell’architettura gerarchica, esiste una rete a tre livelli composta da nannodi o nanosensori al livello più basso, nanorouter al secondo livello e l’interfaccia nano gateway già descritta sopra, vedi figura 11.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig. 11 : Componenti della rete di nanocomunicazioni a tre livelli. (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020)

Come si può evincere dalle topologie delle nano-reti per l’IoNT, è altamente probabile che i pattern di grafene individuati nei campioni di sangue delle persone vaccinate rispondano a una struttura gerarchica, non gerarchica o ad entrambe contemporaneamente.

Anche se a questa domanda è difficile rispondere in assenza di ulteriori analisi e raccolta di prove, sembra ormai chiaro e soprattutto dimostrato che il grafene inoculato nei “vaccini” può svolgere le funzioni qui descritte ed in effetti sviluppare un livello MAC che è evidente nella ricerca di dispositivi Bluetooth, a causa delle peculiarità e caratteristiche del protocollo.

Schemi di routing per WNSN

Uno degli aspetti più interessanti raccolti nella revisione del protocollo di (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020) e nei lavori di (Rikhtegar, N .; Javidan, R .; Keshtgari, M. 2017 | Lee, SJ; Jung , C .; Choi, K .; Kim, S. 2015) sono gli schemi di routing per le reti wireless di nanosensori WNSN.

Considerando la presenza di punti quantici di grafene GQD nei campioni di sangue osservati, si converrà che la loro posizione nel sistema circolatorio ed in generale nel corpo umano è difficile da determinare, essendo dinamica, variabile, dipendente dal flusso sanguigno e dal movimento del corpo.

Questo inconveniente richiede che questi semplici nanosensori/nanodi siano in grado di trasmettere e ricevere informazioni dai nanorouter/nanocontrollori più vicini od in prossimità (data la loro limitazione di portata precedentemente menzionata), al fine di ottimizzare l’energia necessaria per il traffico dati e la propagazione del segnale.

Questo è particolarmente vero nelle topologie gerarchiche, come mostrato nella seguente figura 12.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig 12. : Da notare l’organizzazione dei nanosensori attraverso cluster in cui l’informazione viene trasmessa attraverso un nodo coordinatore, che raggiunge per prossimità il coordinatore del gruppo più vicino, fino a raggiungere il nanorouter/nanocontrollore che trasmette l’informazione all’esterno del corpo.

Questo modello di routing assicura la consegna dei pacchetti di dati alla nano-interfaccia gateway, che è responsabile della trasmissione/ripetizione delle informazioni all’esterno del corpo, includendo nella sua intestazione l’identificazione MAC, necessaria per differenziare l’origine dei dati.

Trasmissione di informazioni con impulsi TS-OOK

La trasmissione di dati/informazioni dai nanosensori, così come la ricezione esterna delle istruzioni di modulazione/gestione/programmazione del nanoregrid, opera con protocolli ad impulsi brevi denominati TS-OOK, cioè “time spread on-off coding” (codifica di attivazione e disattivazione della propagazione del tempo), (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2011).

Ciò è confermato sulla base della seguente affermazione : “le nano-antenne a base di grafene possono irradiare questi impulsi alla frequenza di TB (Terahertz Band).

Inoltre, permette ai nanodispositivi di comunicare ad una velocità molto elevata, il che consente una velocità di trasmissione molto elevata. alto nel corto raggio e riduce la possibilità di collisioni“, come confermato anche nell’articolo principale da (Wang, P .; Jornet, JM; Malik, MA; Akkari, N .; Akyildiz, IF 2013).

La codifica TS-OOK è molto semplice, poiché si basa su valori binari, dove uno 0 è un silenzio o un’omissione e un 1 è un impulso veloce, vedere la figura 13.


Reti di nanocomunicazione wireless
Fig. 13 : Confronto tra vari segnali impulsivi, tra cui il TS-OOK e altri derivati. (Lemic, F .; Abadal, S .; Tavernier, W .; Stroobant, P .; Colle, D .; Alarcón, E .; Famaey, J. 2021)

Ha il vantaggio di essere compatibile con la maggior parte dei protocolli di routing disponibili, compreso quello relativo al WNSN dell’IoNT, come si può verificare ad esempio nello studio di (Lee, SJ; Jung, C.; Choi, K.; Kim, S . 2015 |  Rikhtegar , N .; Javidan, R .; Keshtgari, M. 2017  | Neupane, SR 2014).

Ed inoltre presenta anche dei punti a favore quando si tratta di recuperare il segnale e interpretarlo senza rumore od interruzioni, data la sua semplicità operativa.
Pertanto, conoscendo queste caratteristiche, abbiamo pensato che non sarebbe stato difficile identificare emissioni di tipo TS-OOK, utilizzando gli strumenti di misura disponibili (contatori elettromagnetici e persino contatori Geiger).

Questo è il caso mostrato qui sotto.



Video 1 : Cile. Valparaíso. 17/09/2021 – ore 20:39.



Video 2 : Chile. Valparaíso. 20/09/2021 – ore 17:44.


Se si analizzano nei video 1 e 2, le misurazioni effettuate dal contatore Geiger “CD V-700” nella regione di Valparaíso (Cile), si possono osservare brevi impulsi di radiazione che potrebbero essere confrontati con il tipo di segnale TS-OOK campionato dalla Figura 13.

Gli impulsi ed i silenzi possono essere visti per codificare un messaggio o per l’attivazione (programmazione, gestione, configurazione) dei nanosensori di grafene, attraverso le topologie e le architetture già descritte.

Vale la pena ricordare che la regione di Valparaíso potrebbe avere già iniziato l’utilizzo della tecnologia 5G per Internet mobile ad alta velocità, questo secondo Radio Valparaíso .

Questi tipi di impulsi, anche se con maggiore frequenza e velocità, sono stati trovati anche in Spagna, come precedentemente mostrato nel post in cui sè stata segnalata  la presenza di radiazioni ionizzanti emesse dalla antenne 5G misurate tramite contatore Geiger “Frieseke Hoepfner FH-40H “. 

Riflessioni finali

In accordo con quanto sopra, le reti di nanocomunicazione wireless sono essenziali per far funzionare l’ecosistema di sensori a base di grafene nel corpo umano, al fine di modulare e trasferire dati e informazioni.
Punti quantici di grafene GQD, nano-antenne frattali di grafene e nuotatori o nanonastri di grafene, osservati in campioni di sangue di persone vaccinate, sono indicati nella letteratura scientifica come nanonodi, nanosensori, nanocontrollori, nanorouter e interfacce nano gateway.
Questo verifica la presenza di nanofili a base di grafene nelle persone inoculate con i “vaccini”.

È stato anche dimostrato che i componenti della nanorete stanno già comunicando per mezzo dell’effetto di propagazione del segnale, utilizzando il metodo di comunicazione nanoelettromagnetico, anche se non si può escludere completamente che venga utilizzata la nanocomunicazione molecolare, utilizzata anche ai fini della neuromodulazione optogenetica, secondo la letteratura scientifica consultata.

Nel contesto della comunicazione nanoelettromagnetica, la banda Terahertz appropriata è nell’intervallo (0,1 ─ 10,0 THz).
Per attraversare la barriera della pelle umana, viene definito un intervallo di (0,1 ─ 4 THz).

Per la propagazione del segnale attraverso il sangue ed i gas residenti nei polmoni, l’intervallo utilizzato è (0,01 ─ 0,96 THz).
Questo assicura che i segnali trasmessi dall’esterno (ad esempio antenne telefoniche 5G e telefoni cellulari) possano interagire con le nanoreti presenti all’interno del corpo delle persone inoculate con i “vaccini”.

È stato anche dimostrato che i componenti della nanorete possono essere programmati, non solo per le caratteristiche fisiche e per la distribuzione funzionale dei suoi strati in punti quantici di grafene GQD o simili, ma anche essere in grado di ricevere e trasmettere segnali TS-OOK con i quali codificare pacchetti dati e header con codici binari 0 e 1, secondo i protocolli di comunicazione dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers).

Le proprietà elettro-ottico-magnetiche del grafene consentono di creare semplici programmi per computer per il suo funzionamento e le sue funzionalità nel corpo umano.
Le applicazioni più probabili di questi programmi, nel contesto qui presentato, sono la somministrazione di farmaci (ampiamente citati in tutti gli articoli consultati) e la neuromodulazione, superando la barriera ematoencefalica e depositando nanodi di grafene nel tessuto neuronale.

Non si può escludere la possibilità di interferire dall’esterno riguardo il funzionamento di muscoli come il cuore, il che potrebbe spiegare i sintomi di aritmie, infiammazioni e attacchi cardiaci.
Tuttavia, questo aspetto è ancora in fase di analisi per confermare l’ipotesi. 

È stato dimostrato che le nanostrutture di punti quantici di grafene e altri derivati possono essere utilizzati per una vasta gamma di scopi ed applicazioni, tra cui il monitoraggio del corpo umano ed i suoi principali organi, con tutto ciò che questo comporta, soprattutto l’attività neuronale ed il sistema nervoso centrale.

A questo scopo, la comunicazione molecolare è postulata come la più adatta, grazie alla sua capacità di misurare la carica degli elettroni nei neurotrasmettitori, con cui è possibile determinare aspetti rilevanti come la sensazione di dolore, felicità, ricompensa, condizionamento, stimoli, apprendimento, dipendenza.

Sono stati trovati anche riferimenti diretti all’uso di queste tecnologie nel monitoraggio delle piante, delle colture ed in generale del settore agricolo, confermando l’ipotesi dell’introduzione del grafene nelle piante attraverso fertilizzanti e prodotti fitosanitari, come è già stato segnalato in questo sito.

È stato dimostrato che qualsiasi nano-rete inoculata attraverso i “vaccini” sono composte da nanodi che operano, sia in modalità topologia gerarchica (nel qual caso i punti quantici di grafene e altri elementi trovati, trasmettono informazioni dal basso verso l’alto ai nanorouter o ai nanocontrollori) , o nella modalità della topologia non gerarchica che implica che i componenti del grafene siano autonomi nella registrazione di dati e segnali, nella loro trasmissione, attivazione e programmazione. 

Per astrarre il concetto, le persone inoculate con il cosiddetto “vaccino” avrebbero già installato l’hardware necessario per il loro controllo remoto e wireless senza saperlo, venendo identificate con un indirizzo MAC, che consente di differenziare la trasmissione dei dati da alcuni individui ad altri.

Il protocollo TS-OOK può trasmettere le intestazioni dei pacchetti di dati in modo simile a come farebbe il modello di comunicazione client/server su Internet.
I dati inviati con l’identificatore MAC di ogni persona vengono probabilmente ricevuti dal proprio telefono cellulare e inviati tramite Internet a un server con un enorme database, per la gestione e l’amministrazione con tecniche di Big-Data e Intelligenza Artificiale.

Gli impulsi captati da alcuni dispositivi di misurazione Geiger potrebbero assomigliare ai segnali TS-OOK con i quali si potrebbero trasmettere le operazioni di attivazione e programmazione delle nanostrutture dei dispositivi di grafene inoculato.

Anche se non è stato ancora possibile corroborare questo (a causa della mancanza di mezzi e specialisti per la sua analisi), fornisce un punto di partenza per l’osservazione dei segnali e la loro decodifica, che fornirebbe ulteriori prove della molto probabile presenza invasiva di biosensori, nanonodi e nanotecnologia del grafene, finalizzata al controllo della popolazione tramite neuromodulazione.

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