Pubblicato il 10 Gennaio 2014 da Veronica Baker
Prove generali del ribaltone nazionale
Fonte : Tutti gli uomini del Delinquente
Un consiglio per le tue “ricerche”, che poi è sempre quello che spiega tutto, dalla politica, anche americana, oltre che nostrana, al calcio : SEGUI IL DENARO”.
Credo sia utile raccontare quella conversazione, dato che mi servirà per riferire di una molto più recente, che mi ha dato delle “dritte” per farmi meglio capire cosa sta accadendo adesso, e come potrebbe evolversi la situazione ; ma il tentativo è quasi analogo, mira nuovamente alla distruzione della Juventus.
Vi riporto dunque (naturalmente in sintesi), il dialogo di quella volta, chiarendo che S sta per chi vi scrive e G sta per il mio “informatore”.
S – mi spieghi perchè io non avrei la visione di assieme delle cose e non riuscirei pienamente a capire cosa sta accadendo ?
G – semplice, tu parli di Juventus, che nella vicenda attuale è la conseguenza finale di qualche altra cosa di ben più rilevante, è l’incidente necessario per chiudere un cerchio che parte da lontano, che mira ad assestare diversi equilibri economici e finanziari, nei quali ci sono anche interessi sul calcio, ma non sono quelli principali.
S – scusa, ma mi pare di averlo scritto a chiare lettere nei miei editoriali, che la Juventus è vittima di un pericoloso intreccio politico – sportivi – economico ; ho indicato quali sono gli interessi che ci stanno dietro, o che almeno a mio giudizio ci possono stare dietro.
G – no, tu hai scritto solo una parte della vicenda, quella che vedi, ma non quella che non vedi perchè non sai altri retroscena.
S – quali se posso chiedertelo?
G – che non c’è una sola Calciopoli, ma che sono due, ed in un certo senso la prima ha anche salvato la Juventus.
(Potrete rendervi agevolmente conto che dopo una affermazione del genere, sono andato letteralmente in confusione, sentire parlare di due “Calciopoli”, ed addirittura una delle due avrebbe salvato la Juventus, che era già, all’epoca, stata condannata alla B con penalizzazione, privata di due scudetti e perso diversi suoi campioni).
S – che significa ? scusa ma non ti seguo.
G – ti rispondo con una domanda: secondo te chi ha organizzato tutto ?
S – mi pare evidente, ambienti d’area interista, non certo Moratti, incapace sicuramente di concepire un piano del genere, con la collusione quasi certamente di qualcuno all’interno della proprietà della Juventus.
G – ecco, con questa affermazione confermi quello che ti dicevo poc’anzi, hai la visione molto parziale e limitata della vicenda.
S – dammi allora qualche elemento per comprenderla meglio.
G – d’accordo. Tu intravedi solo una parte di una delle due operazioni anti Juve, che cronologicamente è quella che parte prima, che per fortuna è stata “bruciata”, da quella partita dopo, che aveva altri fini : intendiamoci, entrambe miravano a distruggere o quasi la Juventus, ma in maniera diversa, quella che chiamerò “Calciopoli uno”, mirava proprio a distruggere la Juventus come squadra, come società, come fenomeno calcistico, non per sempre ma almeno per un buon decennio.
Mentre quella che chiamerò “Calciopoli due” era una vendetta di qualche livoroso, verso chi non aveva accettato una richiesta particolare ed una offerta che non doveva essere rifiutata, dunque a colpire più le persone alla guida della società, che la società stessa, anche nella convinzione che la Juventus fosse vincente solo perchè aveva “quella dirigenza”.
S – vediamo se riesco a capire: Calciopoli due si richiama ad area “milanista”, o sbaglio ?
G – bravo.
S – solo che non capisco il nesso tra le due vicende, e perchè una delle due avrebbe in fondo salvato la Juventus.
G – riflettici e capirai: il polverone parte dalla strana rivelazione di una informativa della Procura di Torino inviata alla Federcalcio e rimasta ferma circa otto mesi, ma pubblicata poco prima della fine del campionato 2005 – 06 ; pochi giorni dopo, esplode fragorosamente la vicenda delle indagini a Napoli, e la Gazzetta dello Sport parte con i suoi articoli “rivelatori” di dette indagini.
S – quindi i due fatti dovrebbero essere distinti e separati. Ma anche qui non capisco una cosa, che io sappia, le intercettazioni compiute dalla Procura di Torino, sono poi finite nel calderone di quelle compiute dalla Procura di Napoli, dunque l’indagine alla fine è unica, o no ?
G – a Torino l’indagine finì con l’archiviazione, dunque nulla di penalmente illecito, ma rimessi gli atti alla Federcalcio, per accertare se avessero rilievo come violazione del diritto sportivo. Come mai invece a Napoli, si è ritenuto che avesse pure rilievo penale ?
S – è quello che non mi spiego neppure io, nonostante sia un operatore, sia pur mediocre, del diritto.
G – mi pare ovvio che a Napoli ci fosse qualcuno già predisposto a dare un taglio penalmente rilevante alla vicenda, che altrove evidentemente non c’era : chiediti come mai una indagine per fatti avvenuti ovunque in Italia, tranne che a Napoli, viene svolta a Napoli, e nessuno si pone un problema di competenza per territorio.
S – fin qui ti seguo, ma vorrei tornare all’inizio, sulla diversità delle vicende, e perchè una avrebbe salvato la Juventus.
G – ci arriverai facile, se ci ragioni. Io ti dico solo questo : il più grande errore della Triade, non è stato di allearsi con la società rossonera negli anni passati, ma di avere trascurato alcuni aspetti di questa alleanza, per cui, mentre il Milan organizzava una sua rete di potere in Federazione e in Lega, che andava a sommarsi con il suo controllo degli organi di informazione televisiva.
S – su questo non ci piove, ma anche in tempi passati ho sostenuto che Moggi e C. avrebbero rischiato di essere stritolati da questo abbraccio mortale.
G – giusto, Moggi e C., non la Juventus in quanto tale. Per la semplice ragione che da quelle parti si cerca di ridimensionare gli avversari, ma si sta attenti ai sondaggi, agli umori, e la tifoseria juventina può essere un boccone ghiotto per il consumo di prodotti sportivi vari, quindi meglio una politica di bastone e carota, bastone verso chi comanda, carota verso chi fa il tifo. Almeno fino a quando non si creano le rotture.
S – allora è vera la storia dell’incontro a Palazzo Grazioli, e la frase di Moggi, “Maledetto il giorno in cui ci sono andato”, ha una sua spiegazione.
G – si, ma non quella che puoi pensare tu.
S – le voci ufficiali parlano di un ringraziamento per il prestito gratuito di Abbiati, dopo l’infortunio di Buffon nel trofeo Berlusconi, ma mi pare davvero banale.
G – appunto, si è parlato di ben altro, anche se Abbiati c’entra in un certo senso.
S – regalare Buffon al Milan ?
G – anche, ma soprattutto regalare qualche altra cosa, più importante.
S – lo scudetto ?
G – vedi che ci arrivi da solo ? Ma non solo, dato che chi fa quel tipo di richieste, sa anche cosa offrire in cambio, e in un certo senso l’offerta sarebbe stata allettante, se non fosse che chi la riceveva, aveva in mente ben altri progetti.
S – vediamo se ho capito. Berlusconi chiedeva via libera per lo scudetto 2006, e lo posso anche capire visto che ci sarebbero state le elezioni e dunque, visto che il suo governo scricchiolava notevolmente, e visto che il calcio, dal suo punto di vista, ha sempre una ricaduta benefica a livello elettorale. In cambio offriva per caso qualcosa a Moggi, o a Giraudo, o a entrambi, nella società rossonera ?
G – esatto.
S – dunque scudetto al Milan, Moggi e magari Giraudo abbandonano la Juve per andare al Milan, portandosi magari Buffon e qualche altro campione, che so, Ibrahimovic, ampie possibilità di costruire uno squadrone rossonero, per aprire un ciclo, dico bene?
G – dici bene, e in fondo l’offerta poteva anche stare bene, ricordati che Moggi e Giraudo non sono Juventini di sangue, ma dirigenti sportivi che possono andare ove possano lavorare come dicono loro ed avere i loro guadagni, come è giusto che sia.
S – a questo punto folle Moggi, o folli tutti a non accettare, almeno visto dal loro punto di vista.
G – ecco, ancora una volta ti perdi. Le offerte, anche le più lucrose di questo mondo, non per questo sono accettabili se chi le riceve ha progetti ancora più ambiziosi. Al Milan Moggi sarebbe sempre stato un dipendente, Giraudo idem, e poi c’era la questione Galliani, con il quale, contrariamente a quello che si dice, c’è odio mortale, anche se alleanza di interessi.
S – ma se si odiavano Moggi e Galliani, come mai a quest’ultimo hanno consentito di poter diventare capo della Lega Professionisti e gestire a suo piacimento il calcio ?
G – diciamo che i rispettivi “padrini”, da intelligenti uomini d’affari, hanno sempre trovato gli equilibri, e purtroppo venendone a mancare uno, le cose non sono più andate come prima, ma questa è un’altra storia, che non credo interessi.
S – Capito. Quindi se ben capisco qualcosa è saltata a maggio 2004, la scomparsa del Dottore …
G – e l’arrivo di Capello. E’ stato un messaggio chiaro che la Juventus, dopo una stagione deludente, voleva tornare nuovamente a primeggiare, e maggio 2004 è il mese chiave di tutto : ora vediamo se tu hai buona memoria.
S – mah … se la memoria non mi inganna, le denunce partono in questo periodo, l’inchiesta di Torino ed anche quella di Napoli.
G – e non ti dice nulla questa strana coincidenza ? L’Avvocato scomparso da un anno circa, muore anche il Dottor Umberto Agnelli, e partono denunce o indagini sulla Juventus ?
S – è evidente che viene meno una sorta di “protezione” della società bianconera, o no ?
G – non precisamente, la Juventus era stata già oggetto di “aggressioni giudiziarie” in passato, dalle quali era uscita bene.
S – non ti seguo più …
G – appunto perchè perdi la visione d’assieme delle cose. Per la prima volta, dopo ottanta anni, non c’è una vera successione immediata nella famiglia Agnelli, alla guida della società bianconera, Andrea ancora giovane, l’altro ramo non ha esponenti che hanno cuore per il calcio, dunque la società diventa di fatto quella della Triade, Giraudo, Moggi e Bettega, nell’ordine di importanza.
S – come dire, a questo punto la Triade può essere scaricata … ma potevano farlo in maniera più edulcorata, non rinnovando il mandato, mettendo la Juve in mano di altri e magari imponendole un profilo basso per dare spazio ad altre squadre.
G – troppo facile, questo quando si ha a che fare con persone normali ; ma laddove il sentimento non esiste, e la ragione è un freddo robot che vede solo interessi da conseguire, o vendette da perpetrare, le soluzioni a certi “problemi” debbono essere anche esemplari.
S- andiamo al sodo.
G – certo. Torniamo al filone milanista, che poi è quello meno rilevante.
S – si : c’è una indagine a Torino, nuovamente Guariniello in campo, intercettazioni telefoniche, ma chiusura delle indagini con archiviazione perchè fatti penalmente irrilevanti. Solo che gli atti vengono mandati in FIGC, per valutare possibili ipotesi di illeciti sportivi.
G – e chi riceve questi atti ?
S – Franco Carraro, il presidente della Federcalcio, che tuttavia non fa nulla fino a fine aprile 2006, momento in cui, escono fuori le prime intercettazioni.
G – quindi come noti, il presidente della Federcalcio tiene nel cassetto per otto mesi, da settembre 2005 ad aprile 2006 queste notizie, senza inoltrarle all’Ufficio Indagini della Federcalcio : e non noti l’assurdo che nessuno abbia rilevato quella che penalmente si chiamerebbe “omessa denuncia” o “omissioni d’atti d’ufficio” ?
S – questo mi pare evidente, le solite bombe ad orologeria del finale di stagione, l’anno prima la squalifica di Ibrahimovic e il video su Cannavaro, quest’anno le intercettazioni, insomma il metodo è lo stesso, infangare il nemico, destabilizzarne l’ambiente, quale ritorsione per qualcosa.
G – lascia perdere queste considerazioni, pensa invece chi è Franco Carraro : lo sai il suo curriculum ?
S – credo di si, dirigente sportivo, a suo tempo presidente del Milan negli anni di Rivera, poi passato al CONI, quindi uomo di fiducia di Craxi, ma ben visto anche da Andreotti, e per questo sindaco di Roma per un periodo negli anni ’90. Successivamente tornato nel calcio da dirigente, presidente dimissionario della FIGC, prima del commissariamento di Guido Rossi; inoltre presidente della banca finanziaria di Capitalia, Mediocredito Centrale.
G – ecco, finalmente arrivi al discorso fondamentale, a seguire il denaro. Tu sai che significa in questo momento, ma soprattutto in questi ultimi anni Capitalia, nel calcio, vero ?
S – certo che lo so, è la banca che, quando si chiamava ancora Banca di Roma, era la principale finanziatrice del calcio romano e delle società diciamo “satelliti”.
G – diciamo meglio, la Banca che rischiava seriamente di saltare in aria se le romane e consociate, fossero fallite, cosa che venne in un primo tempo evitata con quella scellerata operazione di fusione con Bipop Carire e Banco di Sicilia, due autentiche rapine coperte da poteri politici ed economici a 360 gradi.
S – in effetti già l’anno prima, con il salvataggio pilotato di Roma e Lazio, tecnicamente fallite, e addirittura prive di fideiussioni per l’iscrizioni al campionato (la vicenda delle false fideiussioni), Carraro aveva forzato la mano, e ricordo la frase che non si potevano far fallire le squadre romane per ragione di ordine pubblico.
G – non per ragioni di ordine pubblico, bensì perchè sarebbe saltato prima lui e poi chi l’aveva coperto in certe operazioni finanziarie molto ardite, che avevano prosciugato le casse di Banca di Roma : insomma Carraro ha salvato la sua pellaccia, non quella dei tifosi romanisti e laziali. Per meno, Fiorentina e Napoli sono fallite, le romane ed il Parma no, è questo il vero scandalo che nessuno aprirà mai.
S – capito. Ma torniamo al discorso : Carraro dunque rivela queste intercettazioni, per fare a questo punto un favore ai rossoneri, giusto ?
G – in parte. Ha anche giocato in proprio l’operazione, perchè faceva sì un favore al suo amico Galliani, ma lo faceva pure a sè stesso : in questo modo lanciava la sua offensiva personale contro la società bianconera, cosa che avrebbe dato via libera, dal suo punto di vista, ad altre operazioni, diciamo, di “risanamento” dei passivi accumulati, dato che una concorrente in meno nel calcio, poteva ben dare maggiore spazio e valore economico a chi aveva bisogno di rientrare dalle pesanti esposizioni bancarie con il suo gruppo.
S – chiaro il discorso.
G – il guaio è stato che la sua mossa è stata intempestiva, ma in un certo senso ha avuto il merito di far saltare la vera trappola mortale preparata contro la Triade e la Juventus.
S – e perchè ?
G – devi arrivarci da solo, altrimenti che gusto c’è ?
S – provo a ragionarci un pò. Che io ricordi, le prime due settimane di maggio sono state molto “calde” mediaticamente, anche se la Juventus già aveva praticamente vinto lo scudetto. Ricordo Giraudo in una conferenza stampa, prima di Juventus – Palermo del 7 maggio, fu molto sibillino, sostenne che si voleva “capire” da dove venissero certe aggressioni, e perchè uscissero ancora una volta nello scorcio finale di stagione, un sostanziale attacco a Galliani, mai nominato.
G – le dichiarazioni di John Elkann, nell’intervallo di Juventus – Palermo, con le quali affermava che la proprietà era vicina a squadra e allenatore, ma che avrebbe valutato a fondo il da farsi, alla luce dei fatti nuovi, ossia le notizie sulle intercettazioni compiute dalla Procura di Torino.
S – traduci, mi pare semplice l’interpretazione.
G- si, la proprietà, dunque l’IFI (oggi EXOR : n.d.a.) è vicina alla squadra ma non alla dirigenza, da cui prendeva le distanze.
G – e subito dopo, clamorosamente, fuoriescono le voci delle indagini della procura di Napoli, la conferenza stampa in pompa magna di Beatrice e Narducci : non trovi un nesso tra le due cose ?
S – dici che quelle dichiarazioni furono il “via libera” per far partire l’operazione ?
G – quelle dichiarazioni, furono certamente il “via libera” ma non per fare partire l’operazione, bensì per non far fallire prima del tempo la VERA operazione Calciopoli. Che era invero stata preparata artatamente da tempo, e si aspettava solo il momento giusto. Solo che l’imprevista mossa di Carraro, costringeva ad affrettare i tempi ed ad una “correzione” del piano originario, per evitarsi che saltasse del tutto.
S – quindi se capisco bene, Calciopoli, quella che conosciamo tutti, che ha visto Guido Rossi gestire da commissario con pieni poteri, anche di violare l’ordinamento sportivo, e che è scaturita con le sentenze della CAF e della Corte Federale, doveva esplodere in una fase successiva.
G – appunto. Adesso vediamo se tu riesci a mettere assieme tutti gli elementi per capire, dato che finora ho parlato prevalentemente io.
S – ammetto di avere una grande confusione adesso, non saprei da dove iniziare.
G – ti aiuto io. Metti assieme i personaggi, vedi le loro storie recenti, e cerca di capire cosa li lega, ti renderai conto da solo che trappola mortale era stata preparata.
S – Guido Rossi. Manager di Stato, già presidente Telecom, nel periodo della privatizzazione, definita da Financial Times, una autentica rapina ; uomo di fiducia di D’Alema, ma anche consigliere d’Amministrazione dell’Inter …
G – e legale del gruppo IFI, voluto da qualcuno in questo ruolo, in importanti vicende fiscali.
S – Marco Tronchetti Provera, già manager della Pirelli, successivamente a capo pure del gruppo Telecom Italia, dopo averlo rilevato da Roberto Colaninno e soci …
G – vice presidente di Confindustria, prossimo sponsor della Ferrari.
S – insomma due personaggi legati all’Inter.
G – lascia perdere l’Inter, guarda invece più in alto.
S – ok. Due personaggi legati pure a Montezemolo, giusto ?
G – guarda ancora più in alto : stiamo parlando di personaggi degli ambienti più elevati dell’economia e della finanza italiana. E pensi che gente di questo livello si possa muovere per ragioni di passione calcistica, di maglie, di Juventus, Inter, Milan, Roma e via di seguito ?
S – onestamente no.
G – aggiungici pure che la vicenda processuale sportiva ha coinvolto personaggi autorevoli come Francesco Saverio Borrelli, Cesare Ruperto, Piero Sandulli, come dire l’espressione di “Mani Pulite”, e due tra più insigni giuristi italiani: ti rendi conto ?
S – comincio a rendermene conto in un certo senso.
G – e secondo te, tutte queste persone vengono coinvolte nella medesima operazione in maniera casuale ? Non pensi piuttosto che sia il frutto di una “pianificazione” studiata nel tempo, e compiuta da personaggi a cui non si poteva e non si può dire di no ?
S – il quadro mi sembra inquietante, ma in qualche mio articolo credo di averlo tracciato per sommi capi.
G – in un certo senso hai intravisto le linee di quello che stava accadendo, ma appunto hai avuto una visione parziale, ridotta di tutto : hai parlato di calcio come obiettivo della vicenda, mentre in realtà il calcio è stato un pretesto e, in un certo senso, il banco di prova per operazioni di altro genere. Ma non divaghiamo, torniamo al discorso che ti interessa.
S – quindi se ben capisco, si è trattata di una pianificazione ben studiata a tavolino.
G – mi sembra evidente, pensi davvero che sia un caso che contemporaneamente vengano ad unirsi fattori diversi, economici, politici, mediatici e giudiziari, in modo del tutto casuale, per realizzare lo stesso obiettivo ?
S – effettivamente no, ammetto di intravedere un quadro fosco ma non il vero disegno.
G – ti guido io allora, facendoti riflettere. Per il momento lasciamo perdere Galliani e soci, che come ti ho detto, non sapendo cosa bollisse in pentola, hanno in parte costretto i “calciopolisti” a modificare il piano originario. Ti ricordi chi ha presentato la denuncia iniziale?
S – si, Franco Dal Cin, proprietario del Venezia, dopo un Messina – Venezia molto caldo, finito a rissa generale, sul campo neutro di Bari, mi pare.
G – vero. Ma ricordi se presentò subito la denuncia ?
S – non so.
G – ti aiuto: Messina – Venezia si giocò a fine aprile a Bari, Dal Cin se presentò ai P.M. di Napoli ai primi di giugno, denunciando specificamente degli arbitri, appartenenti a suo dire, alla “combriccola romana”, controllata da Moggi, e di cui beneficiava la società siciliana, ritenuta satellite di Moggi. Più di un mese insomma.
S – cosa strana effettivamente. Ancor più strano il fatto che un dirigente del Venezia, denunci una combriccola arbitrale che opera a Roma, accusa il Messina per una partita giocata in campo neutro a Bari, e si presenta per denunciare il tutto a Napoli.
G – ecco, cominci a vedere un pò di luce. Come mai Dal Cin va proprio a Napoli ? E come mai la Procura di Napoli, anzichè trasmettere correttamente gli atti a quella di Roma, o a quella di Bari, o a anche a quella di Venezia, ove avrebbe sede la presunta parte lesa della denuncia, trattiene gli atti e avvia una indagine su tutto il territorio nazionale, per fatti accaduti un pò ovunque tranne che a Napoli ?
S – aggiungerei che contemporaneamente qualcosa si muove a Torino, dunque si tratta di indagini condotte l’una all’oscuro dell’altra.
G – ma soprattutto una conclusa con l’archiviazione, mentre l’altra, per fatti praticamente simili o coincidenti, ritiene di non dovere archiviare, anzi.
S – insomma, Napoli era, se ben comprendo, un posto “sicuro” per arrivarsi all’obiettivo finale. Anche grazie alla collaborazione, da quanto si dice, dei vari Franco Baldini, già dirigente della Roma, e qualche giornalista sportivo milanese.
G – pesci piccolissimi quelli cui ti riferisci, servivano solo a far leggere in un certo modo certi atti, che gli inquirenti non avrebbero ben compreso. Ma non noti altro ?
S – si, le attività di indagine si fermano praticamente a maggio 2005, nessuna intercettazione è successiva, e non si indaga in alcun modo sulla stagione 2005 – 06.
G – bravo. Evidentemente qualcuno supponeva che la stagione 2005 – 06 dovesse avere un esito diverso, che non interessava l’obiettivo principale ; ma evidentemente questo qualcuno fece male i propri calcoli. Ma parliamo delle indagini : sbaglio o sei avvocato e curi il settore penale ?
S- si.
G – quanto debbono durare le indagini preliminari secondo il vostro codice di procedura penale ?
S – non oltre ventiquattro mesi dall’iscrizione della notizia di reato, ma solo nei casi diciamo più gravi.
G – quindi, potremmo dire, dodici o diciotto mesi massimo, giusto ?
S – si, e quando si chiede la proroga delle indagini, si deve anche notificare l’informazione di garanzia all’indagato.
G – come dire, indagini che di fatto cessano a maggio 2005, dopo non vi è alcuna attività istruttoria, secondo il diritto vigente, dovevano essere chiuse, dette indagini, con le eventuali richieste a giugno o, al limite, a dicembre 2005, o nella peggiore ipotesi, a giugno 2006. Invece, vengono invece rivelate pomposamente in conferenza stampa nel maggio 2006, senza alcuna informazione di garanzia verso gli indagati, e, ad oggi non risultano ancora ufficialmente chiuse, ma con atti già mandati alla Procura Sportiva, prima ancora di essere ufficialmente pubblici e conoscibili dagli indagati, o addirittura pubblicati in un opuscolo, da un settimanale, L’Espresso.
S – Uno scempio del diritto, consumato nel silenzio degli organi di informazione. Quindi, se ben capisco, l’indagine è stata compiuta, tenuta in “caldo” per un anno, e quindi esplosa prematuramente, a causa della fuoriuscita delle notizie sull’indagine archiviata a Torino.
G – bravo. Indagine pronta ma da utilizzare dopo, diciamo quando chi ne aveva l’interesse, avesse dato il via libera, e questo via libera doveva necessariamente essere il maturare di determinate condizioni per compiere il colpo di mano generale.
S – pertanto, se ho compreso bene, tutto il periodo successivo al maggio 2005 e fino all’esplosione di Calciopoli come scandalo che conosciamo, è stato necessario per perfezionare il piano o per far maturare i tempi giusti, o sbaglio.
G – no, non sbagli. Diciamo che lo scandalo poteva anche non servire, se la Triade si fosse messa da parte volontariamente o in caso di altri fatti che potevano evitarlo, e che invero non si verificarono. Diciamo ancora che lo scandalo doveva scoppiare, possibilmente tra giugno e luglio 2006, nuovi equilibri politici, maturati anche grazie all’evidente sostegno di coloro che, tra le altre cose, avevano programmato anche Calciopoli, e dunque quasi certezza che i bersagli non potessero avere scampo o protezioni di qualsiasi genere.
S – ne consegue che hanno dovuto anticipare le notizie, nonchè l’utilizzazione del materiale raccolto, di un mese abbondante, per l’imprevista mossa di Carraro.
G – esatto. E questo mese abbondante di anticipo vi ha salvato. Vediamo se comprendi il perchè.
S – no. Mi sfugge qualcosa, lo confesso.
G – torniamo allora alla proposta fatta a Moggi nel settembre 2005 a Palazzo Grazioli, ed al sostanziale rifiuto ricevuto da Berlusconi …
S – ora che ci penso : poco fa mi hai detto che da maggio 2004, la Juventus praticamente era di Giraudo, Moggi e Bettega, collegata al gruppo di famiglia ma in fase di progressivo allontanamento.
G – come dire, la Triade pensava ben altro, non dipendere da altri, ma avere essa il controllo di una società di calcio.
S – c’entra la scalata alle azioni della Juventus, con prezzi aumentati a dismisura nell’aprile scorso ?
G – ora ci siamo, vedo che finalmente segui seriamente il denaro.
S – agli inizi di aprile, Giraudo, in una intervista mi pare a La Repubblica, tracciò quello che era il progetto della nuova Juventus, una sorta di holding ramificata in diversi settori, il progetto Stadio, centro sportivo, centri commerciali, tante idee e proposte innovative che mettevano la società bianconera all’avanguardia, e le davano una dimensione europea, a livello dei grandi clubs spagnoli, inglesi e tedeschi.
G – si disse altro …
S – certo, che la scalata era opera proprio di Giraudo, Moggi, con il sostegno dei libici, che in tal modo sarebbero divenuti azionisti di riferimento, non più semplici dirigenti al servizio della proprietà.
G – tradotto, i vedi padroni della Juventus, con la IFI azionista di minoranza e dunque non più in grado di determinare gli assetti futuri della società.
S – dici dunque anche una sorta di vendetta “interna” del gruppo, per questo tentativo di scalata ?
G – vedo che tendi sempre a perdere il filo del discorso, e concentrarti su minuzie e non su questioni più generali. Due anni prima non si conoscevano certo i progetti della Triade e di Giraudo, ma le indagini erano partite già.
S – mah … potrei però considerare un altro aspetto: non c’è stata la reazione del gruppo IFI al “tentativo di scalata”, quasi non interessasse più di tanto controllare ancora la squadra bianconera. Del resto la Triade l’aveva affrancata di fatto, l’IFI non elargiva più denaro alla Juventus, mentre ne elargiva eccome alla Ferrari.
G – questo dovrebbe farti capire certi livori tra alcuni protagonisti della storia, qualcuno che vince senza spendere, utilizzando solo le risorse che la squadra forniva, risultati sul campo, sponsor, coppe europee, diritti televisivi, spettatori etc.; qualche altro che per vincere doveva spendere e tanto, per avere i migliori, e solo con i migliori e più costosi vinceva.
S – chiaro il riferimento, a qualcuno che peraltro con la Juventus era riuscito a fare una figuraccia che rimane ancora impressa nella memoria dei tifosi.
G – solo che qui lo sport c’entra di riflesso, siamo in pieno mondo degli affari. Hai detto una cosa importante, alla proprietà non interessava fermare la scalata alla Juventus, magari perchè non sarebbe servito fermarla in quel momento, ma vanificarla successivamente. Non credi ?
S – adesso comincio a comprendere meglio. Se Calciopoli fosse esplosa tra giugno e luglio, dunque con la Triade già in pieno controllo della Juventus …
G – continua …
S – il disastro avrebbe colpito soltanto la Triade, in particolare Giraudo : sarebbe stato distrutto un bene di proprietà altrui, e magari l’azionista di minoranza poteva erigersi a salvatore della Patria, rilevando a poco prezzo la quota di maggioranza, di fatto divenuta carta straccia …
G – finalmente ci sei arrivato. Ma ti ripeto, era questa una conseguenza di un disegno molto più ampio, e tracciato molto prima : disegno che parte dagli assetti di Confindustria, ribaltati nel 2004, e, se non te ne sei accorto, da quell’anno Confindustria, come pure il sistema bancario, entrano prepotentemente in politica e non solo.
S – ricordo anche questo, una cordata emergente, guidata da Montezemolo, con i vari Tronchetti Provera, Della Valle, Marcegaglia, tanti nomi di supporto, tra cui quello di Luigi Abete …
G – fratello di quello che fra poco sarà eletto a presidente FIGC, a garanzia dei nuovi assetti …
S – certo adesso il discorso prende una piega diversa, e si spiegano molte cose, compresa la remissività difensiva della Juventus.
G – per far ciò, hanno dovuto usare un grande professionista quale Zaccone, al fine di avere un alibi, come dire, se non ci arriva lui a salvare la Juventus nel processo sportivo, non ci sarebbe arrivato nessuno. Ma vedi, Zaccone in un certo senso si è tradito, quando ebbe a dire che la Juventus meritava la serie C, e dunque la B con penalizzazioni poteva essere un risultato apprezzabile, alla luce delle accuse.
S- adesso fammi completare, vediamo se ho capito bene. Dunque, la mossa prematura di Carraro, su input di Galliani, ha costretto ad anticipare i tempi della realizzazione del piano studiato dagli strateghi, e di conseguenza ha colpito la Juventus ancora di proprietà della IFI.
G – IFI che ha avuto dunque il modo di liberarsi della presenza di qualcuno, ma a quel punto doveva in parte salvare un bene che era ancora suo, il cambio di programma è stato questo.
S – credo ormai di arrivarci da solo. Se fosse esploso lo scandalo successivamente, magari era previsto che la Juventus, oltre ad essere privata degli scudetti, dovesse finire in serie C, dunque campionato semiprofessionistico, crollo del patrimonio giocatori, dato che se già è stato difficile trattenere in B giocatori campioni del mondo, figuriamoci se la squadra fosse finita in C, rescissione di contratti, parco giocatori valore zero, dunque tracollo del valore delle azioni : non c’è che dire, un piano davvero geniale, in quanto ad effetto criminoso.
G – in parte sventato proprio da Giraudo, che, come avrai notato, dopo una prima presa di posizione, da quando ha aperto bocca John Elkann, quel 7 maggio, si è totalmente defilato, addirittura è andato via dall’Italia : ha capito da dove proveniva l’imboscata e che l’unico modo per salvarsi era quello di andare via dall’Italia, curare altrove i propri affari.
E ti anticipo che non solo non parlerà adesso di Calciopoli, ma non ne parlerà mai più, anche se …
S – anche se ?
G – ci sono cose che riguardano molti rapporti personali che non conosci …
(A quel punto il mio informatore mi ha raccontato tante altre vicende e fatti privati che non credo sia opportuno rivelare, mi limito solo a riferire che, secondo l’informatore, nei nuovi assetti di famiglia, il settore sportivo doveva essere di pertinenza del cosiddetto ramo “umbertiano”, mentre quello industriale e finanziario, doveva rimanere sotto la guida già decisa dai fratelli Gianni e Umberto Agnelli, ossia John Elkann, ma con una certa “supervisione” anche del ramo sportivo).
S – rimango davvero sconcertato, pensavo ci fosse molto marcio dietro la vicenda Calciopoli, ma non pensavo fino a tanto.
G – ed ancora ti sfugge la cosa più inquietante.
S – ossia ?
G – ma davvero non riesci a comprendere fino in fonda cosa è accaduto ? Due grandi gruppi di potere economico per ragioni diverse, hanno provato a modo loro, a mettere le mani nel calcio, ma mentre uno probabilmente ha pensato solo al calcio, l’altro ha davvero pianificato in via generale un assetto economico complessivo, nel quale comandare in diversi campi, compreso quello calcistico, ma non per finalità di passioni sportive, bensì per affari, e non affari di poco conto.
S – questo spiega poi l’accordo tra i due gruppi, il Milan salvato che addirittura giocherà la CL (che guardacaso a maggio 2007 avrebbe pure vinto : n.d.a.).
G – diciamo che non era difficile tappare loro la bocca. Mentre lo era verso la Triade, che aveva invece grandi progetti personali che avrebbero scatenato il finimondo, e incrinato alcuni degli elementi su cui si era costruita la grande alleanza di Confindustria 2004. Ed ora che il quadro è praticamente completo, tira tu le somme.
S – vediamo se ho capito. Un gruppo di personaggi potenti, del mondo dell’economia e della finanza, raggiunge un accordo per sistemare affari di vario genere, naturalmente per avere i propri vantaggi: diciamo organigrammi di grandi istituzioni, consigli di amministrazione, operazioni economiche lucrose, promozioni sul campo di amici, eliminazione di chi può intralciare quel progetto.
In questo nuovo assetto, ci rientra pure una azienda che non è più solo o non è più sportiva, ma una vera industria che consente affari e utili, il calcio : solo che qualcuno non ci sta e rischia di complicare gli affari mettendosi di traverso.
Dunque occorre affrontare alla radice il problema perchè se gli accordi sul calcio dovessero saltare, rischiano anche di saltare altri accordi, appoggi per elezioni in organismi strategici, contratti, forniture, assetti di finanza e così via.
Ma un attacco diretto a chi si mette, volontariamente o involontariamente, di traverso, sarebbe rischioso, meglio un attacco “trasversale”, indiretto.
Si trova un ascaro a Venezia, che non denuncia chi deve essere eliminato, ma un personaggio vicino, la cui carriera e sorte, è anche conseguenza del ruolo di chi deve essere eliminato ; la denuncia viene fatta anche in questo caso in maniera molto indiretta, si parla di arbitri di una presunta combriccola romana, asserviti ad un sistema controllato da tale Luciano Moggi (che è il bersaglio indiretto ma fondamentale per abbattere quello principale), così non c’è denuncia alcuna contro la società in cui lavora Moggi, e dunque, almeno in fase iniziale, non c’è il rischio di una sorta di autodenuncia per qualcuno degli organizzatori.
Questi importanti personaggi, organizzatori di tutto, poi, trovano giudici inquirenti e investigatori che si prestano al gioco, indagando in un certo modo, per avere certi dati da utilizzarsi al momento opportuno, ma naturalmente il momento opportuno tarda ad arrivare, e così rimangono quei dati fermi per un bel pò, fino a quando scatta il via libera.
In quel preciso momento è già pronta una stampa cartacea e televisiva che fa da amplificazione a quei dati raccolti nell’indagine, e che organizza consenso e sentimento popolare a favore di chi accusa e di condanna preconcetta di chi è accusato.
Si trova l’esecutore materiale del piano, ex manager di Stato, uomo di garanzia per tutti i partecipanti al progetto, ma anche uomo vicino ai nuovi assetti politici emersi dopo le elezioni, e l’esecutore materiale stravolge tutto, abroga un grado di giudizio, caccia i giudici sportivi in carica, mettendo gente di sua fiducia, probabilmente già selezionata da tempo.
Si trovano pure le foglie di fico, l’integerrimo Magistrato protagonista di una stagione quasi “rivoluzionaria” di pulizia nella società italiana, l’ex giudice Costituzionale e il luminare Amministrativista, tutte persone al di sopra di ogni sospetto, che non possono essere accusati di faziosità il primo, di incompetenza e malevolenza verso gli imputati, il secondo e il terzo ; si trova pure il principe del foro che darebbe conferma che non c’erano difese migliori e dunque non si poteva ottenere altro risultato, nel processo sportivo.
Nessuno si ribella a questa “verità ufficiale”, nessuna voce contraria, qualche flebile protesta puntualmente coperta dalla risonanza mediatica a favore di chi si presenta come uomo della pulizia nel calcio, il solo Enzo Biagi che esprime una condanna verso l’intera operazione denominata “Calciopoli”, ma, a differenza di quando venne ingiustamente cacciato dalla Rai, nessuno dà seguito a quella condanna o ne da risalto.
E, cosa ancora più assurda, un uomo condannato dalla giustizia sportiva, Giraudo, per zero intercettazioni telefoniche, e zero elementi di prova contrari, solo perchè è l’Amministratore Delegato, dunque capo del “mostro” Luciano Moggi, ma nessuno si sogna di dirlo o di porre interrogativi su quanto accaduto.
G – ora ci sei. Come vedi ci sono un pò tutti nel mezzo, ognuno con un ruolo ben preciso ed un utile da conseguire ; anche gli altri “calciopolari” hanno avuto ed avranno i loro contentini, magari qualcuno dovrà farsi da parte in apparenza per qualche tempo, cosa naturale, il denaro e gli affari consentono sempre di trovare soluzioni comuni, quando c’è un nemico comune.
S – veramente Moggi ha avuto qualche difensore, ha pure trovato spazio su qualche quotidiano …
G – frena : Moggi ha il suo spazio di parola, ma non di difesa. Nessuno ha provato ad avviare una inchiesta “contraria”, una sorta di Contro-Calciopoli; come hai detto, qualche voce isolata ha tuonato, ma non è andata oltre, e queste cose, per chi ha curato il tutto, sono piccoli incidenti di scarsissimo valore, che anzi rafforzano il pensiero unico, ben sapendo che l’opinione pubblica, già ben “educata”, crederà alla favola dell’ex ferroviere più potente di industriali, bancari, politici etc..
E quando si crea un pericoloso intreccio di interessi tra tutti questi poteri dello Stato, economico, politico, bancario, mediatico, giudiziario, caro mio, qualunque cosa tu possa pensare di fare, viene vanificata, non hai speranza di vincere, hai già perso in partenza perchè chi ha pensato a tutto, è gente che si muove solo per vincere, calpestando chiunque possa ostacolarlo : come dire, hai scoperto che significa “poteri forti”.
Il calcio è morto, credimi, perchè adesso c’è questo sistema che per anni lo terrà sotto controllo, fino a quando ciascuno degli organizzatori avrà raggiunto il suo risultato ; poi magari accadrà che si traccerà il nuovo equilibrio, nel quale chi non ha avuto ancora o ha avuto poco, potrà incassare il compenso.
S- perverso intreccio tra economia, politica, informazione e giustizia …
G – e comunque non hai notato una cosa ancora: secondo te abbiamo parlato di calcio, di sport ?
S – no, abbiamo parlato in sostanza di economia e di politica.
G – bravo, finalmente hai aperto gli occhi. Sono state queste le prove tecniche di un colpo di Stato. Riflettici, una opinione pubblica opportunamente preparata, dato che se voi juventini siete il 40%, il 60% è prima antijuventino e poi tifa per altre squadre.
Agli occhi di chi non ha cuore, il 60% conta di più perchè numericamente superiore ; una opinione pubblica che non cerca verità, perchè vuole sentire confermate le proprie congetture, e avere spiegato negli intrallazzi altrui le ragioni delle proprie sconfitte ; dei mezzi di informazione che martellano quotidianamente propagandando sempre la verità assoluta che conviene a chi comanda, e nessuna voce che si alza in dissenso.
E quello che hanno fatto adesso, con esiti straordinariamente positivi, possono ripeterlo anche in avvenire, tutto sta nel preparare opportunamente il terreno.
Tu pensavi che avremmo parlato di calcio, qui la posta in gioco è molto più elevata, e se non lo si capisce, saranno guai seri in avvenire, e non nel calcio.
S – comincio ad avere paura …
G – no tu non devi avere paura, ti posso dire che qualcuno ti ha letto, ma come dicevo prima sei un piccolissimo granellino che non crea problemi nella macchina infernale messa in movimento.
E poi, c’è un modo più subdolo di eliminare i nemici, ignorarli, non farli diventare “notizie”, non parlarne se non in negativo, come stanno già facendo con Moggi. Ad ogni modo, se non ne parli più di questi argomenti per un pò di tempo, non ti farà male.