Perchè questo blog

Pubblicato il 29 Maggio 2014 da Veronica Baker


Perchè questo blog

I decided long ago
Never to walk in anyone’s shadow
If I fail, if I succeed
At least I live as I believe
No matter what they take from me
They can’t take away my dignity
Because the greatest love of all
Is happening to me
I found the greatest love of all inside of me
The greatest love of all is easy to achieve
Learning to love yourself is the greatest love of all

E’ dal 1986 che queste parole sono incise in fondo al mio cuore.

Torno indietro per un attimo nel tempo : la prima chiusura – dopo sette anni dall’apertura – nell’Agosto 2010 del mio blog allora chiamato Metropolis Project, ed allora ritenevo che non avrei mai più pubblicato nulla in rete, anche se poi a distanza di un anno e mezzo ci fu la sua riapertura con il nome A sound of silence.

Già allora ritenevo che avere un numero di lettori troppo grande e sempre crescente – come allora accadeva giorno dopo giorno – fosse in realtà controproducente .

Perchè in Ita(g)lia – ed in generale in tutto il mondo – non puoi avere certi numeri senza che “qualcuno” decida che deve calcare il tuo palcoscenico  pur di farsi notare.

E semplicemente realizzai che non puoi dire su larga scala quello che pensi se sei da sola.

Loro sono “tutti”.
Se scrivi su di un loro blog nei commenti, semplicemente ti bannano, oppure ti filtrano.
Se scrivi in un tuo dominio personale ed ottieni un numero di lettori significativo , sarai hackerata e spammata finchè non riusciranno nel loro scopo.

Odiano, odiano, odiano.
Odiano con l’odio di popoli che odiano per secoli, che vivono nell’odio, che fanno dell’odio la loro ragione di vita.

L’italiano medio è portato ad odiare l’altrui persona atavicamente.

E non è una questione di ottimismo e di pessimismo, è (purtroppo) la nostra storia che ce lo insegna.

Ed allora capii che ero io che dovevo realizzare e capire qualcosa.

Ad esempio, non mi sognerei mai di andare a spammare e/o hackerare qualcuno semplicemente perchè ha un blog od un sito in cui scrive cose in cui pensa diversamente oppure diametralmente da me.
Proprio non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello .

Come nemmeno ho mai invidiato nessuno per avere avuto qualcosa in più di me, oppure per avere raggiunto successi o traguardi che mai raggiungerò.

Non solo trovai intollerabile che non potessi dire quello che pensavo solo perchè era ritenuto che stessi calcando un palcoscenico più o meno importante.
Ma soprattutto perchè in Ita(g)lia questa tendenza all’odio viene esasperata più che in qualsiasi altro stato a causa della POLITICA (da stadio).

Perchè questo blog

Politica che in Ita(g)lia è semplicemente una scusa per poter odiare qualcuno senza sembrare cattivi e malvagi, esattamente come i tifosi più esagitati vanno allo stadio e vedono la squadra nemica non come avversaria, ma proprio come il male assoluto da abbattere e da distruggere con qualsiasi metodo, lecito o non lecito.

Sfortunatamente, se fai numeri (inteso come lettori di un blog), in Ita(g)lia fai politica, anche se non lo vuoi.
In realtà, in tutto questo appresi anche un’altra lezione, molto più importante, e soprattutto molto più positiva.

Uno dei motivi per cui mi è sempre piaciuto scrivere è che si è portati – almeno a me capita così – ad indagare le proprie ragioni.

Voglio dire, innanzitutto l’idea di chiudere il blog allora mi diede un senso di soffocamento, e contemporaneamente ha contribuito a spiegare a me stessa per quale ragione scrivevo.

Ma nello scrivere, anche su un diario (pubblico o meno) quel che si pensa, si finisce sempre per descrivere ciò che si è, ed è per questo che scrivere aiuta.

E questo era anche il motivo per cui chiedevo ai lettori più o meno silenti di argomentare e di scrivere, chiedendo pareri, oppure semplicemente presentandosi, in maniera tale da poter identificare meglio il carattere ed il modo di pensare di chi mi stava seguendo (con interesse).

E ne appurai una cosa decisamente evidente : l’incredibile scarsa autostima che generalmente le persone hanno di loro stesse.

Questo fatto mi è tornato in mente proprio in questi giorni , ripercorrendo il mio percorso di vita e verificando i numerosi errori che ho commesso, ritrovando a ritroso tutti gli episodi che mi erano capitati in passato (soprattutto nel corso dei miei studi,ma anche all’interno della mia famiglia) che come scopo finale avevano proprio l’abbattimento della mia alta autostima che allora avevo.

Voglio dire , nella maggior parte dei casi , il tipo di presentazione del lettore medio era più o meno questo :

“Mi chiamo XYZ, sono un umile peone quasi senza intelligenza, ho un lavoro che non mi soddisfa per niente, e mi piace leggere quello che scrivi perchè non capisco un tubo degli argomenti che tratti.

Voglio però sentirmi vivo, ma non ho il coraggio di cambiare e sono una persona grigia e vuota“.

Non sono certo l’unica ad avere letto presentazioni del genere, perchè navigando nel web ne ho viste a centinaia e centinaia del genere.

Perchè ?

Già avere voglia di leggere qualche cosa in rete era un plus significativo per la considerazione della apertura mentale e della voglia di conoscere da parte del lettore medio del mio blog.

Ma quello che mi colpisce – e che come messaggio è possibile riscontrare in tutti i mass-media di oggi – è che viene diffuso un effetto Pigmalione al contrario (od effetto Rosenthal), per cui qualcuno (mediocre) che non vuole essere superato in una gara qualsiasi tenderà a convincere i propri concorrenti di non essere in grado di sostenere la gara stessa.

Un professore mediocre all’Università (come quelli che ho avuto io , ad esempio, a partire dalle scuole elementari, fino alle medie e soprattutto alle superiori), nonché dei colleghi mediocri, fino ad un capo mediocre : tutti hanno interesse a demotivare, a convincere di valere poco, di non essere capaci di nulla.

Queste erano le descrizioni del lettore “medio” che ho ricevevo nel corso degli anni, e da qui ho iniziato ad esempio a comprendere che nei miei confronti c’era sempre stato un eccesso di disistima nei miei confronti  sin dalla mia infanzia quando andavo sia alle scuole elementari che a quelle medie : costantemente i miei voti venivano abbassati perchè ero “troppo” brava e quindi “non dovevo vincere sempre”.

Ovviamente, la maggior parte di noi  NON è così , anzi : ci sono molte persone che sono mediamente molto interessanti, nonostante presentazioni di bassissimo livello tipo quelle che ricevevo.

Per cui, le ragioni erano sostanzialmente due , coincidenze opposte e singolari :

  • Presentazioni assai anonime e quasi da scazzati, privi di autostima
  • Al contrario, le medesime persone nella realtà sono piene di interessi ed hanno voglia di comunicare e di parlare fra di loro, quindi esattamente l’opposto

In poche parole, molto migliori di chi si crede di essere.

Ed inoltre, le persone in cui la maggioranza credono essere migliori sono – e me ne sono resa conto nelle vicende che ho vissuto – delle nauseanti distese di piccole miserie umane, vite indegne di essere vissute.

Una sorta di stravagante “Disforia”: la gente percepisce se stessa come persona molto meno interessante di quanto non è se poi coinvolta in una discussione.

Autostima

Rileggendo le discussioni, ho notato un fenomeno ancora più interessante : in tutti i thread dove si parlava di che cosa piaceva fare o che leggere mostravano un “profondo senso di liberazione”, una sorta di “coming-out” sul fatto di avere degli interessi che nella vita di tutti i giorni si devono nascondere, perchè considerati passatempi od interessi non appropriati con il pensiero comune.

Una sistematica oppressione , derivante dalla cultura imperante e frivola (quella che viene propinata tutti i giorni dagli Illuminati sulle tv, giornali, internet, social network),e che sistematicamente si propone a costringere (o quantomeno a convincere) ognuno a :

  • Nascondere di avere qualsiasi interesse, per evitare di venire assalito da chi, essendo mediocre, teme di essere sorpassato.
  • Costringere chi ha interessi ad (auto)considerarsi più debole, meno interessante, meno creativo, in poche parole più solo : vivere la propria passione in clandestinità.
  • Devastare l’autostima di chiunque mostri di uscire dalla mediocrità, in modo che non abbia mai il coraggio di mostrarsi, di socializzare con altri, di mostrarsi per cosa è.
  • Ridurre queste persone all’invisibilità, lasciando spazio di visibilità solo a chi è assolutamente mediocre, ma (attraverso il gruppo) è aggressivo e incombente.

D’altra parte, sia la chiusura allora del mio blog , sia le vicende susseguenti, mi hanno spinta a chiedermi che cosa realmente mi spingesse a scrivere , oltre poi a chiedermi naturalmente a chi, per chi e soprattutto che cosa.

Allora mi mi illudevo nel dire che il blog NON aveva scopi, perchè era palesemente falso.

Vedere migliaia di persone letteralmente distrutte nell’autostima, soltanto perchè si è voluta minare la loro sicurezza ed autonomia, era una cosa che non piaceva per nulla sin da allora.
Forse e soprattutto anche perchè erano situazioni che avevo vissuto anche io.

Chiudere mi ha costretto a chiedermi perchè scrivevo.
Che forza mi spingeva, a chi scrivevo, perchè.

E dopo poco lo capii, imparando a distinguere con il tempo contro CHI scrivere e – conseguentemente – CHI combattere, creando una sorta di specchio che mostrasse a me stessa che non riusciranno MAI a distruggere la MIA autostima.

Che coloro che vogliono questo da tutti noi (ed ogni giorno i messaggi che arrivano dai massmedia esterni sono di questo tenore, ecco fra la altre cose perchè non mi interessa più seguire o partecipare nelle discussioni nei siti e/o leggere giornali o guardare con interesse la televisione) sono i veri “stronzi” che – non contenti dell’anestetico che somministrano nella vita di tutti i giorni per rendere la nostra vita sempre più difficile – vogliono devastare la nostra autostima personale.

Qualcosa che, in definitiva, spezzi questo assurdo pseudo-pudore presente nella maggior parte della gente per il quale i migliori sono spinti a disprezzare sè stessi, e ad ammirare i peggiori.


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