Non ragionam di lor, ma guarda e passa

Pubblicato il 14 Maggio 2013 da Veronica Baker


Non ragionam di lor, ma guarda e passa

Non ragioniam di lor, ma guarda e passa (Divina Commedia, Inferno, Canto III, 51)

Se ormai non intervengo più in nessun blog e/o sito , e da un paio d’anni scrivo in rete a titolo esclusivamente personale, pur avendo tenuto fino a pochi giorni fa una rubrica periodica (EcoAnemia) in una web-TVradio piuttosto seguita , una ragione (almeno dal mio punto di vista) c’è.

Oggi purtroppo viviamo nell’era della cafoneria dilagante : insulti nel web,offese gratuite ,il grillismo – cioè la volgarità gratuita alla massima potenza , mai propositiva, ma esclusivamente distruttiva – imperante .
La democrazia è vista come diritto alla maleducazione, e non più come luogo civile di esprimere le proprie idee.

Questo porta talvolta ad esporre le proprie argomentazioni (spesso se si sa essere giuste) in modo rabbioso e con parole forti , con il risultato finale che non ci sarà più un confronto, ma uno scontro ; ma questo è il terreno preferito dai cafoni senza argomenti, i quali per di più a tutti i costi pretendono di convincere con la forza della presunta bontà delle loro idee senza capo nè coda.

D’altra parte la maggioranza della gente ha totalmente disimparato a pensare in modo autonomo con la propria testa ;e proprio per questo motivo personalmente negli ultimi tempi ho definitivamente rinunciato a dialogare con chi non vuole o soprattutto fa finta di non capire, alla fine è esclusivamente tempo perso confrontarsi con dei morti neuronali .

Anzi, quando si sa di essere dalla parte della ragione questi elementi sono solo dei possibili disturbatori della propria serenità interiore e nulla più.

Inoltre ritengo che chi desideri un cambiamento radicale della società (invece che semplicemente aspirare ad un miglioramento graduale della propria situazione) non faccia altro che spostare sul piano collettivo le problematiche che non è riuscito a risolvere a livello personale : coloro che non sono riusciti ad ottenere in termini di benessere economico/considerazione sociale (o qualsiasi altra motivazione ) quello che si aspettavano tendono a desiderare una nuova società più giusta,più equa e  soprattutto più solidale, nella quale pensano che le loro legittime aspirazioni verrebbero finalmente soddisfatte .

Il “vantaggio” di spostare le loro rivendicazioni dal piano individuale a quello politico/sociale è di tipo esclusivamente psicologico :  così facendo trasformano il dolore interiore proveniente dalla sensazione di fallimento personale in un senso di gratificazione derivante dal sentirsi moralmente migliori di coloro che – nella maggior parte dei casi solo apparentemente – sono concentrati solo nella cura del proprio particolare .

Sul piano pratico invece per ottenere un cambiamento concreto della situazione ( e per migliorare il mondo intorno a noi ) sarebbe più utile raddoppiare gli sforzi nella cura del proprio orticello personale invece che aspirare a cambiare il mondo .

Questo fu anche il motivo (l’unico per altro) per cui all’epoca nell’Agosto del 2010 decisi di sospendere per qualche settimana sia le pubblicazioni sul mio blog , sia la corrispondenza che tenevo  ; semplicemente perchè stavo notando che le discussioni tendevano a divenire sempre più tese e meno costruttive, e quindi non più serene; per cui allora decisi che staccare la spina temporaneamente era la cosa migliore .

Poi – come capita spesso – gli eventi della vita cambiano le nostre intenzioni e spesso ( anche se solo temporaneamente ) fanno differire e/o cambiare i nostri progetti iniziali.

Ma questa è un’altra storia.

Non ragionam di lor


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