Pubblicato il 30 Novembre 2009 da Veronica Baker
Moral-politica e campagna mediatica del Biscione (1)
Importante premessa.
Chi scrive questo articolo era naturalmente a conoscenza da anni della situazione degenerata negli ultimi mesi per i noti fatti occorsi a Roma.
Per altro tutto ciò era noto anche a moltissime altre persone, dell’ambiente e non.
Inoltre molti di voi ricorderanno che proprio in questo blog all’inizio del mese di Luglio era stato pubblicato un post intitolato “Gates of Hell” dal contenuto abbastanza inusuale ed inatteso.
Questo era un classico esempio di messaggio in codice che in pochi potevano al momento capire (e sulla veridicità di quanto sto dicendo, basta fare un veloce raffronto fra le date, scoprirete che magicamente coincidono).
Il fatto è che avevo intuito – sulla base di certi fatti che menzionerò nella seconda parte di questo post – quello che stava succedendo e che dopo qualche tempo sarebbe divenuto di pubblico dominio.
Non occorreva naturalmente essere dei geni per comprendere che quella che stava dietro era una precisa strategia politica.
E la sottoscritta – che da sempre combatte contro le ingiustizie, le cattiverie, le malelingue,le falsità – e che è parte integrante di una comunità da sempre maltrattata e massacrata, non poteva che sin dall’inizio fare una scelta di campo ben precisa, netta .
All’apparenza assolutamente sorprendente e fuori luogo.
Ma chi ha vissuto a stretto contatto con certe realtà e ne conosce i particolari più intimi e sempre taciuti, non poteva che comportarsi in questo modo.
Ed ancora una volta, questo blog ha avvertito in anticipo su ciò che sarebbe accaduto nei mesi successivi.
L’Italia è immersa nel gelo.
Un paese in crisi, che si è quasi arreso.
Uno stato in pessima salute.
E l’economia del paese – che lo Stato italiano non può e soprattutto non vuole tutelare – diventa un gustoso bocconcino per i potentati finanziari internazionali con la complicità di quelli interni.
Nuove acquisizioni, nuove fusioni, nuove vendite.
Fabbriche che chiudono, lavoratori accompagnati fuori dai cancelli senza tanti complimenti.
Tuttavia la maggior parte della gente comprende poco o nulla di quello che sta accadendo.
In effetti dovrebbe avere paura, molta paura.
Ma questo terrore erroneamente lo indirizza verso i poveri cristi, gli stranieri immigrati clandestini e non.
Ma sono altri gli stranieri pericolosi : quelli che si stanno comprando gradualmente i pezzi più pregiati dell’Italia.
E per questo sfacelo la politica italiana dovrebbe recitare solamente il “Mea Culpa” : tutti insieme appassionatamente, governi ed opposizioni, nessuno escluso, nel corso degli anni hanno dato il loro contributo più o meno rilevante.
Corruzione, incompetenza, voracità, avidità, palese disonestà, arroganza, maleducazione, volgarità, ignoranza, ricatti, ricattini e colpi bassi.
Roma : una città simbolo del declino di un paese intero.
Periferie degradate e squallide, dove di notte le forze dell’ ordine non vi mettono praticamente piede.
Nel cuore della notte si vedono uscire gli animali più strani.
Animali notturni.
Predatori e rapaci.
Ma anche e soprattutto prede destinate al sacrificio.
Una umanità ai margini , una umanità che non conosce la legalità di un paese che di suo già non sa nemmeno che cosa sia.
La notte spegne le luci.
Nel buio tutti i volti sono uguali.
C’è chi organizza convegni eleganti e dispendiosi circondandosi di disponibili donnine e di escort in cerca di un posto al sole.
E c’è chi invece salta il fossato e varca il confine di notte, di nascosto dalle luci della ribalta.
Droghe, sesso, alcool.
La prima a divertirsi è l’Italia dei VIP, frivola e leggera : anchorman e presentatori televisivi, cantanti, attori cinematografici e televisivi, calciatori, piloti.
Tutti noti e di successo.
Ma industriali, finanzieri e politici non sono certo da meno.
La cocaina ha ormai una diffusione di massa senza distinzione di classe, ceto, razza e classe di età .
Il sesso accompagna le nostre vite, anche se nella stragrande maggioranza dei casi nelle forme “parlate”, “virtuali” e “non consumate”.
Eccessi che si configurano come nuove patologie della società postmoderna del benessere.
Ma la festa è finita ed i botti della crisi – quella vera e non il sentore che abbiamo solamente visto – non sono più così lontani.
Nella forma dell’amore mercenario offerto dalla prostituzione ai vari livelli, i suoi consumatori sono alla continua ricerca di un prodotto nuovo che “faccia tendenza”.
Le trans costituiscono una relativa novità del mercato del sesso.
Merce fresca di una società stretta da una parte dalla transofobia alimentata dal Vaticano e dalle destre cattolico/bigotte, e dall’altra da una falsa tolleranza proveniente da sinistra che cela altre forme di sfruttamento molto più nascoste (“The gates of Hell”, come a suo tempo personalmente le definii).
La trans fa tendenza, e molto, soprattutto in questo momento.
Così come in un qualsiasi brand ed in una qualsiasi nicchia di mercato, l’offerta prevalentemente si rivolge dove c’è maggiore richiesta.
Certo, ci sono situazioni e storie come quella di chi sta scrivendo questo post.
Ma la stragrande maggioranza di noi non sono purtroppo così fortunate.
Le trans di origine latinoamericana vivono molto spesso ai margini della società, in clandestinità e costrette esclusivamente dalle circostanze ad occupare le periferie cittadine.
In appartamento o sulla pubblica via, nulla cambia.
I clienti sono molto, molto importanti : gente di classe , abituata a vivere nel lusso.
Che per il senso della trasgressione, del proibito, per le leggende metropolitane cui spesso si sente parlare, per l’immaginario erotico portato a livelli parabolici, e contemporaneamente per il senso di rifiuto di tutto questo da ostentare nella vita di tutti i giorni, devono recarsi fuori dal mondo “normale” per vivere – quantomeno per qualche ora – in quello “anormale”.
In questo ambiente imperversavano ignoti – almeno fino a qualche mese fa – Carabinieri, che hanno varcato il confine fra legalità ed illegalità per poter godere degli agi che normalmente un uomo con la divisa non può permettersi.
Personaggi tristemente simili agli sbirri corrotti e delinquenziali dei film americani .
I quattro militi avevano infatti costruito un giro di ricatti ed estorsioni con impressionanti possibilità di lucro, come per altro aveva già mostrato a suo tempo il “paparazzo” Fabrizio Corona.
Con estrema facilità potevano ricattare ed estorcere denaro ad una comunità da sempre ai margini come quella delle trans sudamericane e clandestine, le quali, proprio per la loro intrinseca debolezza potevano essere facilmente costrette a partecipare ad attività poco edificanti.
Inoltre, grazie all’ottima conoscenza del giro di prostituzione nell’ambiente delle trans e dalla loro facilissima ricattabilità, i carabinieri avevano non solo la possibilità, ma soprattutto i mezzi per praticare il ricatto nei confronti di personaggi dell’Italia “vippara” che si erano fatti incautamente sorprendere in compagnie che la nostra bigotta società ritiene equivoche e vergognose.
Ed infatti il materiale scottante poteva essere facilmente rivenduto ad agenzie fotografiche od a giornaletti scandalistici o “gossippari” destinati ad un pubblico di lettori affamati di storielle morbose e desiderosi di compiacere il loro ipocrita moralismo.
Marrazzo – che per le sue “debolezze” ha pagato rovinando totalmente quanto di buono poteva forse avere fatto negli anni precedenti – è caduto in una rete, in una trappola predisposta e organizzata per motivi ben precisi.
Un gioco sicuramente già tentato in altre occasioni con successo : il malcapitato di turno veniva sorpreso in uno squallido appartamento con una trans durante un’irruzione simulata e ripreso con un cellulare.
Esposto e vulnerabile il facoltoso soggetto in questione decideva di cedere al ricatto e di pagare senza sospettare che si trattava di una trappola.
Per altro, questi carabinieri mi ricordano quelli dei film di Quentin Tarantino, esibizionisti che non brillano per particolare intelligenza, vedi richiedere il pagamento delle somme oggetto di ricatto con assegni.
Le “debolezze” di Marrazzo erano già note alla sottoscritta da anni, che notoriamente abita dall’altra parte dell’Italia e che non si reca a Roma da più di venticinque anni.
Le voci circolano e determinati fatti sono risaputi in certi ambienti.
Il binomio sesso e droga non incontra infatti solo il favore di una buona parte dell’Italia dei VIP, ma anche quella delle stanze della “politica che conta”, in modo assolutamente bipartisan.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Se in questa storia l’ex Presidente della regione Lazio – già notissimo giornalista e conduttore del programma televisivo di denuncia dei raggiri “Mi manda Raitre” – fa la figura dell’ingenuo e dello sprovveduto che si è lasciato fin troppo facilmente irretire da soggetti che non si distinguono per particolare genialità e ingegnosità nel porre in essere le proprie attività criminali, ciò avviene perché l’Italia del Potere – soprattutto nella politica – ritiene di essere molto più coperta e protetta dell’altra Italia, quella “vippara”, crapulona e, sotto determinati aspetti, più innocua.
Infatti perchè Marrazzo paga e non denuncia ?
Per altro, c’è molto che non quadra.
Se il ricatto costituiva fonte di remunerazione perpetua, perché alzare il tiro e tentare il colpo grosso ?
Perché prendere di mira un personaggio della “politica che conta” che, come tale, avrebbe conoscenze e mezzi sufficienti per contrastare agevolmente la situazione ?
Non sarebbe stato più conveniente per i carabinieri mantenere un profilo più basso e proseguire nelle consuete attività estorsive ?
L’impressione è che ci siano degli interessi occulti molto importanti.
Tutti i protagonisti della vicenda , nell’immediatezza dell’arresto, ripetono che “sono entrati in un gioco più grande di loro”.
Ma nel frattempo da allora ci sono stati due persone – il pusher Cafasso, colui che pare avere ripreso fisicamente con il cellulare Marrazzo – e la trans Brenda, i quali hanno perso la vita in circostanze che fanno pensare all’intervento di qualche branchia dei servizi segreti o di qualche occulta agenzia che si è probabilmente servita di qualche elemento della malavita capitolina pagato per l’occasione.
Inoltre, elementi accertati e sicuri sono gli approcci della banda con l’agenzia fotografica Photo Masi ed i giornali di area berlusconiana e di centrodestra (Mondadori e Angelucci, editore di “Libero”).
Inizialmente è Cafasso a contattare “Libero” – allora ancora diretto da Vittorio Feltri che nel frattempo, toh che strano, è diventato direttore de “Il Giornale” che nelle ultime settimane si è distinto in una campagna moralistico/bigotta ed in una informazione assai parziale che fino a qualche mese fa non mostrava – per vendere lo scottante filmato.
E quelle immagini scottavano davvero se il pusher – che forse era presente durante l’irruzione simulata e aveva ripreso l’intera scena – viene “fulminato” da un’overdose pochi giorni dopo.
Se di morte provocata si tratta – e da quel che sta emergendo non ci sono molti dubbi – l’autore voleva riparare all’errore di aver riposto “fiducia” in una persona poco affidabile e lanciare un messaggio a tutti coloro che sono coinvolti nel fattaccio.
Quindi il primo tentativo di “vendere” il filmato a “Libero” va a vuoto, così come quello di rivolgersi al periodico “Oggi” edito dalla RCS, gruppo rappresentativo del grande capitalismo italiano che, fra le altre cose, possiede il “Corriere della Sera”, il “Sole 24ore” e la “Gazzetta dello Sport”.
Eppure il film fa ugualmente il giro d’Italia ed è visionato da mezzo mondo del giornalismo italiano, soprattutto vicino al centro-destra.
Ma nessuno pensa mai di informare gi inquirenti.
Perché ?
Pare che un ruolo non secondario sia rivestito da Signorini, il “re del gossip”, uomo di punta della Mondadori e direttore dei settimanali “Chi” e “TV Sorrisi e Canzoni”.
Quando è deflagrato lo scandalo Noemi, Signorini ha curato una minuziosa campagna stampa per recuperare l’immagine di un Berlusconi ottimo padre di famiglia e marito premuroso.
E dopo essere venuto a conoscenza del filmato dei carabinieri ha avvertito Marina Berlusconi che a sua volta ha informato il padre.
Il Cavaliere è traballante, la sua credibilità è scossa da ripetuti scandali : Noemi Letizia, la D’Addario, le festicciole in Sardegna, il divorzio della signora Veronica.
Berlusconi comincia a sentirsi franare il terreno sotto i piedi.
Gli attacchi non sono pochi e non provengono solo dai tradizionali avversari dell’opposizione riferibile all’area di Di Pietro o dal gruppo “Repubblica/L’Espresso”.
Si sta combattendo una guerra a colpi di penna e di inchiostro, stilettate sferrate da giornalisti che si dividono fra pro e contro Berlusconi.
Il quale non si fida molto dei suoi se in Parlamento è costretto a chiedere ogni volta la fiducia nonostante la larga maggioranza.
Il Cavaliere sa che non può personalmente permettersi di perdere il potere perché sarebbe il capolinea.
Per ogni schiaffo è pronto a restituirne dieci , ed anche sul fronte “sessuale” è necessario porre rimedio e rintuzzare i colpi degli avversari politici e non.
Tra la fine dell’estate e l’inizio d’autunno è ormai pronta una campagna aggressiva a mezzo stampa.
Berlusconi richiama lo “squadrista mediatico” e propalatore di messaggi intimidatori Feltri che da “Libero” ripassa al “Giornale” per sostituire Mario Giordano.
Ogni regola salta e il cannone spara a vista.
La corazzata è compatta e raccolta attorno al premier .
Fra i bersagli il direttore de ”L’ Avvenire” Boffo che è costretto alle dimissioni, il giornalista di “Repubblica” – già volto familiare di Raitre – Corrado Augias accusato di avere un passato come spia al soldo dei comunisti cecoslovacchi e lo stesso Gianfranco Fini ansioso di sganciarsi e prendere le distanze dal leader della sua coalizione.
Feltri soprattutto non si risparmia intingendo la sua penna nel veleno che gli è abituale.
Sono alte le teste che cadono su questo campo di battaglia.
Boffo, Marrazzo, le cui storie si tingono di inclinazioni sessuali e di frequentazioni che sono quotidianamente oggetto di scherno, pregiudizio e di esibizioni d’ipocrisia selvaggia da parte dell’Italia più moralista e bigotta.
La stessa cui allo stesso tempo poco importerebbe se – per caso – i festini berlusconiani coinvolgessero per davvero minorenni e cocaina.
Far scoppiare il caso Marrazzo è utile al Cavaliere per colpire un avversario politico e sottrarre al centrosinistra la regione Lazio, oltre che per distogliere l’attenzione mediatica dalle proprie vicissitudini.
Ma non tutto va per il verso giusto, perchè i carabinieri ancora impegnati nella trattativa sono pedinati da alcuni colleghi.
Qualcosa sta per accadere .
Solo allora Berlusconi telefona personalmente a Marrazzo – ingenuamente ignaro di quello che si stava consumando alle sue spalle – lo informa e lo convince a recuperare il filmato presso la Photo Masi che aveva avuto un ruolo nella mediazione fra i militi e i giornalisti.
Giochi di potere e “politica sporca e dei colpi bassi” così in voga in Italia.
In aggiunta due morti più che sospette che appesantiscono la vicenda.
L”incidente” occorso a Brenda assume un più denso significato nel contesto di questo affare.
Si sospetta che, presumibilmente, chi ha inscenato la morte della trans abbia voluto eliminare una testimone fondamentale e coprire i nomi dei personaggi eccellenti coinvolti come clienti.
Due cellulari sarebbero spariti e il PC di Brenda sarebbe stato gettato nel lavandino del suo appartamento con il rubinetto aperto.
Ma ancora una volta i conti non tornano.
Già minacciata e picchiata da ignoti balordi probabilmente su commissione, era però senza alcuna protezione pur essendo un’importante testimone del caso che ha determinato le dimissioni del Presidente della regione Lazio.
Ma la sua testimonianza avrebbe dovuto preoccupare più i “ricattati” o i “ricattatori” ?
Inoltre sono più importanti i cellulari scomparsi od il PC rimasto in bella vista e quasi collocato con un pizzico di platealità ?
Per quanto l’incarico possa essere stato commissionato a piccoli delinquenti o balordi da strada, è veramente difficile concepire elementi così pasticcioni e malaccorti.
Chi ha voluto lasciare quel PC, in quella maniera, in quel lavandino aveva previsto tutte le conseguenze.
Sapeva che l’attenzione dei media si sarebbe concentrata sulla lista piuttosto che non sulla banda che si è servita dei diversi personaggi.
La storia raccontata da giornali e televisioni è stata data in pasto ad un pubblico che ormai non si fa più domande ma, esclusivamente, recepisce non corrisponde ovviamente al vero.
Il fantasma dei servizi segreti è sempre più presente.
E coincidenze con il tristissimo fatto accaduto alla stesso numero civico poco più di trenta anni fa – il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro – ce ne sono sinistramente molte.
Tenendo conto soprattutto che molti immobili locati in questo indirizzo appartenevano – ed appartengono tuttora – a società gestite da fiduciari dei servizi segreti civili.
Oltre al fatto che il PC abbandonato nel lavandino completamente inzuppato d’acqua richiama alla mente il misterioso allagamento che fece “scoprire” il covo brigatista di via Gradoli.
Misteri di cui molto probabilmente non avremo mai nessuna risposta certa.
Esattamente come allora.
L’unica cosa certa è l’incredibile ed allo stesso tempo incresciosa campagna mediatica perpetrata dal gruppo del Biscione nei confronti di una comunità già fra le più deboli e bersagliate.
Ma questo sarà il tema predominante della seconda parte di questo lungo articolo.
(1 – continua)