L’Umanità di una volta

Pubblicato il 25 Gennaio 2023 da Veronica Baker

Occorre lavorare per vivere.
Non per soddisfare le necessità che il marketing crea.

Veronica Baker


L’Umanità di una volta

Umanità di una volta
Da piccola i miei nonni materni mi hanno insegnato tante bellissime e buone abitudini…

Da piccola i miei nonni materni – con cui regolarmente trascorrevo insieme le vacanze estive – mi hanno insegnato tante bellissime e buone abitudini.

Mio nonno Giovanni era un contadino.
Di giorno lavorava come operaio in una famosa industria chimica di proprietà belga (la famigerata Solvay di Rosignano) nella provincia di Livorno.

E poi tornato dal lavoro (ed il sabato mattina) come contadino in un podere.
In più curava pure (e molto bene) il suo orto personale, quello dove ho passato la mia infanzia.

Mia nonna Lida era una casalinga, che in tutte le maniere cercava di fare quadrare il (magro) bilancio per arrivare alla fine del mese.

In poche parole, gente con le mani grosse da lavoratori della terra.
Povera ma allo stesso tempo sobria.

Dai fianchi larghi e che non conosceva il lato esoso della vita.
Anche perchè non avevano molto da scialare, in effetti.

Tutte queste ottime abitudini, così legate al buon senso ed alla nostra natura (intrinseca), mi hanno sempre ricordato come fosse importante la buona gestione (finanziaria, ma non solo) di tutto ciò che possediamo.

E naturalmente mi hanno anche aiutata nell’organizzazione della vita di tutti i giorni.
Ricordandomi che non è sempre necessario spendere.
Soprattutto per acquistare un qualche cosa di cui effettivamente non si ha realmente necessità.

Eccone per esempio qualcuna, di quelle che potrebbero facilmente seguire tutti :

Non si butta niente perché tutto si può trasformare in qualcos’altro, basta conservarlo bene (e ricordarsene).
Una tovaglia rovinata può facilmente essere riciclata ed utilizzata per fare delle presine, degli strofinacci, una piccola tenda.

Le luci elettriche devono rimanere spente finché c’è luce naturale.
Basta avvicinarsi alla finestra se si necessita di una fonte luminosa.
Personalmente ho messo la scrivania del mio ufficio (e la postazione PC) proprio vicino alle finestre.

Risparmiare anche quando si può spendere di più.
Chi sa vivere con poco, può vivere anche con di più.
Il contrario invece non funziona, i viziati hanno vita breve.

E’ inutile vestirsi tutti i giorni in modo diverso.
“Chi va bello sempre non va bello mai”.

Impara a fare più cose possibili da sola.
Dà soddisfazione e rende sempre più autonoma.
“Non far fare ad altri ciò che puoi fare tu da sola”

Occorre lavorare per vivere.
Non per soddisfare le necessità che il marketing crea.

La sobrietà è uno stile di vita.
Più un modo di essere che di avere.

Uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti.

No, questa non è la solita predica buonista da quattro soldi dei soliti “sinistri mondialisti” che parlano sempre di “riciclare”, “salviamo il pianeta”, “consumiamo di meno” ed altri espressioni prese dal loro frasario che ripetono a pappagallo in ogni salsa.

Ma è semplicemente il mio stile di vita.


Modelli di riferimento

L'Umanità di una volta
Il modello di riferimento è la nostra guida…

Tutti noi, nel bene o nel male, abbiamo avuto i (nostri) modelli di riferimento.
Qualcuno che ci ha indicato la via in modo più o meno coscienzioso, volente o nolente, intenzionalmente o no.

Il modello di riferimento è la nostra guida.
Quella che ti porta a vedere il mondo in un modo che ti è consono e che ti piace.

Tutti, credo, la abbiamo tuttora, oppure sicuramente la abbiamo avuta.
Basta sapersi guardarsi dentro.

Personalmente ho avuto due grandissimi modelli di riferimento.
Il primo è la mia mamma.

Lei nella mia infanzia (ed anche dopo) c’è sempre stata.
Mi ha sempre dato fiducia.

E mi ha permesso (nei miei studi) di fare quello che volevo.

A patto che lo facessi bene e coscienziosamente.

Il secondo modello, mia nonna.
La sua mamma.

La potevo vedere solamente due, massimo tre volte l’anno.
Perseverante, insistente, silenziosa, tenace, brontolona, intelligente, perspicace, pratica.
Una donna cui la vita non ha risparmiato proprio nulla.

Donne come mio modello personale.
Donne della mia famiglia.

Da sempre.

La mia mamma – già incinta di me – ha lasciato la sua casa, amici, conoscenze per spostarsi dalla Toscana a Milano per cercare lavoro come insegnante e sposare mio padre.
Una donna innamorata che ha compiuto una scelta difficile in un periodo in cui ogni opzione doveva essere ben ponderata.

Lei è stata sempre presente e soprattutto vicina a me.
Fino a quando è rimasta in questo mondo.

E mia nonna non è stata da meno.
Fra le altre cose, ha combattuto nella seconda guerra mondiale.
Ha lottato per decenni con un pugno di ferro.

Lei che aveva da sempre un problema al ginocchio che le impediva di camminare a lungo.


Si vis amari ama

Gli idoli della nostra gioventù sono speciali.
Ma gli eroi dei bambini sono immortali.

Soprattutto in anni dove lo sport era vero.
E non esclusivamente business come oggi.

Un mondo che, ahimè, non esiste più.

Di cui stiamo smarrendo non solo le fondamentali coordinate.
Ma soprattutto gli imprescindibili architravi.
Su cui fin dagli albori ha edificato la sua infinita e leggendaria storia.


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