Pubblicato il 28 Aprile 2023 da Veronica Baker
Non occorre essere dei geni per creare avatar tali da suscitare l’interesse degli interlocutori.
L’onestà ai tempi del metaverso

All’inizio c’erano soltanto Adamo ed Eva…
…poi sono arrivati i nickname, gli avatar ed il metaverso.
Ma gli esseri umani sono rimasti in fondo sempre gli stessi, con i loro pregi, difetti, vizi e virtù che non sono certo scomparsi con l’avvento del metaverso nel quale, anzi, tali particolarità tendono ad ampliarsi a dismisura.
Qui chiunque può indossare una maschera rendendosi irriconoscibile, trovando l’ambiente ideale per esprimere in libertà e senza timore di critica, quella sua interiorità che altrimenti sarebbe sopita e repressa.
In un mondo virtuale è quindi possibile trasformarsi, infatti, in qualunque cosa si desideri.
Non solo fisicamente cambiando l’aspetto esteriore con dei semplici click del mouse, ma anche (e soprattutto) dal punto di vista intellettuale.
Basta usare qualche motore di ricerca, trovare nel Web la foto giusta da inserire nel profilo, ed è possibile finalmente recitare quella parte che nel noioso grigiore giornaliero è normalmente preclusa.
Non occorre essere dei geni per creare avatar tali da suscitare l’interesse degli interlocutori.
E se poi si è anche in grado di donare un minimo d’emozione, mostrando colori che gli altri non hanno mai visto, facendo percepire loro suoni che non hanno mai ascoltato, se si è dunque in grado di far dimenticare con piccole e grandi storie la monotonia in cui troppe volte è immersa la normalità dell’esistenza, ecco che agli occhi di chi sta dall’altra parte dello schermo si diventa esseri speciali, intriganti, desiderabili.
Forse irraggiungibili.
Ma protagonisti indiscussi dei loro giochi e delle loro fantasie, correggendo tutti gli aspetti che non soddisfano, ridisegnando alcune parti del loro essere, cambiando qualche colore della loro esistenza.
Ma non tutti millantano.
C’è anche chi, con onestà sceglie di dare un’immagine di sè che corrisponde a ciò che realmente è.
E’ qualcuno che raramente s’incontra.
Il suo comportamento è diverso, lo si capisce subito perchè non sgomita continuamente nel disperato tentativo di ritagliarsi un effimero spazio di notorietà artificiale.
Una persona vera che non ha alcun bisogno del virtuale per essere se stessa.