Pubblicato il 14 Luglio 2011 da Veronica Baker
L’eticità di Brunello Cucinelli
”Sono convinto che ci troviamo di fronte a una nuova primavera dell’umanità : ci sarà più attenzione a che ‘non si faccia male all’uomo’, in generale ; ci sarà più dignità economica.
Lo si avverte”.
Ma come si concilia questa prospettiva con la realtà di una quotazione, con il rapporto con gli investitori, con le banche ? ”Non posso immaginare che non ci siano investitori – chiarisce – che non credano in questi grandi valori dell’uomo”.
E a costoro punta Cucinelli, ad azionisti fedeli che investano nell’azienda in un ottica di lungo periodo, nella consapevolezza che ”è sempre più difficile reperire risorse umane dal punto di vista dell’artigianalità”.
”Immagino soci investitori che credono in queste cose.
Che si prendano giustamente i dividendi, ma che non guardino all’1% in meno di Ebitda.Vorrei far capire ai miei investitori che se si perde la dignità dell’uomo si perde anche l’altissima qualità e l’artigianalità” che sono il punto di forza delle collezioni di Cucinelli e il valore aggiunto dell’azienda e del made in Italy in generale.[…]
[…] Dal punto di vista dell’acquirente, dunque, esiste la possibilità di sapere esattamente cosa si compra e come è stato fatto, nel rispetto o meno di taluni principi.”
”il problema di fondo oggi è questo: è giusto che in Italia qualcuno possa acquistare un pantalone a 19 € ?
Quanti soldi sono stati dati a coloro che lo hanno prodotto ?0,10 € forse ?
?Va bene se il medesimo pantalone viene venduto là dove viene prodotto, dove lo stipendio medio è di 250€ al mese.
Ma se lo trovo a Milano o a New York c’è qualcosa che non funziona, significa che il lavoratore non ha guadagnato quasi nulla”.[…]
Fonte : ADNKronos
Parole sante che non posso non condividere, ma troppo ottimista sui sani principi degli investitori istituzionali (i suoi advisor per la cronaca sono Mediobanca e Merryl/Bofa).
Basta conoscere un po’ il mercato per capire che gli squali ragionano solo nella direzione opposta, il profitto immediato.
Il lungo periodo ed i fondamentali oggi sono totalmente ignorati.
Cucinelli ha da sempre puntato su di un prodotto di nicchia e di qualità, com’è giusto che sia in un settore come il suo.
Ma si potrebbero riportare le stesse parole pari pari in tantissimi altri settori imprenditoriali.
La qualità oggi non paga, e chi lavora in questa maniera oggi raggiunge il pareggio di bilancio, ad andare bene.
E proliferano in tutti i settori gli abusivi, i fornitori di servizi di scarsissima qualità, oppure chi pur di prendere un ordine, un progetto, una commessa esce sottocosto od agisce con mezzucci di ogni genere.
Ma così viene strangolato il mercato del lavoro, così proprio come vogliono gli squali.
E un circoletto vizioso, da cui non esci più.
L’unica maniera per rimanere competitivi oggi è seguire la via intrapresa da Cucinelli.
Ma questo significa grandissimi sacrifici, notti insonni e pochi quattrini.
Ma la cricca mafiosa dell’UE che sta sulle nostre teste sta facendo di tutto per affossare definitivamente il mondo imprenditoriale (piccola e media) nazionale e non.
Any comments ?