Pubblicato il 19 Aprile 2023 da Veronica Baker
Tanto chi se ne accorge ?
Io robot

E’ il titolo di una raccolta di racconti di fantascienza, scritta da Isaac Asimov, che ha come protagonista la dottoressa Susan Calvin, una donna estremamente tenace, gelida, completamente assorbita dal proprio lavoro e dall’emotività più simile a quella dei suoi oggetti di studio, i robot, che a quella di un normale essere umano.
Asimov ne fa un personaggio di grande intelligenza e sangue freddo capace di sciogliere situazioni difficili create spesso dall’umana imperizia o negligenza, e che non fa mistero di amare più i robot degli esseri umani, perchè i primi sono incapaci di mentire.
Se però sono incapaci di mentire, i robot sono anche incapaci di decidere, quindi di avere quel libero arbitrio e quella flessibilità che solo la ragione umana, e non un cervello positronico, è in grado di esprimere.
Per quanto complesso possa essere, un computer resta sempre un computer.
Ogni decisione, ogni sfumatura, ogni piccola incongruenza, se non è stabilita e scritta nel programma, resta qualcosa che un meccanismo, un circuito elettronico non potrà mai percepire.
Ed in presenza di un semplicissimo errore, rimarrà irrisolta in eterno.
E’ noto che io non ami i Robot o, come si chiamano oggi con un termine più alla moda, la cosiddetta Intelligenza Artificiale.
E la mancanza d’amore nel mondo oggi è dovuta alla mancanza di anima della quale, ovviamente, i robot sono sprovvisti.
Provate a telefonare alla vostra compagnia telefonica o della elettricità in caso abbiate un problema.
Prima di arrivare ad un operatore in carne ed ossa (presente in outsourcing in una qualche sede sperduta in India di cui non esiste più neppure un indirizzo fisico ma solo una casella di posta elettronica dalla quale risponde, ovviamente, un bot, quindi un robot), occorre affrontare una specie di labirinto simile ad un gioco enigmistico, fatto di tasti e di abilità con le dita.
In poche parole occorre premere i tasti giusti prima che la comunicazione cada.
Altrimenti si deve ripartire dal punto iniziale.
Alla fine, dopo almeno una ventina di tentativi andati a vuoto, è possibile finalmente raggiungere un operatore : probabilmente l’unico della intera compagnia, oltre all’Amministratore Delegato, che, però, è occupato ad andare in giro con veline ed a farsi eleggere in Parlamento.
Immancabilmente il povero tapino vi risponderà che, per qualsiasi tipo di reclamo, dovrete inviare una email.
Dopo avere scritto una email arriverà però la solita risposta prefabbricata da un robot, a cui, ovviamente, non è possibile rispondere in alcun modo, altrimenti l’intera pratica sarà invalidata.
Stessa cosa accade con banche, assicurazioni ed uffici pubblici.
Ormai è un mondo di robot : di esseri umani ne sono rimasti pochissimi.
L’invasione è ormai completa.
Le macchine, i robot, i software ormai completamente gestiscono la vita di quello sparuto gruppo di esseri umani sopravvissuto (ancora per poco) all’estinzione.
Una specie dotata d’ingegno, di senso per il bello (o per il brutto), di sentimento di giustizia (o d’ingiustizia), di bontà (o di cattiveria), non ha più utilità, nè ragione d’esistere su questo pianeta.
E’ solo grazie ad un programma che, ormai, i robot la conservano e la nutrono in un contesto che è molto simile a quello di un acquario.
Una volta, tanto tempo fa, anche dietro a questo blog c’era una persona vera.
In seguito Google ha ritenuto che le persone vere dietro ai blog fossero del tutto inutili, così come erano del tutto inutili gli operatori che risolvevano i problemi alle persone vere (qualcuno ha davvero mai provato a contattare Google per risolvere un problema ?), e visto che in mancanza di persone vere non esistono più neppure i problemi veri, l’Amministratore Delegato di Google ha deciso per l’eliminazione totale di tutti i blogger umani.
Tanto chi se ne accorge ?