Imparare dai propri errori

Pubblicato il 13 Marzo 2023 da Veronica Baker

La scuola appiattisce tutti verso il basso.

Veronica Baker


Imparare dai propri errori

Imparare dai propri errori
Occorre semplicemente avere la capacità di mettere in dubbio una informazione ricevuta….

Molte persone non sono in grado di pensare da sole.
Né di valutare correttamente le informazioni ricevute.

Nè entrambe le cose.

Non occorre sempre e comunque essere esperti – od addirittura dei veri e propri professionisti – per poter correttamente avere una opinione.
Occorre semplicemente avere la capacità di mettere in dubbio una informazione ricevuta.

Saper pensare.
Avere un pensiero critico.
Saper utilizzare la logica.

Ed alla fine poter arrivare a fare le proprie considerazioni.

In poche parole stimolare il cosiddetto pensiero critico.
Quello che oggi viene regolarmente liquidato come “complottista” da coloro che vogliono imporre il cosiddetto “pensiero unico”.

In realtà basterebbe chiedersi più o meno questo :

“Hai mai avuto un momento nella tua vita in cui hai fatto qualcosa perché eri talmente presa dalla situazione che hai seguito senza riflettere ciò che facevano le persone intorno a te ?

E soprattutto, ti sei sentita influenzata da tutto quello che succedeva e che loro facevano ?
E più tardi pensi : come sono stata stupida !”

Solitamente sono eventi che capitano a tutti.
Soprattutto quando siamo giovani.
E quindi immaturi.

Anche io ovviamente, ripensando ai miei vent’anni, ora vedo quanto fossi stupida a quella età.

Ad esempio (una delle tante opinioni sbagliate che avevo allora !) ero convinta che l’UE fosse un progetto che avrebbe favorito l’integrazione fra i diversi paesi.
E che una moneta unica – l’Euro – fosse una “cosa buona e giusta”.

Ma ovviamente ero presa dal momento.
E non riuscivo a vedere altro.
Non avevo ancora imparato a riflettere in modo completamente critico ed autonomo.

Ma ben presto la realtà della vita mi ha portata a comprendere quanto di sbagliato ci fosse nella cosiddetta narrativa “ufficiale”.
E da quel momento ho iniziato a sviluppare un personale pensiero critico.
Senza prendere più nulla per oro colato.

Ed ecco il perchè in questo momento sono proprio i giovani ed i giovanissimi – e proprio a loro si rivolgono tutti questi “cospiratori dell’umanità” – a credere nella narrativa ufficiale.

Proprio perchè non hanno ancora avuto il tempo di crearsi autonomamente uno spirito critico.
Esattamente ciò che il cosiddetto sistema educativo/scolastico moderno vuole distruggere sempre di più.

Il “ruolo” degli insegnanti

È importante comprendere come la scuola abbia ormai come scopo insegnare a “disimparare” piuttosto che ad “imparare”, sottoponendo i bambini e gli adolescenti ad un’intensa falsa propaganda prima per staccarli dai genitori, e poi per “riciclarli” facilmente nel sistema senza che si pongano troppe domande.

Ma il vero ruolo dell’insegnante dovrebbe essere quello di “formare” prima che “insegnare”.
E per formare le persone occorre in qualche modo essere modelli, per essere credibili.



Il ruolo dell'insegnante
Se ripenso al mio passato di studentessa…

E se ripenso al mio passato di studentessa…non è che allora fosse così tanto diverso, anzi.
Ecco alcuni “modelli” avuti come insegnanti.

In prima liceo una Prof. di lettere e latino che faceva parte dell’Opus Dei.
A scuola non faceva altro che affermare che Dante faceva bene a mettere i gay all’Inferno e che ogni Venerdì Santo il cielo si oscurava all’ora precisa in cui era morto Gesù Cristo.

Successivamente nel biennio ho avuto per un brevissimo periodo come insegnante di lettere e latino un prete laico.
Un pessimo Prof. sotto tutti i punti di vista.
Odiava i comunisti ed amava invece molto le ragazzine.

In terza liceo una Prof. di lettere alla quale piaceva ostentare il suo status sociale.

Buon matrimonio più che un buono stipendio, ovviamente.
Arrivava a lezione sempre molto ben vestita, griffata, ingioiellata, con una bella macchina.

In quarta e quinta liceo una Prof. di lettere e latino che pensava esclusivamente alla sua carriera politica (ed in effetti è riuscita nel suo intento, essendo in seguito diventata sindaco).
Un giorno sì ed un giorno no ostentava questo suo pensiero.
Ovviamente non faceva nulla per interessare i suoi allievi allo studio delle materie da lei insegnate svogliatamente.

In terza liceo un Prof. di filosofia che odiava a priori le ragazze, dandole spesso a priori dei brutti voti anche quando mostravano di essere preparate.
Però adescava i maschietti (con una marcata predilezione per i biondini con gli occhi azzurri) nel suo appartamento a vedere film porno gay.

In quarta liceo ho avuto per poche settimane un insegnante di filosofia che entrava in classe, si sedeva alla cattedra, diceva letteralmente di “non rompere i coglioni” e poi apriva il giornale leggendolo per tutto il tempo.
Naturalmente era il suo secondo lavoro.

E voglio tralasciare molti altri esempi (perchè qua si scenderebbe troppo nel personale), come la mia Prof. di Inglese (purtroppo per ben cinque anni) che mi odiava visceralmente solo perchè nello studio del pianoforte allora ero considerata un talento naturale (decisamente proprio altri tempi…), mentre suo figlio (che frequentava la mia medesima scuola) era stonato come una campana e soprattutto non era minimamente portato allo studio della materia.

Cosa voglio arrivare a dire ?

Che non concordo affatto sul ruolo dell’insegnante come modello.
Perchè l’educazione ed i valori dovrebbero essere trasmessi principalmente dai genitori (o dai tutori).

Un insegnante non può fare altro che fornire una preparazione didattica ed insegnare il rispetto per le regole.
Non può (e non potrà mai) sostituirsi ad una madre (od un padre) e diventare per loro un modello di riferimento da seguire.

Il vero problema è l’ignoranza e la poca professionalità di molti docenti.
Situazione che comporta il discredito della intera categoria.

La scuola non riconosce certo le differenze fra chi è davvero colto e preparato, e chi è semi-analfabeta.
Appiattisce tutti verso il basso.


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