Pubblicato il 19 Maggio 2008 da Veronica Baker
Il Paradiso può attendere
Danimarca, Norvegia e Svezia l’altro ieri hanno annunciato l’apertura di una linea di credito di 1,5 miliardi di euro per tamponare la crisi della finanza islandese che rischia di saltare in aria come uno dei suoi tanti geyser.
Ognuno mette 500 milioni di euro sul tavolo della “solidarietà scandinava”.[…]
La Banca Centrale islandese ha riserve per 2,5 miliardi di euro.
Dall’inizio dell’anno la krona, la moneta nazionale, ha perso il 25% del proprio valore.
L’inflazione ha toccato il mese scorso l’11,8% (non accadeva da 20 anni) benché il costo del denaro sia al 15,5% (il più alto d’Europa).Il problema sono i debiti delle tre principali banche private che negli anni scorsi si sono molto «allargate» facendo shopping all’estero (dalla Gran Bretagna alla Cina).
La stretta internazionale del credito, dopo la caduta dei mutui subprime negli Usa, ha spinto la periferica Islanda ( reddito pro capite 46 mila dollari, tra i più alti del mondo ) sul ciglio di una crisi di liquidità.
Molti a Reykjavik puntano il dito sugli speculatori, gli squali degli «hedge funds» che scommettono sul collasso.
Resta il fatto che l’Islanda (300 mila abitanti sparsi su un territorio che è un terzo dell’Italia) è tra i Paesi più in rosso: il debito estero veleggia verso i 100 miliardi di dollari, 5 volte il prodotto interno lordo.[…]
L’iniziativa, tesa a «a preservare la stabilità macroeconomica e finanziaria » di Reykjavik, ha avuto come primo effetto un rialzo del 5% della krona.
Ma la tempesta non è passata[…]
L’Islanda è sotto i riflettori per lo stato delle sue banche.
I campioni dell’energia pulita (l’80% del fabbisogno da fonti rinnovabili) sotto la lente delle agenzie di rating.
Un paradiso, forse l’unico rimasto al mondo, distrutto dalla famelica speculazione,
L’islanda era autosufficente in tutto, i suoi governanti sono cascati come polli nella trappola del denaro facile (a debito).
Tenevano una dimensione e una qualità della vita migliore del resto del mondo, che bisogno avevano di espandersi con mezzi non loro ?
Gli islandesi sono fra l’altro come numero più o meno come gli abitanti di Venezia.