Pubblicato il 21 Dicembre 2009 da Veronica Baker
Gli scacchi in Italia : crescita o declino ? (1)
La fine di ciascun anno solitamente coincide – nell’ambiente scacchistico italiano – con l’inizio del tesseramento per quello successivo, e con il consuntivo dell’attività del movimento nei 365 giorni precedenti.
Non è facile districarsi tra le cifre effettive sul numero dei tesserati, anche perché esistono vari livelli di tesseramento, sia in funzione dello status anagrafico, che in relazione all’approccio che lo scacchista sceglie di dare alla sua pratica del gioco.
E non è per nulla facile interpretare le cifre se si leggono i commenti delle varie riviste e siti web del settore.
Normalmente i toni tendono sempre all’entusiasmo, o quanto meno all’ottimismo ad oltranza.
In altre parole, sembra sempre che il movimento scacchistico italiano sia avviato verso le “magnifiche sorti, e progressive…”, anche se poi questo boom in realtà non si verifica mai, e la situazione rimane sempre, più o meno, la stessa da decenni.
E d’altra parte, è abbastanza facile dimostrare che – ad esempio – agli inizi di questo decennio i partecipanti ai campionati studenteschi erano poco più di 500 l’anno, e progressivamente si è arrivati a circa 900.
Ma andrebbe però spiegato che i criteri di reclutamento e partecipazione, le fasce di età e categoria,, sono stati più volte cambiati, cosicchè non è agevole paragonare le cifre del 2002 con quelle del 2008, ad esempio.
Ma di ciò si dirà in seguito, parlando della situazione del settore giovanile.
Tanto per cominciare, sembra il caso di commentare alcuni dati aggregati.
Dalla rivista della federazione “Blitz”, nel numero del 30 novembre 2009, risulta che il totale dei giocatori tesserati a quella data è di 14.159.
Un numero che certo non è di per sé esaltante, se si pensa che il bridge – ad esempio – tra gli sport della mente vanta un numero di tesserati italiani di oltre 35.000 giocatori, cioè 2.5 volte il numero dei tesserati negli scacchi.
Osservando poi come sono suddivisi questi scacchisti, notiamo che fra di loro gli agonisti (coloro che giocano nei tornei e possiedono un punteggio elo) sono 5861, gli ordinari (coloro che frequentano i circoli o svolgono altra attività promozionale, ma non agonistica a livello di tornei nazionali o internazionali) sono 2416, e gli juniores (giocatori minorenni, tra i 6 e i 18 anni) sono 5882.
E’ possibile effettuare una ricerca ancora più accurata,e si può scoprire che, nel periodo 30-11-2008/ 30-11-2009 ad esempio, i giocatori agonisti con elo Italia tesserati per il 2009 sono stati 3430, mentre i giocatori con elo fide 2198, per un totale di 5628 giocatori agonisti.
Ci sembra il caso di insistere molto su questo numero, 5628, perché esso rappresenta il cuore, il “nocciolo duro” per così dire, di tutto il movimento scacchistico italiano.
Esso comprende infatti tutti i giocatori di scacchi italiani (n.b.: anche juniores) che hanno realmente praticato il gioco/sport, partecipando ad almeno un torneo nell’anno in corso, ed ottenendo un punteggio (elo) agonistico.
Certo, nessuno nega che anche i giocatori tesserati come ordinari siano importanti.
Tuttavia, se la pratica del gioco di uno scacchista si limitasse solo alla frequentazione del circolo per giocare qualche partita alla buona con gli amici, o qualche partita lampo o qualche torneo semilampo, o per partecipare a qualche esibizione in simultanea di un grande maestro di passaggio, è chiaro che ciò non contribuirebbe sostanzialmente ad una crescita effettiva del gioco, che si ha solo là dove chi pratica gli scacchi accetta di mettersi alla prova partecipando a qualche torneo “standard” a tempo lungo, anche solo saltuariamente.
Ebbene, questo numero : 5628 giocatori agonisti con elo tesserati per il 2009, è la dimostrazione lampante della situazione tutt’altro che rosea del movimento scacchistico italiano.
Significa in sostanza che dei 14.000 tesserati per il 2009, solo una minoranza di loro, di appena 5628 giocatori, ha davvero giocato attivamente nei tornei scacchistici “ordinari”, quelli con tempo lungo diversi da lampo e semilampo.
Ma qualcuno potrebbe obiettare, e osservare che non si può fare a meno di citare i 5882 tesserati junior del 2009, dai 6 ai 18 anni, e che lasciano intravedere un futuro estremamente promettente, con un settore giovanile che parrebbe addirittura in procinto di “esplodere”, se di 14.000 tesserati di ogni età vi sono ben 5882 giovanissimi, dai 6 ai 18 anni.
Ma un’analisi attenta smorza i facili entusiasmi.
Va subito premesso, innanzi tutto, che il settore giovanile non è certo una scoperta di questi anni.
Già a metà degli anni ’70, ad esempio, la federazione organizzava vari campionati studenteschi, per ragazzi delle scuole medie,e sempre con un lusinghiero successo, con parecchie centinaia di partecipanti ogni anno.
Ma evidentemente è sempre mancata nell’ambiente scacchistico italiano la capacità di motivare adeguatamente quei ragazzini che occasionalmente vengono spinti a partecipare a qualche torneo scolastico, per indirizzarli ad una pratica regolare del gioco.
La realtà è che dei giovanissimi tesserati, la stragrande maggioranza da decenni si perde costantemente per strada.
I numeri sono proprio lì a dimostrarlo: se ogni anno, ad esempio negli ultimi 20, vi fosse stato un flusso di nuovi giocatori tale da produrre un saldo positivo (= nuovi giocatori – giocatori che abbandonano l’attività) anche solo di 1000 x ciascun anno, oggi avremmo 20.000 tesserati agonisti in più rispetto al totale dei tesserati del 1989, quindi sicuramente avremmo almeno 30.000 tesserati in totale.
Ma se invece nel 2009 sono solo 14.000, e tra questi appena 5628 agonisti, allora ciò significa evidentemente che ciascun anno i nuovi tesserati (mai iscritti prima) sono al più qualche centinaio.
Ed a questo punto, varrà la pena raccontare la mia esperienza come istruttrice.
Esperienza di circa 3 anni, in due circoli, e dimostrerò come e perché buona parte dei ragazzini molla subito.
In realtà i numeri sono molto relativi : ragazzini che vengono fatti partecipare ad un piccolo corso, nemmeno ad un torneo, più che altro per fare numero e gonfiare il numero dei tesserati.
E parlarò dell’approccio ansiogeno di molti istruttori e genitori da me conosciuti, quelli che asfissiano i ragazzini cercando di convincerli che “l’elo è tutto e bisogna vincere con ogni mezzo” e ottengono solo di farli scappare a gambe levate dall’ambiente.
(1-continua)