Dati matematici sul GW

Pubblicato il 20 Maggio 2009 da Veronica Baker


Dati matematici sul GW

[….]Il crescente sostegno pubblico a sforzi per battersi sui cambiamenti climatici e le condizioni di debolezza in cui versa il settore automobilistico Usa, che sta a galla grazie a sostegni federali ed un piano di ristrutturazione sotto la guida del governo, hanno dato a Obama una gamma di opportunità per imporre le regole.[…]

Fonte : reuters.com

Già, peccato che solo la seconda regione (l’estrema debolezza in cui versa il settore automobilistico USA ed il lavaggio del cervello che viene ogni giorno fatto alla gente) sia vera, il resto è tutto falso.

“Una delle maggiori vergogne, nella martellante campagna mediatica che da parecchi anni cerca di convincere l’opinione pubblica che il mondo sta andando in ebollizione per colpa del CO2 (o biossido di carbonio, o anidride carbonica che dir si voglia) prodotto dalle attività umane, è la spudorata menzogna con la quale giornali e tv ripetono costantemente che nella comunità scientifica esiste un consenso pressoché unanime sul fatto che sia l’uomo il responsabile dei cambiamenti climatici.

Richard Lindzen

Infatti nella comunità scientifica moltissimi scienziati – e basta leggere l’elenco dei 650 scienziati di tutto il mondo che hanno pubblicato a fine 2008 un rapporto diretto al Congresso americano che contestava le previsioni catastrofiste dell’IPCC (International Panel on Climate Change) sul futuro del clima – la pensano in maniera totalmente diversa dai catastrofisti del clima, ma i media non danno loro spazio, se non marginalmente.

L’ IPCC inoltre non è formato – come vogliono far credere – da soli scienziati, ma è un elefantiaco organismo pubblico dell’ONU, composto e diretto in gran parte da politici, interessati a ottenere fondi pubblici spremendo i cittadini con nuove tasse.

E per ottenerle senza proteste, devono necessariamente inculcare nell’opinione pubblica la paura per un futuro climatico spaventoso e imminente (mari che si alzano di 2 metri, esodi biblici verso il nord, temperature che salgono di 5-6°).

Ecco la ragione di questo perverso circuito politico-mediatico: i politici creano allarmismo nell’opinione pubblica, e i media (soggetti al controllo politico) danno ampio spazio alle loro dichiarazioni, condendole con pareri pseudo-scientifici.

E anche per gli scienziati non è facile essere indipendenti sull’argomento clima, perché molti enti pubblici di ricerca sul clima che non si conformano all’andazzo catastrofista prevalente ricevono pochi (o nulli) finanziamenti, e non pochi scienziati sono stati minacciati di licenziamento.

Dati matematici sul GW

Ma ecco cosa ha scritto in proposito il prof. Richard Lindzen, Ordinario di Meteorologia presso il MIT di Boston (articolo pubblicato sul quotidiano inglese Daily Mail l’8 marzo 2007 col significativo titolo: “Global warming: the bogus religion of Our Age” = Global warming, la falsa religione dei nostri tempi):

“Come tutti sanno, vi sono state numerose profezie di sventura su scala globale.

Tra di esse, forse, nessuna ha raggiunto le vette retoriche del rapporto di Sir Nicholas Stern sulle conseguenze economiche del mutamento climatico.

Con una convinzione scevra da dubbi, l’autore afferma che : “Le prove scientifiche sono ormai preponderanti. Il cambiamento del clima presenta gravissimi rischi su scala globale ed esige una urgente risposta sulla medesima scala”…

Tutto ciò ha contribuito a far sì che il rapporto Stern si trovasse al centro del dibattito.

Il leitmotiv del rapporto consiste nell’asserzione che nella comunità scientifica esista un consenso pressoché unanime in merito ai pericoli posti dal cambiamento del clima.
Questa asserzione in realtà è falsa : tra gli scienziati non esiste alcuna unanimità.

In tutte le 550 pagine del suo rapporto, Stern mostra una baldanzosa sicurezza, come se in merito alle questioni affrontate non esistesse alcun dubbio.

E tuttavia, questa sicumera non è un alcun modo giustificata dalla realtà scientifica.
Per Stern e i suoi alleati politici sarà una scomoda verità, ma in realtà i fatti concreti a sostegno delle sue tesi di così ampio respiro sono a dir poco esigui.

In una recente dichiarazione, Stern ha candidamente ammesso che, quando il governo britannico gli ha commissionato lo studio, aveva una vaga idea di cosa fosse l’effetto serra, ma non era del tutto sicuro.

Questa incapacità di comprendere la scienza del clima traspare da ogni pagina del rapporto.
Stern equivoca il significato dei dati, distorce le prove al fine di conformarsi ai dogmi dei suoi mandanti politici, spara più o meno a casaccio cifre di ogni tipo, suscita allarmismo invece di favorire una discussione razionale e inventa di sana pianta la storia del clima terrestre.”

E ora mi sia permessa una breve divagazione personale.
Fino al 2005 ero anch’io convinta – influenzata dai media – che il problema del riscaldamento globale di origine umana fosse una delle massime emergenze.

I dubbi – e in seguito la certezza – che questa campagna mediatica non avesse solidi fondamenti scientifici, cominciai ad averli quando mi sono posta le domande :

“Ma quanta anidride carbonica produce il genere umano, per essere così dannosa per l’ambiente ?”

E soprattutto :

“Ma come mai l’anidride carbonica, che è un gas così comune in natura ed essenziale per la vita degli esseri viventi, sarebbe così pericoloso?”

La risposta a questi quesiti mi ha rapidamente portato a capire dove stava l’inghippo, ovvero a capire che il catastrofismo sul CO2 era una colossale bufala.

In effetti l’impressione che si ricava ascoltando i media, è che il CO2 sia peggio del cianuro e del gas nervino messi insieme!

Ma cos’è esattamente il CO2 ?

“Il biossido di carbonio, o anidride carbonica, o CO2, è un gas incolore e inodore, più pesante dell’aria, che si forma per combustione del carbonio o dei suoi composti in eccesso di ossigeno.

Il biossido di carbonio viene immesso continuamente nell’atmosfera dagli animali che lo eliminano con la respirazione. La sua presenza nell’aria è INDISPENSABILE al processo di sintesi clorofilliana delle piante…” [Enciclopedia scientifica tecnica Garzanti]

E infatti senza anidride carbonica neppure vi sarebbe la vita sulla Terra.
Le piante e moltissimi vegetali (alghe marine) in particolare, partendo da sostanze organiche semplici, quali appunto anidride carbonica e acqua, le sintetizzano e le trasformano in sostanze organiche complesse, come zuccheri e amidi.

Fotosintesi2

Il punto però è : è vero che l’anidride carbonica prodotta dall’uomo con le sue attività (industriali soprattutto) aggrava l’effetto serra, e quindi fa salire le temperature dell’atmosfera, con tutti gli inconvenienti di cui tanto si parla? (scioglimento dei ghiacciai, eventi meteorologici estremi, innalzamento del livello dei mari).

Prima di rispondere, è il caso di accennare un attimo a cosa è l’”effetto serra”.

L’effetto serra è il fenomeno per cui le radiazioni solari che colpiscono la superficie terrestre vengono trattenute dai gas dell’atmosfera, e innalzano le temperature terrestri, allo stesso modo in cui le coperture di plastica trasparente delle serre trattengono il calore solare, e favoriscono la coltivazione delle piante che necessitano temperature piuttosto elevate.

Ora, secondo le teorie recenti, l’uomo dall’inizio della Rivoluzione industriale, grosso modo dagli inizi dell’’800, starebbe producendo troppa anidride carbonica, e ciò sarebbe responsabile della crescita delle temperature terrestri.

La domanda che mi ero posto, a un certo punto era :

“Ma quanto CO2 produce l’uomo?”.

Già la risposta a questo quesito è piuttosto illuminante.

Grosso modo le attività umane e industriali producono annualmente circa 7 Giga tons (= miliardi di tonnellate) di CO2. (dato del prof. Guido Visconti, ordinario di fisica dell’atmosfera e consulente della NASA, del MIT e dell’Università del Maryland, e uno dei massimi esperti mondiali nello studio dei fenomeni atmosferici, nel libro: “L’atmosfera” Garzanti 1989).

Roberto Vacca parla di 798 Giga tons di CO2 presenti nell’atmosfera nel 2004.

Il prof. Visconti riporta più o meno lo stesso dato, 800 Gigatons di CO2 nell’atmosfera, mentre la biosfera (= alberi e vegetali) ne contiene 2000 Giga tons, e gli oceani ben 37.000 Gigatons

Questi dati numerici sono importanti, perché documentano che la CO2 è presente ovunque in natura, e le quantità presenti nell’atmosfera sono ben poca cosa rispetto a quelle di mari e foreste, e in natura – a prescindere dall’uomo – c’è da milioni di anni un continuo scambio e assorbimento di enormi quantità di CO2, tra oceani, foreste e atmosfera.

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Quello che però è importante è che i vari dati riferiscono di quantità di CO2 antropico (cioè prodotto dall’uomo) che oscillano tra l’1% e il 3% sulla quantità totale dei gas (azoto= circa 78%, ossigeno= circa 20%, ecc., ecc.) che compongono l’atmosfera terrestre.

A questo punto, per capire se il CO2 umano può influire o meno sul clima, è il caso di parlare di un importantissimo e moderno metodo fisico di rilevazione denominato spettrografia di assorbimento.

Per riassumere, ogni sostanza è composta da atomi e molecole, e i gas in particolare, se vengono posti in un contenitore di vetro, e poi sottoposti al passaggio di raggi solari ed esaminati con lo spettrografo, emettono una radiazione infrarossa che viene registrata dallo spettrografo sotto forma di bande verticali, diverse per ampiezza e numero per ciascun gas.

Nel caso del CO2, se facciamo attraversare un contenitore di quel gas da una sorgente di luce solare, lo spettrografo rileverà un assorbimento di radiazione IR (infra-rossa) che oscilla tra il 4% e l’8%.

Cosa vuol dire ?

Vuol dire che il CO2 trattiene al massimo l’8% della radiazione solare, il 92% non viene trattenuta.

Ma questo significa anche che se – per assurdo – tutta l’atmosfera terrestre fosse formata solo da CO2, il contributo di questo gas alla crescita delle temperature sarebbe solo dell’8%.

Ora, noi sappiamo invece che l’uomo e le sue attività industriali immettono nell’atmosfera solo l’1% – max 3% di CO2 sul totale dei gas che si trovano oggi nell’atmosfera, ma consideriamo pure il quantitativo massimo, cioè il 3%.

Quindi, per sapere qual è il contributo massimo del CO2 prodotto dall’uomo all’effetto serra e alla crescita delle temperature, è sufficiente una piccola moltiplicazione, e cioè:

0.08 (= 8% di contributo del gas CO2 alla crescita delle temperature) x 0.03 (= 3% di quantità max di CO2 prodotto dall’uomo sul totale dei gas dell’atmosfera) e il risultato è: 0.0024

Questo significa che il CO2 prodotto dall’uomo può contribuire all’effetto serra e alla crescita del riscaldamento globale solo di poco più di un duemillesimo.

Cioè nulla.

Quindi, la matematica e l’analisi chimico-fisica del CO2 con lo spettrografo dimostrano in modo inoppugnabile che NON è il CO2 prodotto dall’uomo a poter influire sui cambiamenti climatici e sulle temperature atmosferiche.

E infatti il famoso rapporto di Stern del 2006 dell’IPCC, per quanto incredibile, neppure menziona il fatto che il 95% dell’effetto serra non è causato dal CO2, o dal metano, a da altri gas, ma dal vapore acqueo, dall’evaporazione dell’acqua degli oceani che produce le nubi.

Quindi da un fenomeno del tutto naturale, sul quale l’uomo non può in alcun modo influire (a meno di ipotizzare che un telone di plastica di parecchi milioni di km2 possa ricoprire gli oceani, e impedire l’evaporazione delle acque).

Ma questa è un’ulteriore dimostrazione che solitamente chi parla di questi argomenti,  parla in base ad incompetenti affermazioni politico-ideologiche, non in base a rigorose e obiettive analisi scientifiche, su dati e cifre ricavati dalla misurazione e quantificazione di fenomeni naturali, perché è evidente che questa gente manco sa cosa sia il CO2, quanto l’uomo ne produce, quanto è lo spettro di assorbimento del CO2.

E possiamo essere sicuri che chi ha fatto del Global Warming d’origine umana la propria falsa religione, ben difficilmente accetterà di riconoscere di avere sbagliato esaminando con obiettività i veri dati scientifici.

Contro il fanatismo ideologico e la malafede, purtroppo la scienza non può nulla.


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