Pubblicato il 25 Novembre 2004 da Veronica Baker
Commercio italiano in rosso a Settembre
Crollano i consumi degli italiani nel mese di settembre.
Secondo i dati diffusi dall’Istat, le vendite all’interno della distribuzione nazionale sono scese del 2% rispetto al 2003.
A crollare sono entrambe le voci dei sottocomparti: gli affari del settore alimentare si sono contratti del 2,1%, mentre il non alimentare ha lasciato sul terreno l’1,9%.
In particolare in questa macroarea a dominare è il rosso, con unica eccezione per gli elettrodomestici, radio e tv (0,2%).
Le peggiori flessioni riguardano invece abbigliamento e pellicceria (-3,7%) ed editoria (-2,9%).
Incertezza confermata anche dalla valutazione su base mensile, che mostra una caduta delle vendite rispetto ad agosto pari allo 0,2%.
A risentire di questo trend negativo sia la grande (-1,3%) che la piccola distribuzione (-2,6%).
Tuttavia nella prima categoria si sono registrati andamenti contrastanti: se infatti i supermercati e i negozi specializzati hanno visto chiudere i bilanci con il 2,5% e il 2,9% in meno del fatturato, al contrario i grandi magazzini e gli ipermercati non alimentati hanno archiviato buone crescite, con l’1,6% e il 3,6% in più.
Sul fronte dei piccoli commercianti invece è il crollo è generalizzato, con le flessioni maggiori per le imprese che impegnano tra i 6 e 9 addetti, pari al 3,5%.
La contrazione dei consumi ha riguardato nelle specifico tutte le ripartizioni geografiche.
Sono Mezzogiorno e Isole ad aver risentito in particolare modo, perdendo il 3,3% rispetto al 2003.
Segue poi il Nord Est (-2,5%) e Centro (-1,9%).
Toni più contenenti invece per il Nord Ovest (-0,2%).
Commentando i dati, il Centro Studi di Confcommercio sottolinea la presenza di “segnali allarmanti non solo sullo stato di salute del settore distributivo, ma anche sulla difficoltà della domanda delle famiglie relativamente al consumo di beni.
Una situazione – prosegue la nota – che deriva da tre ordini di motivi: per il terzo mese consecutivo le vendite in valore hanno segnalato, in termini congiunturali, un calo; la riduzione dei fatturati interessa in misura sempre più consistente non solo le imprese di piccole dimensioni, ma anche le grandi superfici e quasi tutte le tipologie merceologiche; il fenomeno è diffuso sul territorio e coinvolge in misura rilevante anche aree a reddito più elevato”.
Preoccupazioni avvertite anche dalla Confesercenti.
“Siamo ormai in una situazione di allarme rosso – spiega la confederazione – le piccole imprese commerciali hanno registrato nei primi nove mesi dell’anno un calo delle vendite reali di oltre 4 punti”.