Pubblicato il 12 Maggio 2008 da Veronica Baker
Comicità informatica
Una insegnante spiegava ai suoi alunni come in Francese, al contrario della lingua Inglese, i sostantivi sono grammaticalmente divisi in “maschile” e “femminile”.
Cose quali “gesso” o “matita”, disse, vengono quindi associati ad un genere, sebbene in Inglese siano sostantivi neutri.
Stupito, uno studente alzò la mano e chiese :
‘Scusi, ma di che genere è un computer ?’.
Non essendo certo della risposta, l’insegnante divise la classe in due gruppi, chiedendo loro di decidere se il termine computer dovesse essere maschile o femminile.
Un gruppo era composto dalle ragazze della classe, e l’altro dai ragazzi.
Ad entrambi i gruppi venne chiesto, poi, di fornire quattro motivazioni alle loro conclusioni.
Il gruppo delle ragazze concluse che ai computer bisognerebbe assegnare il genere maschile, perché:
- Per avere la loro attenzione, devi accenderli.
- Contengono moltissimi dati, ma sono ancora privi d’intelligenza propria.
- Dovrebbero esser lì per risolvere i tuoi problemi, ma per metà del tempo sono loro il problema.
- Non appena te ne procuri uno, ti accorgi che, se avessi aspettato ancora un pò, avresti potuto averne uno migliore.
I ragazzi, d’altro canto, decisero che i computer dovrebbero decisamente appartenere al genere femminile, perché:
- Nessun altro al di fuori del loro creatore capisce la loro logica interna.
- Il linguaggio di cui si servono per comunicare con gli altri computer è incomprensibile a chiunque altro.
- I tuoi errori, persino minimi, vengono immagazzinati nella memoria a lungo termine per essere usati più avanti.
- Non appena ne acquisti uno, ti ritrovi a spendere metà del tuo blocchetto d’assegni per gli accessori.