Come nasce il totalitarismo

Pubblicato il 15 Agosto 2022 da Veronica Baker

La resistenza al totalitarismo, sia esso imposto dall’esterno o dall’interno, è questione di vita o di morte.

George Orwell – Letteratura e totalitarismo, 1941″


Come nasce il totalitarismo

Definire un pensiero comune per “tutti”.
La cosiddetta “normalità”.

Decidere che “chiunque” sia il giudice autorizzato a sentenziare a nome di “tutti”.

Definire che “bello” equivale a “simile a tutti”, mentre “cattivo” equivale a “diverso da tutti”.
“Chiunque altro” è l’opposto di tutti.

Ed è prova di adesione a “tutti” l’esibizione di odio verso “chiunque altro”.

Ogni dittatura usa questo semplice schema.


Ad esempio Hitler decise che “tutti” e “tutte” erano i tedeschi.

Una volta deciso che “tutti” erano biondi, con gli occhi azzurri e parlavano tedesco, mentre “tutte” erano bionde, con i fianchi larghi ed amavano crescere figli maschi, ecco che “chiunque altro” era il “male”.
Quindi “cattivo” perchè semplicemente “diverso”.

Come nasce il totalitarismo
Come poteva un “popolo” sopportare tutto questo e considerarlo “normale” ? Semplice, perchè è il “popolo” che crea sempre i peggiori totalitarismi…

Ad opprimere sono “tutti”.
Quando si è ritenuti “qualcun altro”, quindi “diverso da tutti”.
Ad opprimere è la società in cui viviamo.

Il Führer è il nostro vicino di casa.
Torquemada è il nostro collega di lavoro.
E gli strumenti dell’inquisizione si chiamano “ignoranza e stupidità”.

Semplicemente un punto di vista “sbagliato”, da “reprimere”.
La normalità è il mondo malato in cui “tutti” vivono.

Hitler da solo non avrebbe avuto alcuna possibilità di prendere il potere.
E nemmeno il suo controaltare Stalin.

Ma grazie all’aiuto della cosiddetta società “normale” – cioè del cosiddetto “popolo”, quindi il pensiero “normale” di “chiunque” – ci riuscirono piuttosto facilmente.

Senza una società di bisbigliatori in stile Berlino Est, di giudici in pectore, di maldicenze e di ignoranza, nessuno di questi regimi totalitari sarebbe mai nato.
Anzi, questi regimi sono nati proprio ed esattamente quando la società ha assunto questa precisa forma.

Nessun fiocco di neve potrebbe mai sentirsi responsabile per una slavina.
Allo stesso modo nessuno si sentirebbe responsabile per una dittatura solo perchè gli piace parlar male degli altri.

Ma purtroppo la libertà individuale inizia dove finisce la standardizzazione dell’essere umano.

Ogni totalitarismo inizia con la creazione di un modello standardizzato di “cittadino”.
Ogni tirannia viene presentata dai suoi propugnatori come “sociale”.

Quindi se pensi di essere una persona “normale”, anche tu sei parte integrante della tirannia.



Internet come mezzo di diffusione del totalitarismo

Dove si annidano quindi i dittatori , i tiranni, i giudici, i persecutori ed i carnefici ?
Fra le cosiddette persone “normali”.

Come nasce il totalitarismo
Dipendenza da Facebook

Prendiamo ad esempio quel mostro chiamato Facebook.

Un occhio nero ?
“Ma va. A chi, a me ?”

Disoccupata ?
Ma no, “sono in cerca di nuove sfide”.

Avete mai visto qualcuno chiedere davvero aiuto per sè su Facebook ?

No, mai.
Sempre per “altri”.

Chi posta sui social network di solito è sempre autosufficiente, vincente, ricco.
In poche parole, felice.

Il mondo reale va in rapidamente in rovina.
Tranne che su Facebook.

Ma chi scrive su un social network “deve” essere “conforme” al pensiero comune.

Altrimenti il vicino può ascoltarti, il tuo capo può leggerti, lo stato può opprimerti, un avvocato può farti causa.
In poche parole, sei prigioniero del conformismo.
E quindi parte integrante del totalitarismo.

La vita “normale” sotto il totalitarismo

Stato di sorveglianza, lavoro in miniera per i cosiddetti prigionieri politici.
Insieme ad altre orribili “punizioni” semplicemente per aver pensato la cosa sbagliata.
Niente college per i figli, nessuna possibilità di carriera.

Nessun permesso di viaggiare.
A meno che il “cittadino” non sia davvero fastidioso e difficile da “rieducare”.
Uno cui vale la pena di “sbarazzarsene” al più presto.

Oltre ad un controllo totale di tutti gli aspetti – privati e pubblici – della vita dei “propri” cittadini.
Ed ovviamente un dominio totale dei media e della cultura.

Un cittadino “obbediente” sarà trattato meglio degli altri.

Ma come faranno tutti gli altri, i cosiddetti “diversi da tutti” e quindi “disobbedienti” ?

La mia soluzione 

Ecco alcune regole che mi sono imposta.

Non è possibile cambiare nessuno intorno a noi.
Chi sta intorno a noi forse con il tempo recepirà il messaggio.

Non avere paura di esprimere il proprio parere non “conforme” e quindi “non normale”.
Condividere il proprio tempo libero esclusivamente con chi non è “conforme” e non con “chiunque”.

Non avere mai paura delle proprie azioni e delle eventuali conseguenze “sociali”.
Se vuoi stare con “chiunque”, allora devi uniformarti al pensiero “normale”.
E quindi essere parte integrante del totalitarismo

In poche parole, occorre scegliere da che parte stare.



Sei accondiscendente con il totalitarismo ? Auguri !
Come nasce il totalitarismo
Sei accondiscendente con il totalitarismo ? Auguri !

Se indossi volentieri la maschera, volontariamente accetterai qualsiasi “vaccino” ti proporrà il “tuo” governo od il tuo “partito politico”.

Crederai anche a qualunque propaganda del mainstream.
Accetterai qualsiasi richiesta di isolamento e di distanziamento.

Permetterai che la tua mamma si spenga tristemente in una corsia di ospedale, da sola.
Sepolta in una fossa comune senza alcun funerale.

Un giorno, quando la maschera sarà dichiarata “normale” e “chiunque” dovrà indossarla “per tutta la vita”, sarai immediatamente d’accordo.

Ed imparerai ad adattarti al peggio della umanità.
Anzichè desiderarne il meglio.

Che dichiara che è sempre meglio “adattarsi”, è sempre un prezioso alleato dei totalitaristi.
Chiunque sia.

Una persona che indossa una maschera è una persona che non identificherà i suoi confini personali, non li comunicherà mai e soprattutto non vuole difenderli.

E’ semplicemente una persona in attesa della “giusta” persona “di fiducia” che lo calpesti senza alcuna pietà.



Manipolazione della realtà

Ecco come funziona oggi la manipolazione della realtà.
Un primo fattore “manipolante” è la bulimia delle informazioni stesse.
Un bombardamento che spesso sconcerta.

Un meccanismo geniale e tremendo.
Un controllo molto più subdolo ed efficace di quanto il grande Orwell fosse riuscito a immaginare.


Gli 11 principi della propaganda
Tattiche di manipolazione molto efficaci…

Joseph Goebbels fu il Ministro della Propaganda sotto Adolf Hitler.
Quindi era il vero detentore del potere durante la dittatura nazista.

Fu lo stratega in grado di far sì che un’ideologia nata in un gruppo molto ridotto di persone riuscisse a diventare un movimento di massa.

Il “talento” di Goebbels consisteva nell’abilità di identificare i diversi meccanismi di suggestione della mente umana, creando tattiche di manipolazione molto efficaci.

Nella Germania nazista i cittadini diventarono così parte di un progetto politico patologico, sentendosi portatori di verità universali.

Goebbels è morto da tempo.

I fatti alla fine hanno svelato che cosa c’era dietro la pazzia implicita del regime nazista.

Ma le tattiche di manipolazione impiegate continuano tuttora ad essere attive.

Infatti praticamente tutti i politici le usano ancora oggi per catturare le coscienze dei cittadini.

Gli 11 principi della Propaganda

1.Principio della semplificazione e del nemico unico
Scegliere un avversario e insistere sull’idea che sia lui la fonte di tutti i mali. Per esempio : “gli immigrati”, “la destra” o “la sinistra”.

2.Principio del contagio : fare di tutta l’erba un fascio, riunendo chiunque faccia del male in un’unica categoria.
In questo modo si rinforzerà l’idea di un nemico unico da combattere.
Per esempio : “gli immigrati sono tutti terroristi”.

3.Principio della trasposizione : dare costantemente la colpa dei propri errori all’avversario.
Oppure riversare su di lui i propri difetti.
Il ladro chiama “ladro” il suo nemico, per confondere le idee e metterlo in difficoltà.

4.Principio dell’esagerazione e della deformazione : trasformare qualsiasi aneddoto, per quanto piccolo o banale, in un fatto da cui dipende la sopravvivenza della società.
L’obiettivo è far percepire qualsiasi atto compiuto dall’avversario come sospettoso e minaccioso.

5.Principio della volgarizzazione :  “qualsiasi propaganda deve essere popolare ed adattare il suo livello al meno intelligente degli individui a cui è diretta.
Più grande è la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale richiesto.

La capacità recettiva delle masse è limitata.
La loro comprensione è scarsa.
Inoltre la massa dimentica molto facilmente”.

6.Principio dell’orchestrazione : “la propaganda deve limitarsi a un numero piccolo di idee e ripeterle instancabilmente.
Ogni volta da un punto di vista diverso, che però riporti sempre allo stesso concetto.

Non ci devono essere ambiguità né dubbi”.

Proprio per questo motivo “se una bugia viene ripetuta a sufficienza, alla fine diventa una verità”.

7.Principio del rinnovamento : consiste nel pubblicare notizie e idee che denigrano l’avversario, in grandi quantità e a grande velocità. In questo modo la difesa sarà costante.

8.Principio della verosimiglianza : presentare delle informazioni confermate, almeno in apparenza, da fonti solide, anche se in fondo vengono mostrate solo in modo parziale.

L’obiettivo è creare una grande confusione.
I cittadini tenderanno a risolvere attraverso la spiegazione più semplice possibile : vale di più una bugia che non può essere smentita, di una verità inverosimile.

9.Principio del silenzio : consiste nel non realizzare dibattiti su argomenti su cui non si hanno motivazioni abbastanza convincenti.

Allo stesso tempo nascondere le notizie che favoriscono l’avversario.

“Se non puoi contrastare le brutte notizie, inventane altre che distraggano da essere”.

10.Principio della trasfusione : utilizzare miti o pregiudizi nazionali o culturali per risvegliare una componente viscerale che alimenti determinate pratiche politiche.

Le idee devono essere sorrette dalle emozioni più primordiali.

11.Principio dell’unanimità : convincere i cittadini del fatto che è necessario pensarla come gli altri, creando una falsa unanimità.

Il desiderio istintivo di appartenere a un gruppo completerà l’opera.

Lo schema di Goebbels e dei suoi seguaci viene completato dall’utilizzo di leader carismatici e slogan molto semplici, ma di grande impatto emotivo. Allo stesso tempo si utilizzavano rituali spettacolari in cui il colore e i suoni erano determinanti.

Tutto questo riesce a far cadere i cittadini in una specie di sonno ipnotico.
Da cui purtroppo si risvegliano quando ormai è troppo tardi.


“Gli asini volanti” (un esempio di fantasia)

Qualcuno afferma che gli asini mangiano carote, scalciano e ragliano.
Altri non desiderano che questa notizia venga diffusa.

Tecniche di Manipolazione della Realtà
E’ un meccanismo infallibile, micidiale

Se affermano che non è vero, cercano di nascondere la realtà.
Possono riuscirci per un po’.
Ma alla fine la verità può venire a galla e smentirli.

Allora questi ultimi prendono soggetti che lavorano per loro o che fanno al caso loro  – e magari sono anche credibili o presentati come tali – che pubblicamente affermeranno : gli asini mangiano carote e pipistrelli, volano, scalciano, sanno camminare su due zampe, e ragliano.

Alle informazioni originarie vengono aggiunte informazioni fasulle ma non incredibili (mangiano pipistrelli e sanno camminare su due zampe) ed un’altra assolutamente assurda (volano), ma inserita nello stesso contesto.

A quel punto il sensazionalismo dei media e la curiosità istintiva della gente per le notizie strane porteranno a parlare più del fatto che gli asini siano animali volanti che del resto.

Qualcuno crederà a questa teoria e sarà successivamente screditato come “pazzoide”.

Ma ci saranno trasmissioni TV ed articoli di giornali che spiegheranno che sono tutte balle e alla fine la notizia sarà percepita come una “bufala”.

Tutta la notizia, anche la parte sulle carote e sul ragliare.
Nella migliore delle ipotesi verrà dimenticata o comunque messa in dubbio.

L’ultimo passaggio è quello in cui qualche poveraccio cercherà di riportare la discussione sulle informazioni reali.

Ma a quel punto sembrerà un pazzoide e verrà facilmente “distrutto” da chi di dovere :

“Ancora con ‘sta storia degli asini volanti ! Ah ah ah ! “.

Provate a mettervi nei panni di chi vorrebbe semplicemente comunicare due fatti veri e spiegare la verità in un clima siffatto, ad un’opinione pubblica mediamente poco informata sui fatti specifici, con un coro di prezzolati che ridicolizzano il malcapitato sfruttando le informazioni false ed incredibili sulle quali sarà organizzata la prima fase della discussione pubblica.

E’ un meccanismo infallibile, micidiale.

Anche chi lo conosce bene spesso ci casca o decide di lasciar perdere.
Perché non ha nè il tempo nè la voglia di mettersi ad approfondire ed a discernere.


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