Come difendersi dalla disinformazione mediatica

Pubblicato il 10 Maggio 2009 da Veronica Baker


Come difendersi dalla disinformazione mediatica

Io cerco di sempre di ragionare con la mia testa in ogni argomento che tratto, e di poi farmi un’opinione, cercando di dare ascolto alle diverse campane.

Ma purtroppo, oggi, molto spesso si tende (o meglio si fa sempre o quasi) a fornire una informazione falsa e tendenziosa.
Non si riportano mai i fatti esattamente come devono essere, ma gli viene sempre data una impronta ideologizzata.

La mente della gente si sta sempre di più lobotomizzando ad ascoltare dei messaggi che spesso sono palesemente falsi ,oppure sono volutamente ambigui con il solo scopo di confondere la testa e di sviare l’attenzione su quello che viene detto.

Questa è una tecnica ben precisa di disinformazione.
Quella che io  in passato ho chiamato ” Tecnica di manipolazione della realtà “.

Un cavallo di battaglia di molti.
Una versione raffinata della famosa frase di Goebbels, ma molto, molto più subdola.

Quei post, invero, ebbero molto successo, e fu fatto anche un copia ed incolla in diversi siti a diffusione nazionale finanche nel forum nazionale del PD come “esempio della disinformazione berlusconiana”.

Ma la cosa comica è che io mi ero ispirata invece al tipo di comunicati che proprio sono emessi dall’area cosiddetta progressista : dei veri maghi della disinformazione di massa , fino a farne un vero e proprio loro cavallo di battaglia.

La mia però non è certo una presa di posizione ideologica,al contrario.
Perchè invece dall’altra parte viene attuato un meccanismo più grezzo, ma altrettanto funzionale : il martellamento continuo delle stesse informazioni più il sottolineare in modo ossessivo e ripetuto alcuni concetti  piuttosto che altri.

Ma il risultato è sempre il medesimo : la disinformazione volontaria ed il diffondersi della menzogna o delle leggende metropolitane (il che è naturalmente ovvio e conseguente).

Fortunatamente oggi c’è la rete che può aiutarci a comprendere (a patto di saper usare la propria testa) come stanno veramente le cose.

I pennivendoli da quattro soldi oggi non sono capaci di scrivere con la propria testa (anzi, spesso non sono nemmeno capaci di scrivere nulla e fanno errori di ortografia) e quindi che fanno : copiano pedestremente quello che gli dicono i loro mentori.

Come difendersi dalla disinformazione mediatica

Si riducono a dei semplici scribacchini da quattro soldi.

Le castronerie che si possono leggere in ambito scientifico e non solo (in quello economico sono rivoltanti i comunicati che vengono emessi,mentono sapendo di mentire ed ora lo fanno spudoratamente) sono qualcosa di davvero impressionante.
E pretendono di essere la verità assoluta.

Provo in breve a spiegare questa metodologia oramai tristemente trasversale.

Una evidente manipolazione spudorata e sistematica dell’informazione da parte di giornali e tv, in quanto fonti di informazione legate al potere (politico, ecclesiastico, economico) e “autoritarie” (il fruitore non può quasi mai interagire con chi emette il messaggio, ma deve subirlo passivamente).

Al contrario Internet, in quanto universo comunicativo potenzialmente libero a tutti, in cui chiunque può contrastare (in un proprio sito, nei forum) i messaggi altrui che non gradisce, o reputa falsi, o manipolati per vari scopi, offre molte più possibilità per acquisire informazioni corrette, o per smontare campagne di disinformazione.

Poi la disinformazione  può avere molte facce :

  • Dalla martellante e vergognosa campagna a senso unico – e che va avanti da anni – per convincere tutti che il Global Warming antropico è una verità scientifica incontestabile (uno dei prossimi temi che affronterò in questo blog)
  • Alla disinformazione tipicamente italica e clericale su argomenti come la disforia di genere (che invece sono trattati correttamente e con competenza scientifica pluridecennale all’estero e in paesi anglofoni in particolare)
  • Alla classica manipolazione politica per cui di solito i politici e i giornali “di sinistra” tendono a strumentalizzare a loro vantaggio certi problemi (episodi di razzismo al nord, problema dell’evasione fiscale, conflitti di interesse, invadenza del Vaticano nella politica italiana e negazione dei diritti civili) mentre quelli “di destra” ne utilizzano altri (eccessiva pressione fiscale, inefficienze e sprechi di risorse del settore pubblico, “buonismo” della sinistra verso i clandestini e la criminalità comune e uso politico della giustizia)

Naturalmente questi sono solamente degli esempi, se ne potrebbero fare molti altri.

A questo punto , un quesito viene spontaneo : è possibile oggi arrivare ad un’informazione attendibile e precisa su qualsiasi argomento, oppure l’eccesso di informazioni che ci piovono addosso da molte fonti rende se non impossibile, almeno molto difficile arrivare a conclusioni corrette su un problema ?

Perché ad esempio è evidente che per arrivare a informazioni corrette sul tema della disforia di genere occorre conoscere bene l’inglese.
Purtroppo è così, se un italiano dovesse basarsi solo sulla letteratura “scientifica” italiana sul tema, ne ricaverebbe informazioni scorrette e datate.

Inoltre, tutti gli studi scientifici e clinici  e altre tematiche altamente specialistiche nel campo della medicina, sono discussi nella comunità scientifica sulle riviste internazionali solo in inglese.

Chi non lo conosce è inevitabilmente tagliato fuori.

E lo stesso vale quando si studiano certe tematiche per le quali occorre una preparazione specifica: non si potrebbe studiare bene la storia della Chiesa dei primi secoli senza conoscere bene greco, latino  e possibilmente anche ebraico e aramaico.
Oppure non si potrebbe studiare bene la storia dell’islamismo senza conoscere l’arabo.

ipocrisia

Ma oltre al problema della cultura di base, per potere arrivare alla verità su alcuni argomenti – anche possedendo le informazioni giuste – poi si tratta di selezionare quelle valide, dalle false, da quelle fuorvianti, inutili, parziali, inattendibili .

Questo purtroppo è il grosso problema di oggi, Internet o meno.

Ora vi mostrerò un esempio importantissimo.

Emblematico di come a volte l’eccesso di informazioni può condurre a conclusioni del tutto false ed errate, se non si trova il metodo valido per selezionarle.

[…]Uno dei fatti storici più noti e controversi della storia: l’assassinio di Kennedy a Dallas il 22 novembre 1963.

Un problema storico e informativo che ha dell’incredibile: dopo quasi 50 anni, e benché l’assassinio di Kennedy sia avvenuto in pubblico, davanti a centinaia di testimoni, alle telecamere, sia stato filmato incredibilmente dopo tutto questo tempo l’opinione pubblica è divisa: un’alta % crede che Kennedy sia stato vittima di un complotto e sia stato ucciso da almeno 2 persone, mentre una % non meno importante crede che Kennedy sia stato ucciso dal solo Lee Harvey Oswald.

Dov’è la verità ?

Io ho studiato a lungo il problema, perché a un certo punto mi sono reso conto che, se davvero non siamo in grado nel 2000 di capire se un uomo ammazzato davanti a tv, telecamere, centinaia di testimoni è stato ucciso da una o più persone, allora possiamo chiudere bottega, e rinunciare all’idea di poterci fare un’idea precisa di un’infinità di fatti.

Come possiamo, ad esempio, pretendere di studiare la storia antica, o medievale, ecc. (in cui abbiamo solo reperti archeologici frammentari e confusi), se manco riusciamo a capire cosa è successo davvero quel 22 novembre 1963 a Dallas, alle ore 12,30 in Dealey Plaza, nell’assassinio di JFK ?

Ora ti dirò  come sono giunto alla soluzione del problema, in modo definitivo, e selezionando POCHE informazioni essenziali, e scartando quelle fuorvianti, o inutili.

Come tutti sappiamo, su quell’assassinio si sono scritte milioni di pagine, fu nominata una Commissione d’indagine (Warren), che concluse che Oswald aveva agito da solo.

Poi nel corso degli anni, dapprima un’inchiesta del procuratore Garrison di New Orleans (protagonista del film di Oliver Stone del 1991: “JFK, Still An Open Case”), poi altre Commissioni d’indagine (Lane, 1975) e investigatori indipendenti giunsero alla conclusione che Kennedy era rimasto vittima di un complotto, anche se non si seppero mai indicare con precisione i mandanti (mafia, petrolieri, servizi segreti, esuli cubani, Castro).

In generale, io poi avevo notato che l’assassinio di Kennedy era un po’ troppo tirato per la giacca in base a considerazioni politiche e ideologiche : di solito “la sinistra” propendeva per il complotto, mentre la “destra” tendeva a considerarlo un delitto di un attentatore solitario.

1605939981.2

Notavo anche che – non di rado – analizzando quel delitto ci si perdeva e ci si confondeva in mille considerazioni tecniche.

Ad esempio, i sostenitori del complotto notavano che l’attentato – come dimostrava il famoso film di Zapruder – era durato 6 secondi e 5″, e che sarebbe stato impossibile per un solo attentatore sparare 4 colpi.

Ma poi ci fu chi dimostrò che, in realtà, un buon tiratore avrebbe potuto sparare 4 colpi in quel tempo, anche con un fucile difettoso come il Mannlicher Carcano di Oswald.

Poi ci furono perizie foniche che sembravano dimostrare che alcuni colpi di fucile provenivano dalla Grassy Knoll, la collinetta erbosa a fianco del corteo, ma ci fu chi provò poi che quelle perizie foniche erano difettose e ambigue.

Inoltre, ci furono testimoni (come ad esempio il ferroviere Holland) che vedevano il corteo dal davanti e dall’alto, che dissero di aver visto fumo provenire da un cespuglio della collinetta e un paio di uomini in divisa appostati sulla collinetta.

Ma ci fu chi disse che ciò non era possibile, perché i fucili moderni non emettono sbuffi di fumo.

E infine, nel 2002 una ricostruzione al computer dell’attentato – molto enfatizzata dalla rete televisiva ABC – sostenne di aver dimostrato, dopo aver riprodotto le esatte condizioni logistiche in cui avvenne quell’attentato, che si era trattato di un delitto di un solo sparatore, del solo Oswald.

A questo punto, qual è la verità, ammesso sia possibile arrivare alla verità su questo fatto?

La verità l’ha dimostrata molto rapidamente il prof. Jim Fetzer, che ha studiato per anni quel delitto, e che nel caso della ricostruzione col computer ha parlato giustamente di “spectacular disinformation”, poiché in effetti c’è la legge del GIGO : Garbage In – Garbage Out, se nel computer inserisci dati spazzatura, quello che ne uscirà saranno risultati spazzatura.

Poi, i gonzi si faranno turlupinare da computer e ricostruzioni in 3D con effetti speciali, ma Fetzer ha smontato in breve queste teorie “spettacolari” sulla base di chiare e semplici considerazioni documentate e inoppugnabili, che si trovano in questa paginetta : http://assassinationresearch.com/v1n1/lonenutter.html

In breve: è impossibile che Kennedy sia stato ucciso da una sola persona.

Lasciando perdere ogni considerazione su quanti colpi si potevano sparare in 5-6 secondi, sui testimoni, sui sospetti, sull’arma usata, c’è una semplice e inoppugnabile considerazione da fare.

Il rapporto Warren (mentendo) sostenne che la pallottola che aveva colpito Kennedy da dietro era uscita dalla sua gola, ma ciò è assolutamente ed evidentemente impossibile.

jfk

Basta analizzare i verbali ufficiali d’autopsia e i diagrammi.
Nei verbali d’autopsia sul corpo di Kennedy al Bethesda Hospital, e sui diagrammi delle ferite riscontrate, è scritto chiaramente che la ferita alla schiena di Kennedy era all’altezza della TERZA VERTEBRA, 5 pollici e ½ sotto il colletto della camicia (v. figura 4), quindi tra le scapole.

Mentre invece la ferita al collo del Presidente era all’altezza del pomo d’Adamo, parecchi cm. sopra rispetto quella alla schiena.

E siccome la pallottola che colpì Kennedy alla schiena proveniva con una traiettoria dall’alto verso il basso (4° piano del Texas Book Depository), è evidente che quella pallottola non poteva cambiare traiettoria (dal basso verso l’alto) una volta entrata nella schiena per poi uscire dalla gola del Presidente, parecchi cm. più in alto.

Quindi è evidente che la ferita alla gola fu originata da qualcuno che sparò DAL DAVANTI, e con un’arma diversa da quella che produsse la ferita alla schiena.

Quindi, se Kennedy fu colpito da almeno due armi diverse, alla gola e alla schiena, è del tutto evidente che furono almeno in due a sparare, e quindi VI FU UN COMPLOTTO.

Punto e basta.

Lasciamo perdere tutto il resto, le illazioni, le speculazioni, le supposizioni, le testimonianze, le ricostruzioni computerizzate.

Basta una semplice analisi ragionata dei verbali ufficiali d’autopsia, per capire al di là di ogni dubbio che Kennedy fu ammazzato da 2 o più persone.

Perché mi sono dilungato su questo ?

Proprio perché l’analisi di questa vicenda mi è stata utilissima per capire come si deve e NON si deve studiare e analizzare un problema.

Sul delitto Kennedy ci sono in giro milioni di informazioni, su libri, giornali, film, documentari, in rete, ecc., ma solo pochissime di queste sono davvero utili, come quelle evidenziate dal prof. Fetzer.

Spesso ci perdiamo in dettagli, spesso diamo retta a suggestioni emotive, o preferenze “politiche” che poi ci fanno arrivare a conclusioni errate.

Mentre invece la cosa più importante è SEMPRE andare al sodo, arrivare al punto delle questioni, scartando le cose secondarie per concentrarsi sulle cose ESSENZIALI.[…]

Ecco, ho voluto toccare questo tema, perché è importantissimo, per illustrare come ci si possa difendere dalla disinformazione mediatica adottando un corretto metodo di pensiero.


BannerVeronica 1


Translate »
You cannot copy content of this page