Pubblicato il 29 Aprile 2008 da Veronica Baker
Bisogna saper perdere
“Bisogna saper perdere non sempre si può vincere”.
Quando si subisce una sconfitta dietro l’altra, è assolutamente necessaria una importante pausa di riflessione, domandandosi il perchè di tutto questo, senza sempre e comunque protestare contro tutto e tutti.
Occorre avere la forza e la obiettività di saper fare autocritica, soprattutto quando sono stati commessi dei macroscopici errori, confermati dall’evidenza dei fatti.
Credevo che la prima batosta fosse servita a qualche cosa.
Invece nulla, ancora imperterriti, avanti così, sempre di più verso il precipizio.
Bisogna saper accettare la partecipazione di idee, ideologie e persone che non sono necessariamente meno nobili e rispettabili di noi, per quanto qualcuno – troppi dal mio punto di vista – si sforzi di far credere il contrario.
E questo il significato primo della democrazia, non la tolleranza, ma l’accettazione.
Leggo commenti a dir poco assurdi, gente che dà dei rincitrulliti ad altri che hanno deciso di cambiare dando la preferenza ad altre formazioni ed altri candidati (sarebbe stato esattamente lo stesso se fosse successo il contrario, of course, ma è il concetto che conta).
Come usa dire una mia amica, dire una cosa del genere equivale ad avere una miopia talmente grande che al confronto Mr. Magoo ha una vista da aquila.
Quando si perde una partita, e male, o, con un paragone più calzante come in questo caso, si porta a termine un torneo con un risultato davvero molto negativo, la prima cosa che si fa è analizzare tutte le partite giocate, cercando gli errori, e soprattutto le motivazioni che hanno causato un risultato così scadente.
Analizzare concretamente, senza tirare ad indovinare, senza fare dei piagnistei inutili.
Senza continuare a dire solo delle belle parole, chiacchere lontanissime dalla realtà.
La gente ” comune” si è stancata di sentire solo dei “blablabla” inutili, vuole fatti concreti.
Rispettando prima di tutto l’avversario.
L’avversario non lo fa ?
Differenziamoci dalla massa.
Senza questo fatto, vedo molto difficile che possano essere propugnati i tanto sbandierati ideali di rispetto e di solidarietà.
Anzi, la vedo più come l’ennesima strumentalizzazione da parte dei finti buonisti che, a parole, si schierano sempre e comunque con le minoranze, ma solo perchè vogliono farsi belli nei confronti dell’opinione pubblica.
Fa comodo, in fondo, professarsi a parole tolleranti nei confronti di coloro che, sulla carta, sono più deboli e discriminati.
Fa molto chic nei salotti buoni dichiararsi tali.
Fa bene alla propria coscienza.
Fa comodo, in fondo, sentirsi più buoni.
Ma in realtà non credono affatto in quello che dicono.
Chi realmente rispetta gli altri non lo ostenta odiosamente a parole.
Semplicemente, agisce.
Venite a combattere fianco a fianco nella vita di tutti i giorni, mostrando solidarietà reale e sotto gli occhi di tutti,e non solo virtuale.
Ma, guardacaso, davvero raramente ho trovato qualcuno disponibile.
