Carlsen/Arctic securities : binomio vincente

Pubblicato il 13 Gennaio 2010 da Veronica Baker


Carlsen/Arctic securities : binomio vincente

[…]the 19-year-old Norwegian attracts commercial endorsements, sporting the logos of Norwegian law firm Simonsen and investment bank Arctic Securities on his clothes, each of which sponsors him to the tune of more than £200,000.[…]

Fonte : managementtoday.com

Molto, molto interessante il progetto di Carlsen, che mi pare una persona  molto intelligente, sia lui, sia la sua famiglia.

Non mi stupisce affatto quindi la sua ascesa ai vertici.
Questo è un ottimo esempio di marketing e di comunicazione mediatica, sia per lui, sia per chi lo sponsorizza.

Carlsen/Arctic securities : binomio vincente

Premetto che io non conoscevo Arctic securities fino ad oggi.
E’ una piccola banca d’affari, una investment bank appena nata – 2007 , quindi in periodo di crisi del settore –  ma che è però in rapida ascesa a livello locale (Norvegia e paesi scandinavi) e che principalmente si occupa di asset management in equities, commodities e fixed income, quindi azioni, materie prime – petrolio e gas principalmente – e reddito fisso.

Naturalmente offono pure servizi di brokerage classico e report finanziari anche personalizzati.

E’ naturale che Carlsen, essendo numero uno del mondo, e soprattutto molto giovane, abbia grande appetibilità.

Ma il binomio Arctic/Carlsen è davvero ben assortito : giovani, velocissimo sviluppo negli ultimi due anni, immagine dinamica, ambiti moderni, modo di pensare simile.

Inoltre ll binomio scacchi/investimenti finanziari è assolutamente azzeccato come metodo di pensiero, quindi si capisce anche il perchè abbiano ancora molta strada davanti a sé.

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Ecco da dove arrivano presumibilmente i finanziamenti per pagare Kasparov come allenatore.

Ottimo management quello del norvegese, raramente negli scacchi si è visto un personaggio del genere così ben gestito, forse il solo Kasparov dgli anni ’90.

Non mi stupisco a questo punto sul fatto che sia arrivato così velocemente al numero 1 della lista Fide pur non essendo nato in un paese scacchisticamente evoluto (o quantomeno non uno dei più noti).

Molto meno azzeccato sarebbe stato il binomio con una banca commerciale classica, anche se – in fondo – molti semi-pro attuali e del passato hanno avuto proprio una professione di questo genere.

Ma le ragioni per cui – eccetto Carlsen – gli sponsor nella maggior parte dei casi si stanno allontanando dagli scacchi ?

La non appetibilità a livello di immagine, la non visibilità mediatica, la mancanza di capacità di comunicazione stanno infatti nella maggior parte dei casi facendo scomparire i grandi sponsor da uno sport che – a parte Carlsen – a mio modo di vedere è in lento declino a livello mediatico  soprattutto in Europa e negli USA.

Mentre è in ascesa nell’Asia, dove si sta spostando il baricentro della attività, tenendo pure conto che la Russia si estende per massima parte proprio qua e che India e Cina – le nuove potenze scacchistiche del futuro – ivi risiedono.

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Il fatto che praticamente tutti i grossi sponsor mondiali stiano riducendo la loro esposizione finanziaria – ed in Italia sono tutti scomparsi – è l’ulteriore dimostrazione della incapacità di saper vendere il prodotto.

Ripeto, oggi la mediaticità e soprattutto la buona visibilità sono tutto, ed i personaggi anonimi che vengono solitamente scelti come testimonial possono solo fare pubblicità altamente negativa e far perdere nuovi potenziali iscritti.

Mentre Magnus Carlsen, pur essendo un professionista della scacchiera, non è certo un monomaniaco degli scacchi né soprattutto è il tipico ragazzino senza arte né parte, anzi, le sue interviste sono sempre piacevolissime e lui è un ragazzo di ottima cultura generale.

Serve modernità e soprattutto apertura mentale.
Ma qui in Italia, paese arretratissimo sia culturalmente, sia commercialmente, sia finanziariamente, certi discorsi saranno sempre lettera morta.


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