Appunti di trading-life

Pubblicato il 10 Gennaio 2010 da Veronica Baker


Appunti di trading-life

Cosa fa una persona quando decide che deve speculare per pagarsi una qualche necessità urgente ?
Semplicemente spera.
Scommette.

Corre dei rischi che sono molto piú grandi di quelli che avrebbe corso se avesse speculato intelligentemente, seguendo le idee che si sarebbe potuto formare dopo un’analisi distaccata delle condizioni sottostanti.

Questa persona insegue il profitto.
Non puó permettersi di aspettare.
Il mercato deve dargli ragione, e subito.

Appunti di trading-life

Il massimo od il minimo dei prezzi non è mai vicino quando la vista è viziata dalla speranza.

L’investitore medio vede un’azione che nessuno voleva a 12 o 14 $ avanzare fino a 30$ – che sicuramente rappresenta il massimo – fino a che raggiunge 50 $

Questa è assolutamente la fine della salita.

Poi va a 60, a 70, a 75 $.
A questo punto è una certezza che l’azione non puó andare oltre.

Ma va a 80 a poi a 85 $.
A questo punto, l’investitore medio, che non pensa mai al valore ma solamente ai prezzi, e non è governato nelle sue azioni che dalle paure, sceglie la strada piú facile : smette di pensare che c’è un limite alla salita.

Questa è la ragione per cui molti che sono abbastanza bravi da evitare di comprare ai massimi, finiscono alla fine per perdere perchè non sono capaci di monetizzare i profitti.

I grandi profitti sono sempre realizzati dal grande pubblico sulla carta.
E di solito rimangono sulla carta.

libro

Il trading  infatti è un mestiere molto duro.
Occorre essere al lavoro in continuazione, per molte ore, a tempo pieno, nella maggior parte dei casi molto più che in una professione “normale”.

Ed i giochi virtuali , le esibizioni di profitti abnormi tramite simulazioni sul computer, financial games e simili  non servono a nulla.

C’è chi si diverte ad effettuare operazioni “immaginarie” sul mercato azionario per provare con $$ “immaginari” quanto sono bravi.
Talvolta questi investitori virtuali fanno milioni, ma solo sulla carta.

E’ come un celebre aforisma (citato da Edwin Lefèvre nella sua biografia su Jesse Livermore) .
Un uomo doveva scontrarsi in duello con un altro il giorno seguente.

Il suo secondo gli chiese : “Spari bene ?”
“Modestamente, posso colpire il gambo di un calice di vino da quindici metri”, rispose il duellante.
“Molto bene” disse il secondo, affatto impressionato.
“Ma puoi colpire il gambo del calice di vino mentre il calice di vino sta puntando una pistola carica dritto al tuo cuore ?”

Per imparare questo lavoro non basta leggere i libri e le esperienze altrui .
Le esperienze che valgono di piú sono sempre quelle fatte sulla propria pelle.

real life

Alla fine, ció che veramente distingue il  vero o la vera professionista è la passione verso il mercato – e non verso il denaro od il facile profitto – che lo porta a trovare il tempo ed il modo di disciplinare sia i suoi comportamenti che il suo carattere.

sophia

Infatti il professionista cerca prima di tutto di fare la cosa giusta, piuttosto che focalizzarsi solo sull’utile.
Infatti  il profitto – soprattutto sul lungo periodo – altro non è che la conseguenza di una serie di azioni corrette.

Oltre a doti fondamentali come : impegno, volontà, sacrifici, preparazione, competizione, voglia di emergere.

Tutte componenti tipiche di chi ha praticato sport a livello agonistico piuttosto elevato, e totalmente assenti nella maggior parte delle persone.

Oltre alla volontà di costruire qualcosa con le proprie mani e crearsi personalmente un lavoro diventando padroni o padrone di se stesse, della propria vita e del proprio tempo.


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